LE BATTERIE DI CATL NON SI ESAURISCONO
Catl è ancora una volta il campione indiscusso del mercato, al primo posto con un volume complessivo di 254,5 GWh e una crescita del 31,9%. Questo grazie agli accordi stipulati sia con marchi connazionali che a breve colonizzeranno l’Europa (come Zeekr, Aito, Li Auto e Xiaomi), sia con costruttori occidentali storici del calibro di Tesla, Bmw, Mercedes e Volkswagen. Nel portafogli anche la giapponese Toyota.
Per comprendere meglio, in termini concreti (dunque economici) l’ascesa fulminea dell’azienda, fondata nel 2011, basta dire che ha portato il prodotto interno lordo di Ningde, città natale del suo amministratore delegato Robin Zeng, al di sopra di quello dell’Estonia o dell’Uganda – scriveva poco prima dell’estate The Economist. Lo scorso 20 maggio Catl ha raccolto quasi 5 miliardi di dollari in una quotazione secondaria a Hong Kong, confermandosi la più grande offerta azionaria dell’anno.
A dispetto delle continue tensioni internazionali tra Washington e Pechino, l’azienda alimenta anche sistemi di accumulo di energia in Nevada e in Texas e ha recentemente annunciato il più grande progetto di accumulo di energia al mondo negli Emirati Arabi Uniti. L’anno scorso ha speso 2,6 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, più del triplo dell’importo investito dalla rivale sudcoreana Lg Energy Solution.
CHI PROVA A INSEGUIRE CATL
Al secondo posto della classifica basata sui primi otto mesi del 2025 ancora una volta la connazionale Byd che un numero sempre crescente di analisti reputa il marchio destinato a dominare l’industria dell’auto nel prossimo periodo gestisce internamente sia la produzione delle batterie per le proprie auto elettriche.
Questo vuol dire che più auto elettriche Byd vengono vendute, più sale la produzione di batterie: in otto mesi ha totalizzato 124,8 GWh con una crescita del 50,3%. Ben più di una batteria su due al mondo insomma è cinese ed è o Catl o Byd. Un risultato che si deve in modo significativo all’Europa, dove nei primi sei mesi del 2025 il consumo delle batterie di Byd ha superato gli 8,6 GWh, con un aumento del 263,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero a tre cifre comunque non tragga in inganno: semplicemente la colonizzazione di questo mercato da parte della casa automobilistica cinese è iniziata “sul serio” solo in quest’ultimo periodo.
LA CORSA DELLE AUTO BYD TIRA LA VOLATA ALLE SUE BATTERIE
Questo comunque non toglie che Byd sia lanciatissima e soprattutto stia lasciando dietro di sé il solo campione occidentale dell’auto elettrica: Tesla. Nei primi 9 mesi del 2025, Byd ha venduto circa 1,6 milioni di auto elettriche mentre il costruttore texano guidato da Elon Musk si è fermato nel medesimo periodo poco al di sopra delle 1,2 milioni di unità. Da gennaio a settembre, insomma, il divario tra Est e Ovest nella corsa per le auto elettriche è di 388 mila vetture circa.
Ma lo sprint potrebbe avere ancora vita breve. Byd nel terzo trimestre ha sì venduto oltre 582 mila veicoli elettrici e ibridi, superando per la quarta volta consecutiva Tesla, tuttavia a settembre ha registrato il primo calo mensile da un anno e mezzo.
Una spia sul cruscotto si era già accesa ed era legata principalmente alla frenata delle ibride plug-in (crollate di un quarto, -25,6% il mese scorso in Cina), proseguendo quella discesa vista negli ultimi sei mesi consecutivi mentre le elettriche pure, Bev, continuano a crescere (+24,3%). Almeno al momento, comunque, non un vero e proprio problema dal momento che in Europa, nell’incertezza legislativa, tirano di contro soprattutto le motorizzazioni ibride e in pochi s’arrischiano a passare alle auto 100% elettriche.
IL PODIO NON È TUTTO CINESE
Proseguendo con la classifica dei costruttori di batterie per auto elettriche, al terzo gradino staziona Lg Energy Solution con 67,4 GWh pari a una crescita del 13,3% rispetto all’anno precedente. Viene fatto notare dagli analisti che hanno curato il report che i dati sarebbero stati migliori se Tesla non avesse inchiodato, ma l’azienda sudcoreana è riuscita a bilanciare le perdite grazie alle forniture per i modelli Chevrolet e Kia, costruiti sulla piattaforma Ultium.
COME VANNO LE SUDCOREANE?
L’altra connazionale di riferimento nel settore delle batterie, Sk On, ha registrato una crescita del 20,3% e un totale di 29,2 GWh. L’aumento della domanda è stato trainato soprattutto dai modelli Hyundai e Volkswagen, ma adesso teme un rallentamento nella parte finale dell’anno dato che Ford dovrà fermare per via di un incendio la produzione dei suoi F150 Lightning.
Qualche acciacco lo ha registrato Samsung Sdi, che nel periodo in esame si è fermata a 20 GWh, in calo del 9,1% rispetto all’anno precedente. Le forniture verso Bmw e Audi risultano stabili nonostante le difficoltà registrate dai marchi tedeschi, ma a pesare secondo gli esperti sarebbe stata la scelta della startup americana Rivian di adottare batterie Lfp prodotte da Gotion sui nuovi allestimenti standard. Il convitato di pietra della classifica è proprio l’America: i dazi di Donald Trump potrebbero spingere nel prossimo futuro molti marchi a cambiare improvvisamente fornitore, specie se quello attuale risulta cinese. Ma per scoprire se tali mosse sono già in atto occorrerà almeno attendere i dati sull’intero 2025.
EUROPA NON PERVENUTA
Dazi o no, continua a essere assente dal mercato in questione il Vecchio continente, nonostante a livello europeo si fosse dotato di un programma a tal fine da oltre un lustro. Lavori fermi per quanto riguarda l’Automotive Cells Company, la joint venture sulle batterie tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies che avrebbe dovuto aprire ben tre sedi, di cui una a Termoli. Con ogni probabilità ci si fermerà per diverso tempo alla prima, realizzata in Francia.
Batterie esaurite invece per Northvolt, la realtà svedese che a lungo è parsa come il solo cerino in un panorama altrimenti caratterizzato dalle tenebre: la bancarotta ha spazzato via ogni speranza europea. PowerCo, l’azienda di batterie di Volkswagen, ha ridimensionato le sue ambizioni: la fabbrica di Saltzgitter sarà infatti dotata di una sola linea produttiva, non di due come nei piani originari. Similmente, Verkor, sostenuta da Renault e attiva a Dunkerque, dice di voler essere “umile”: si concentrerà, cioè, su pochi progetti e su un solo cliente.
Per i media tedeschi Porsche starebbe inoltre per staccare la spina a Cellforce, la controllata nata nemmeno cinque anni fa per produrre batterie ad alte prestazioni per auto elettriche. Quel che è certo è che Stoccarda, avendo rivisto per intero la propria strategia elettrica, ha rescisso i contratti con i finlandesi di Valmet Automotive.
Per non dipendere dalla Cina i 27 del Club comunitario dovrebbero almeno affinare la propria capacità di recupero e riutilizzo delle batterie esauste. Ma anche su quel versante la strada sembra tutta in salita e irta di ostacoli.