L’allarme arriva stavolta dal Financial Times: Balderton Capital, il gruppo di investimento che ha sostenuto gruppi tecnologici europei di successo come Revolut, afferma che il Vecchio continente deve accelerare lo sviluppo dell’industria spaziale e della difesa perché non può continuare a dipendere da SpaceX per l’accesso allo spazio.
L’azienda aerospaziale di Musk si è messa in una posizione di comando nel nuovo settore spaziale commerciale con una velocità sorprendente. Sono passati 15 anni da quando è diventata la prima società privata a lanciare il proprio razzo in orbita, irrompendo in un settore precedentemente dominato dagli stati nazionali.
E l’Europa? Al momento ci sono i lanciatori Vega C (prodotto dall’italiana Avio) e Ariane 6 (prevalentemente francese). Quest’ultimo ha debuttato (in ritardo) nel luglio 2024, il 6 marzo 2025 ha compiuto con successo il suo primo volo commerciale e il prossimo 4 novembre metterà in orbita Sentinel-1D, un satellite del programma Copernicus per la Commissione europea. La missione sarà il terzo volo commerciale di Ariane 6. A pieno regime, Arianespace punta a raggiungere fino a 12 lanci all’anno, ma dall’altra parte dell’Atlantico c’è SpaceX che lancia con un Falcon 9 circa 2-3 volte a settimana.
Bernard Liautaud, managing partner di Balderton Capital, sostiene che una parte crescente della “supremazia militare” sarà combattuta nello spazio. Ha però aggiunto che i paesi europei sono “troppo dipendenti” dagli Stati Uniti. Ciò crea un “rischio enorme”, ha affermato Liautaud. “Dobbiamo essere più autosufficienti”.
Tutti i dettagli.
LA DIPENDENZA DELL’EUROPA A SPACEX
L’anno scorso, per la prima volta, l’Ue ha lanciato i satelliti Galileo utilizzando un razzo dell’americana SpaceX.
L’Esa aveva pianificato di lanciare i satelliti Galileo utilizzando il razzo Ariane 6, ma quest’ultimo ha subito frequenti ritardi e ha effettuato il lancio inaugurale nell’estate 2024 dallo spazioporto europeo nella Guyana francese. Inoltre, a causa della guerra in Ucraina, l’Europa ha interrotto i lanci tramite il razzo russo Soyuz da Kourou in Guyana da febbraio 2022.
Dopo i ritardi dei programmi Ariane 6 e Vega, l’Europa ha dovuto affidarsi ai Falcon 9 di SpaceX per mettere in orbita satelliti europei, inclusi alcuni di natura governativa. Una scelta obbligata ma rischiosa.
Al Ft Liautaud ha affermato che l’Europa deve sviluppare capacità molto più solide per lanciare satelliti e costruire difese spaziali, un settore in cui SpaceX di Elon Musk è diventata la “forza dominante”.
AUTONOMIA E COMPETITIVITÀ
Il messaggio politico è chiaro: l’Europa deve passare da “cliente” a protagonista. Investire in vettori riutilizzabili e filiere nazionali significa costruire sovranità strategica, preservare competenze industriali e restare competitivi in un mercato dominato da Stati Uniti e Cina.
Sempre il quotidiano finanziario britannico, ricorda che l’anno scorso Balderton ha co-guidato un finanziamento di 160 milioni di dollari per la startup spaziale franco-tedesca The Exploration Company, insieme alla società di venture capital Plural.
Fondata nel 2021 da ex ingegneri Airbus, la startup franco-tedesca The Exploration Company (Tec) punta a condurre il volo inaugurale di Nyx, capsula progettata per trasportare merci da e verso l’orbita terrestre bassa e, in seguito, nello spazio cislunare, da e per la Stazione spaziale internazionale (Iss) nel 2028. Come i modelli Dragon sviluppati da SpaceX, anche le capsule Nyx di The Exploration Company sono riutilizzabili: una volta sganciato il carico trasportato, può rientrare nell’atmosfera terrestre ed essere utilizzata per la missione successiva.
IL CONTRATTO CON L’ESA PER IL CARGO SPAZIALE EUROPEO
Tra i traguardi di The Exploration Company c’è senz’altro l’aggiudicazione di uno dei due contratti dall’Agenzia spaziale europea (Esa) a maggio 2024 per iniziare gli studi di un veicolo per il trasporto merci.
L’Esa ha assegnato due contratti, uno a Thales Alenia Space (jv franco-italiana tra Thales al 67% e Leonardo al 33%) e l’altro a The Exploration Company appunto, per il programma cargo commerciale in grado di trasportare merci da e verso la Stazione Spaziale Internazionale in orbita terrestre bassa entro il 2030.
I due contratti, dal valore di 25 milioni di euro, coprono il lavoro di progettazione iniziale dei loro cargo. Le due società porteranno avanti i loro concetti per veicoli progettati per il trasporto di merci da e verso la Iss e le stazioni spaziali commerciali.
L’Esa cercherà finanziamenti per le fasi successive nella prossima riunione ministeriale alla fine del 2025, con l’obiettivo di avere almeno un veicolo pronto per entrare in servizio entro il 2028. Se l’Agenzia si assicurerà i finanziamenti per le fasi successive del programma, potrebbe condurre a una missione dimostrativa sulla Iss nel 2028.
La scorsa settimana, la co-fondatrice Hélène Huby ha dichiarato all’Italian Tech Week che lo spazio è un “mercato enorme”, grazie a fattori trainanti come le telecomunicazioni, l’imaging terrestre e la difesa, ma ha avvertito: “In Europa siamo piuttosto deboli in questo momento per quanto riguarda questa infrastruttura spaziale”.
LA VIA EUROPEA CON IL CONTRATTO AVIO-ESA
Infine, in questo contesto si inserisce anche il nuovo contratto da 40 milioni di euro assegnato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) all’italiana Avio a fine settembre per sviluppare un dimostratore di sistemi di lancio con stadio superiore (l’ultimo segmento del razzo) riutilizzabie, un progetto che punta a colmare il divario tecnologico con SpaceX.
Il programma, della durata di due anni, mira a definire un design preliminare per un sistema capace di rientrare e volare di nuovo: una tecnologia chiave per ridurre i costi di lancio e garantire indipendenza industriale.
“Lo stadio superiore, anche detto stadio orbitale, è l’ultima parte di un razzo che porta il carico utile in orbita. Finora, questi elementi non sono mai stati riutilizzati.L’Europa ha già dimostrato la capacità di portare nello spazio e far rientrare in sicurezza tutti i componenti hardware, ma integrare queste capacità in uno stadio superiore riutilizzabile completo, che possa anche lanciare carichi utili, ha il potenziale per essere una svolta decisiva” ha dichiarato Toni Tolker-Nielsen, Direttore del Trasporto Spaziale dell’Esa.
L’alleanza tra Esa e il produttore di Colleferro è un primo passo, ma il percorso verso l’autonomia spaziale sarà lungo.
Banco di prova sarà la riunione ministeriale dell’Esa in programma a novembre a Brema, in Germania, quando verranno discussi strategie e finanziamenti. Solo garantendo continuità industriale, investimenti significativi e una governance europea coerente, l’Europa potrà trasformare questi progetti dimostrativi in capacità operative reali, riducendo la dipendenza da SpaceX e consolidando la propria posizione nel mercato globale dei lanci spaziali.