Inquinanti eterni, bisfenoli, ftalati, metalli pesanti, pesticidi, composti organici volatili… almeno 3.601 sostanze chimiche, alcune delle quali particolarmente pericolose per la salute, presenti nel nostro corpo provengono da materiali che entrano in contatto con gli alimenti, come imballaggi o utensili da cucina – scrive Le Monde.
L’ESPOSIZIONE UMANA ALLE SOSTANZE CHIMICHE…
Questo impressionante numero è il risultato di uno studio innovativo pubblicato martedì 17 settembre sul Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology. Lo studio riferisce di una “diffusa esposizione umana alle sostanze chimiche a contatto con gli alimenti (FCC)”. Questa esposizione è fortemente sottostimata: 3.601, il doppio di quanto si pensava in precedenza. […]
Per arrivare a questa stima, gli autori hanno effettuato una revisione sistematica delle molecole a contatto con gli alimenti che sono state monitorate e rilevate negli studi di biomonitoraggio umano. Secondo la letteratura scientifica, sono state identificate poco più di 14.000 FCC. […]
…E LA LORO PRESENZA NEL CORPO UMANO
Di conseguenza, per circa un quarto (3.601) dei 14.402 FCC elencati, i ricercatori hanno trovato prove della loro presenza in campioni biologici (sangue, urina, siero, pelle, plasma, ecc.). Ancora più preoccupante è il fatto che circa 80 di questi composti chimici che entrano in contatto con gli alimenti appartengono alla categoria delle sostanze molto preoccupanti. Secondo la classificazione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche, si tratta di sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, oppure di sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche.
SOSTANZE NOCIVE IN ALIMENTI E OGGETTI DI TUTTI I GIORNI
“Uno dei problemi principali rimane il bisfenolo A, che continua ad essere utilizzato nei rivestimenti di bottiglie, lattine e scatole”, commenta Jane Muncke del Food Packaging Forum, uno dei coautori dello studio. L’Unione Europea ha in preparazione una bozza di regolamento, ma anche se dovesse essere adottata rapidamente, prevede periodi di transizione di almeno tre anni. Le persone continueranno quindi a essere esposte al bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti per un certo periodo di tempo.
Altre sostanze preoccupanti che migrano nell’organismo sono gli ftalati presenti nelle bottiglie di plastica, gli inchiostri di stampa nei vasetti degli alimenti per bambini, le resine melamminiche nelle stoviglie di plastica e i numerosi PFAS presenti nelle padelle antiaderenti, nelle teglie per muffin e negli imballaggi dei fast food: scatole per hamburger, kebab o pizza, coni per patatine fritte o popcorn, cannucce, ciotole o piatti fatti di fibre vegetali, ecc.
Questo lavoro evidenzia il fatto che i materiali a contatto con gli alimenti non sono totalmente sicuri, anche se conformi alle normative, perché sono una fonte di trasferimento di sostanze chimiche pericolose all’uomo. […]
GLI ANTIOSSIDANTI SINTETICI
I ricercatori lanciano anche un allarme per una categoria di sostanze chimiche per le quali mancano ancora studi sulla loro potenziale pericolosità: gli antiossidanti sintetici. Lo studio mostra che si trovano regolarmente negli imballaggi di plastica o nei contenitori da asporto. Il 2,4-di-tert-butilfenolo è un esempio di un comune prodotto di degradazione di un antiossidante sintetico, attualmente in fase di valutazione come interferente endocrino.
(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)