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Gac sbarca a Rotterdam e non solo. Le nuove mosse europee dell’auto cinese

Dopo il centro stile aperto a Milano, arriva l'hub olandese per i ricambi. E Gac delinea la sua curiosa strategia per lo sbarco in Europa (e nel segmento dei robotaxi)

Guangzhou Automobile Group Company, che gli europei probabilmente impareranno a conoscere come Gac, gruppo automobilistico cinese a partenariato pubblico noto per la sua trascorsa collaborazione con l’allora FCA (oggi Stellantis), muove nuovi passi in Europa.

Non ci si riferisce solo alla sua presenza massiccia all’edizione di quest’anno del Salone dell’auto di Monaco (dove il gruppo cinese ha svelato il proprio robotaxi completamente autonomo, sviluppato in collaborazione con Didi, la più grande piattaforma cinese di ride hailing) ma anche all’inaugurazione Rotterdam, in Olanda, del suo primo centro europeo per la distribuzione di ricambi.

I PIANI EUROPEI DI GAC

Una mossa strategica essenziale per un marchio che ha intenzione di “metter radici” nel Vecchio continente, dato che molti utenti non s’arrischiano a comprare vetture per le quali non esistono pezzi di ricambio se non nel Paese d’origine data la possibilità di trasformare ogni eventuale problema o vizio in un lungo stop in officina in attesa del componente da sostituire.

Migliorare il sistema di assistenza post-vendita europeo sarà insomma fondamentale per l’espansione della statale Gac su questo mercato. Lo slogan del costruttore asiatico saldamente nelle mani di Pechino, del resto, è chiaro: “in Europe, for Europe, integrating into Europe, serving Europe, contributing to Europe”.

Gac ha scelto di utilizzare il suo marchio Aion nel Vecchio Continente: la prima a debuttare sarà la Aion Five, Suv di 4,6 metri che in patria presenta due tagli di batteria, da 64 e 75 kWh, per un’autonomia fino a 500 km. Il prezzo comunicato partirà da 35.990 euro, senza però specificare per quale Paese e con quali tasse.

L’INVASIONE PARTE DALLA PERIFERIA?

In merito si nota la peculiare strategia geografica di Gac che ha scelto di non aggredire il Vecchio continente puntando massicciamente sul Nord Europa (il solo mercato che dà soddisfazione ai produttori di auto elettriche) o sui principali Paesi della Ue, preferendo mantenersi invece in periferia con uno sbarco contestuale a Est, Ovest e a Nord.

La distribuzione avrà infatti inizio in Polonia, Portogallo e Finlandia, con altri Paesi che verranno aggiunti e comunicati in seguito. La decisione probabilmente è motivata dalla necessità di non sovrapporsi ad altri marchi cinesi in mercati nei quali stanno sbarcando o sbarcheranno le “rivali” così da non correre il rischio di inflazionare subito l’offerta.

LISTINI A DIR POCO CONCORRENZIALI

Nel 2026 dovrebbe debuttare nel Vecchio continente la Aion Ut, ovvero il modello progettato in collaborazione con il centro stile aperto a Milano. Si tratta di un hub sorto nei locali di un ex capannone industriale al civico 16 di via Tortona, nel cuore della movida meneghina, in cui lavorano una ventina di persone, fondato appositamente per donare alle vetture Gac un aspetto occidentale.

La Aion Ut, auto elettrica lunga 4,27 metri, larga 1,85, e alta 1,575, con un passo di 2,75 metri dal motore anteriore da 100 kW di potenza alimentato da due diversi tagli di batteria (da 34,9 kWh e 44,3 kWh, con autonomie dichiarate che rispettivamente dovrebbero raggiungere i 330 km e i 420 km) non è importante tanto per il fatto di essere stata disegnata in Italia, quanto perché il prezzo di listino dovrebbe essere ben al di sotto dei 10mila euro. Una cifra oggi inarrivabile per tutte le Case europee e che rischia di rendere inutile la corsa verso la “city car da 20mila euro” intrapresa per esempio da Volkswagen o da Renault (con la Twingo elettrica).

COSì AGGIRA I DAZI EUROPEI

Lo scorso ottobre Gac era stata colpita da dazi aggiuntivi del 20,7% al termine dell’indagine anti dumping di Bruxelles che andavano ad aggiungersi al precedente balzello del 10 per cento per un totale del 30,7%. Resterà da capire se questo aggravio ritoccherà all’insù prezzi tanto bassi.

In merito si è detto che l’azienda proverà ad aggirarli inviando kit da assemblare nello stabilimento di Magna Steyr in Austria.

GAC GUARDA AI ROBOTAXI

La strategia insomma pare delineata. E poi come si anticipava – e come il produttore ha fatto capire a Monaco – c’è il settore dei robotaxi. Gac, che oltre a Didi ha stretto partnership anche con Huawei per i sistemi Adas (Advanced Driver Assistance Systems), ha alzato il velo su di una concept car completamente elettrica, di livello 4 (senza perciò volanti e pedali), dotata di sensori LiDAR e radar a 360°, capace di muoversi in autonomia in contesti urbani complessi.

Non è detto che questo genere di veicoli sbarchi nell’immediato sulle nostre strade anche perché la Ue sarà con ogni probabilità l’entità sovrannazionale che maggiormente legifererà sulla sperimentazione, ma la sua presenza in tale comparto è comunque strategica: un messaggio forte e chiaro indirizzato alle rivali statunitensi come Tesla, Uber e Waymo.

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