Il governo dell’Ucraina ha approvato il piano di sviluppo delle riserve minerarie nazionali e ha aperto un’asta per l’estrazione di litio dal deposito di Dobra, nella parte centrale del pase. La prima ministra Julija Svyrydenko ha detto che il sito contiene riserve “significative” del metallo, necessario alla produzione delle batterie che alimentano i veicoli elettrici, specificando di preferire un investitore che non si limiti alla fase estrattiva ma che si dedichi – sempre sul territorio ucraino – anche ad attività dal maggior valore aggiunto.
Ma un’azienda mineraria statunitense, Critical Metals, sostiene di essere già in possesso dei diritti di estrazione a Dobra in virtù della sua relazione con la compagnia anglo-australiana European Lithium, sua maggiore azionista.
L’ACCORDO SUI MINERALI CRITICI CON GLI STATI UNITI
L’asta aperta a fine agosto è la prima dalla firma, lo scorso maggio, dell’accordo tra l’Ucraina e gli Stati Uniti sullo sfruttamento delle materie prime ucraine (minerali, petrolio, gas naturale). Il presidente Donald Trump aveva detto varie volte di volere dall’Ucraina “l’equivalente di circa 500 miliardi di dollari in terre rare” come forma di compensazione per gli aiuti militari americani, ma il paese non è ricco di questi elementi.
L’Ucraina, invece, possiede – perlomeno sulla carta – depositi significativi di litio e grafite per le batterie, di titanio per l’industria aerospaziale, di uranio per l’energia atomica e di gallio per i semiconduttori, oltre che di minerale ferroso e di carbone. Tuttavia, in mancanza di dati aggiornati, rimane da capire l’effettivo potenziale dei giacimenti minerari ucraini, la loro accessibilità e quindi la convenienza economica del loro sfruttamento.
L’accordo tra Kiev e Washington prevede la creazione di un fondo congiunto dedicato agli investimenti nelle materie prime ucraine, i cui proventi saranno reinvestiti in Ucraina. L’intesa, inoltre, garantisce un trattamento preferenziale alle aziende americane.
LE TENSIONI CON EUROPEAN LITHIUM E L’INTERESSE DI TECHMET
European Lithium ha detto al Financial Times di essere già in possesso dei diritti di sfruttamento del sito di Dobra e di averne avuto conferma dai tribunali ucraini. Il governo di Kiev, però, ha indetto comunque una gara d’appalto.
Ad aver manifestato interesse per il deposito di Dobra è l’azienda irlandese TechMet: è sostenuta dal governo americano, che attraverso l’agenzia Development Finance Corporation è un suo “azionista significativo”, si legge sul sito.
European Lithium e la sua controllata Critical Metals difendono la loro posizione sostenendo che la licenza per Dobra era stata assegnata dalle autorità ucraine a Petro Consulting, una società che è stata acquisita da European Lithium nel 2024. La licenza di sfruttamento, tuttavia, non è mai stata emessa formalmente nonostante nel 2023 un tribunale ucraino si fosse espresso a favore di Petro Consulting.
Mykhailo Zhernov, membro dei consigli di amministrazione di European Lithium e di Critical Metals, ha detto che la disputa sul sito di Dobra potrebbe peggiorare il contesto imprenditoriale in Ucraina, disincentivando ulteriormente gli investimenti.
LA “CRITICITÀ” DEL LITIO
Il litio è un metallo critico perché viene utilizzato nella produzione delle batterie (la tecnologia più diffusa è quella agli ioni di litio, appunto) per i veicoli elettrici e per l’immagazzinamento dell’energia generata dai parchi eolici e fotovoltaici.
L’estrazione del litio si concentra in Australia, in Cile e in altri paesi del Sudamerica, ma la Cina domina la fase di raffinazione del metallo: si tratta dell’anello più “critico” perché è direttamente legato all’utilizzo industriale dell’elemento. La Cina è anche – e nettamente – la maggiore produttrice di batterie al mondo.