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inquinamento chimico

Perché non ci si preoccupa abbastanza dell’inquinamento chimico?

Un’emergenza silenziosa minaccia la salute globale: decine di migliaia di sostanze chimiche invisibili contaminano ogni aspetto della nostra vita quotidiana, tra lacune nei controlli, scarsa consapevolezza e un’urgenza crescente di cambiamento. Tutti i dettagli

 

L’inquinamento chimico rappresenta una minaccia alla salute umana e alla natura paragonabile al cambiamento climatico. Eppure, rispetto al riscaldamento globale, gode di scarsa attenzione da parte dell’opinione pubblica e riceve pochissimi finanziamenti.

A lanciare l’allarme è Deep Science Ventures che ha condotto una ricerca pubblicata dal Guardian.

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI SOSTANZE CHIMICHE IN CIRCOLAZIONE

Secondo lo studio, l’economia industriale ha generato oltre 100 milioni di sostanze chimiche mai esistite in natura. Di queste, tra 40.000 e 350.000 sono attualmente in uso commerciale, stando all’International Council of Chemical Association. Tuttavia, la pericolosità di queste sostanze per l’ambiente e la salute umana è ancora largamente sottovalutata.

LA FALSA SICUREZZA DEI PRODOTTI DI USO QUOTIDIANO

Harry Macpherson, uno degli autori della ricerca, per esempio, evidenzia una percezione errata diffusa tra la popolazione: molti credono che l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, i cibi che consumiamo e i prodotti per la cura della persona siano tutti attentamente controllati sotto il profilo chimico. In realtà, per Macpherson, questo non è affatto garantito.

TRACCE DI SOSTANZE TOSSICHE NEI NOSTRI CORPI

Durante otto mesi di lavoro, il team di Deep Science Ventures ha raccolto dati e testimonianze da scienziati, Ong e imprenditori, analizzando centinaia di studi. È emerso che oltre 3.600 sostanze chimiche provenienti da materiali a contatto con alimenti sono già presenti nel corpo umano, di cui 80 considerate particolarmente preoccupanti. I famigerati Pfas, noti come “sostanze chimiche eterne”, sono ormai rilevabili in quasi ogni essere umano e persino nell’acqua piovana.

L’esposizione prolungata a sostanze chimiche industriali è collegata a gravi problemi di salute: infertilità, aborti spontanei, disturbi neurologici, malattie epatiche e renali, solo per citarne alcuni. Il rapporto sottolinea in particolare il legame diretto tra l’esposizione ai pesticidi e i problemi riproduttivi.

ABBIAMO SUPERATO I LIMITI PLANETARI DI SICUREZZA

La ricerca, ricorda il Guardian, si aggiunge agli studi del Potsdam Institute for Climate Impact Research, secondo cui abbiamo già superato i limiti planetari per l’inquinamento chimico. Un recente report ha inoltre dichiarato che il mondo è in piena crisi della plastica, con effetti sanitari evidenti dall’infanzia alla vecchiaia.

I LIMITI DEI METODI DI CONTROLLO ATTUALI

Uno dei problemi principali è l’inefficacia dei sistemi di valutazione della tossicità. Secondo Macpherson, molte sostanze, in particolare quelle che interferiscono con il sistema endocrino, sfuggono ai controlli perché producono effetti anche a dosi molto basse, in modo non lineare, rendendo le analisi tradizionali inadeguate.

Deep Science Ventures si propone di lanciare imprese innovative per affrontare direttamente questi problemi. Anche se la questione riceve pochissimi finanziamenti rispetto al cambiamento climatico, Macpherson invita a non togliere fondi al clima, ma piuttosto ad aumentare l’attenzione verso la tossicità chimica.

LE SCELTE INDIVIDUALI POSSONO FARE LA DIFFERENZA

La buona notizia, secondo la ricerca, è che il cambiamento può partire anche dai comportamenti individuali. “Non serve una rivoluzione collettiva – afferma Macpherson -. Basta che le persone inizino a chiedere prodotti più sicuri”.

Lui stesso ha modificato le proprie abitudini: cucina con padelle in ghisa, evita di riscaldare cibo nella plastica e, dove possibile, consuma alimenti biologici, pur ammettendo che hanno un costo più elevato. Quando non è possibile acquistare bio, consiglia almeno di lavare accuratamente frutta e verdura.

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