Le testate giornalistiche sono state avvertite di un “impatto devastante” sul pubblico online a causa della sostituzione dei risultati di ricerca con riassunti generati dall’intelligenza artificiale, dopo che un nuovo studio ha affermato che ciò causerebbe fino all’80% in meno di clic, riporta The Guardian.
La minaccia rappresentata dalle panoramiche AI di Google, che riassumono un risultato di ricerca con un blocco di testo, è rapidamente diventata una delle principali preoccupazioni dei proprietari dei media. Alcuni la considerano una minaccia esistenziale per i media che dipendono dal traffico generato dai risultati di ricerca.
I riassunti generati dall’intelligenza artificiale possono fornire agli utenti tutte le informazioni che cercano senza dover cliccare sulla fonte originale del contenuto. Nel frattempo, i link ai risultati di ricerca vengono spinti più in basso nella pagina, riducendo il numero di utenti che li trovano.
[…]Lo studio ha anche rilevato che i link a YouTube, di proprietà della società madre di Google, Alphabet, erano più evidenti rispetto al normale sistema di risultati di ricerca. La ricerca è stata presentata come parte di una denuncia legale all’autorità garante della concorrenza del Regno Unito sull’impatto delle panoramiche AI di Google.
Un portavoce di Google ha dichiarato in un comunicato che lo studio è “impreciso e basato su ipotesi e analisi errate”, utilizzando stime obsolete e una serie di ricerche che non rappresentano tutte le query che generano traffico per i siti web di notizie.
[…]Un secondo studio ha anche mostrato un forte calo del traffico di riferimento proveniente dalle panoramiche dell’IA di Google. Un’indagine durata un mese su quasi 69.000 ricerche su Google, condotta dal Pew Research Center, un think tank statunitense, ha rilevato che gli utenti cliccavano su un link sotto un riassunto dell’IA solo una volta ogni 100 volte.
Un portavoce di Google ha affermato che lo studio ha utilizzato “una metodologia errata e un set di query distorto che non è rappresentativo del traffico di ricerca”.
Alti dirigenti del settore dell’informazione affermano che Google ha ripetutamente rifiutato di condividere i dati necessari per calcolare l’impatto dell’uso dei riassunti AI.
Sebbene le panoramiche AI rappresentino solo una parte delle ricerche su Google, gli editori britannici hanno già dichiarato di sentirne gli effetti. Carly Steven, dirigente di MailOnline, ha affermato a maggio che il sito stava registrando un forte calo dei clic dai risultati di ricerca che includevano un riassunto AI, con un calo del 56,1% dei tassi di clic sul sito desktop e del 48,2% sui dispositivi mobili.
[…]“La situazione attuale è del tutto insostenibile e finirà per portare alla morte dell’informazione di qualità online”, ha affermato. “L’Autorità per la concorrenza e i mercati dispone degli strumenti necessari per affrontare questi problemi. Deve farlo con urgenza”.
Rosa Curling, direttrice di Foxglove, ha affermato che la nuova ricerca dimostra “l’impatto devastante che le ‘panoramiche AI’ di Google stanno già avendo sull’industria dell’informazione indipendente nel Regno Unito”.
“Sarebbe già abbastanza grave se Google si limitasse a rubare il lavoro dei giornalisti e a spacciarlo per proprio”, ha affermato. “Ma quel che è peggio è che sta utilizzando questo lavoro per alimentare i propri strumenti e i propri profitti, rendendo al contempo più difficile per i media raggiungere i lettori da cui dipendono per sostenere il proprio lavoro”.
(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di Epr Comunicazione)