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Perché le console per videogiochi diventano sempre più care? Microsoft aumenta (ancora) i prezzi alle sue Xbox

Mentre Sony prova a risparmiare qualcosa riducendo lo spazio di archiviazione nelle sue PlayStation 5, Microsoft col prossimo 3 ottobre aumenterà nuovamente i prezzi alle sue Xbox. L'ultimo rincaro soltanto lo scorso maggio. Sembrano concretizzarsi i moniti degli analisti relativi a un effetto boomerang dei dazi di Trump sull'industria videoludica già provata dai licenziamenti a catena dovuti all'AI che sta sostituendo un numero sempre maggiore di creativi

Questa generazione di console sarà ricordata come la prima interessata da un fenomeno inedito: il rincaro costante delle macchine in periodi successivi al debutto quando, è noto a tutti, la tecnologia è invece uno dei beni che si deprezza con maggior rapidità. Microsoft, che presidia il settore videoludico con le sue Xbox, ha infatti annunciato un aumento autunnale – il secondo del 2025 dopo quello di maggio – che certo non tirerà la volata alle vendite (che Redmond non comunica più da tempo, non riuscendo a star dietro a pesi massimi del calibro di PlayStation 5 e Switch).

QUANTO AUMENTANO LE XBOX DI MICROSOFT?

Come si anticipava, Microsoft aveva aumentato già i prezzi di Xbox a inizio estate in tutto il mondo, portando il listino delle Xbox Series X a una maggiorazione di 150 dollari e quello di Xbox Series S a richiedere un maggior esborso di 100.

Ora, col nuovo aumento previsto per il 3 ottobre – al momento solo per il mercato statunitense – la Xbox Series S con hard disk da 512 GB sfiorerà i 400 dollari – per la precisione il prezzo consigliato sarà di 399,99$ – rispetto ai precedenti 379,99; il modello con spazio per lo stoccaggio da un TB arriverà a costare 449,99 dollari contro gli attuali 429,99; la Xbox Series X Digital sfiorerà toccherà i 600 dollari ( 599,99$) con un balzo deciso dagli odierni 549,99 dollari.

PER LA XBOX DA 2TB SI SPENDERANNO 800 DOLLARI

Ma i rincari più significativi Microsoft li ha riservati a coloro che stavano puntando la Xbox Series X tradizionale che sfonderà e pure di parecchio la soglia psicologica dei 600 dollari (prezzo attuale) per toccare i 649,99 mentre chi vorrà portarsi a casa la Xbox Series X 2TB Galaxy Black Special Edition dovrà prepararsi a spendere 800 dollari (799,99) rispetto ai precedenti 729,99.

COLPA DEI DAZI DI TRUMP?

Un aumento intempestivo anche perché attuato proprio in vista della Festa del Ringraziamento che negli Stati Uniti dà il via allo shopping natalizio. Redmond non dà direttamente colpa alle strategie economiche della Casa Bianca, probabilmente per non inimicarsene il volubile inquilino, limitandosi a parlare di un “ambiente macroeconomico” divenutole maggiormente ostile.

PURE I PREZZI DI PLAYSTATION LIEVITANO (E GLI SSD DIMINUISCONO)

Anche la sua principale concorrente, la nipponica Sony, ha dovuto inaugurare una lunga stagione di rincari, prima per i problemi di produzione dovuti alla guerra dei chip che di fatto avevano reso introvabile la PlayStation 5, poi per via di dazi e per le tensioni crescenti tra Cina (dove ha gran parte della filiera) e gli Usa.

Per provare a mantenere bassi i prezzi Sony sta agendo anche come molti produttori di cibi e bevande che riducono leggermente la quantità contenuta in ciascuna confezione: nei giorni scorsi infatti la software house nipponica ha fatto debuttare in sordina sul mercato una PS5 Digital con SSD da 825 GB rispetto al canonico taglio da 1 TB.

I TIMORI DEL SETTORE DEI VIDEOGIOCHI

Si tratta di una strategia evidentemente volta al risparmio. Tornando però ai rincari appena annunciati da Microsoft, questa volta a farne le spese è una società americana, non estera, che potrà tornare a pagare meno solo importando sul suolo americano l’intera filiera oggi sparsa per il mondo e localizzata specialmente a Oriente, in Paesi duramente colpiti dai balzelli commerciali di Donald Trump.

Si stanno insomma concretizzando i timori degli analisti che avevano vaticinato non solo un effetto boomerang dei dazi sui consumatori americani ma pure il rischio dell’aumento di licenziamenti nel settore, già duramente provato dall’introduzione dell’AI che sta velocemente sostituendo migliaia di grafici, programmatori e sceneggiatori.

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