Difficile immaginarsi la reazione del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, alla lettura, stamani, delle agenzie che riportavano l’intenzione da parte di Stellantis di raddoppiare entro il 2030 la propria produzione nell’impianto di Kenitra in Marocco, con un investimento da 1,2 miliardi di euro.
CROLLA LA PRODUZIONE DI STELLANTIS IN ITALIA
Perché la notizia segue di pochi giorni i dati sgranati come un rosario in un requiem da Fim-Cisl sull’ennesimo tracollo della produzione di Stellantis qui in Italia. A dir poco emblematica la situazione in cui versa Maserati: nel primo semestre del 2025 a Bologna, culla del Tridente, sono state prodotte solo 45 vetture sportive, con una flessione del 71,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le indiscrezioni di stampa che vogliono la scuderia destinata alla vendita (indiscrezioni prontamente e bruscamente smentite da Stellantis) sembrano ormai più mosse dalla pena e dalla volontà di sottrarla a questa lenta agonia che non da quella di ingenerare altra confusione.
Quel che è certo è che la quasi totalità di marchi e modelli procede ormai col freno a mano tirato, almeno con riferimento alle vetture prodotte qua in Italia. Con buona pace delle tante promesse e assicurazioni rivolte dall’azienda al governo che chiede da tempo che si ritorni al famoso – ormai parodistico – milione di vetture sfornate annualmente dalle fabbriche presenti nel nostro Paese. Se va bene quest’anno verranno raggiunte le 440mila unità, sottolineano i sindacati.
CONTINUA A CRESCERE QUELLA DI STELLANTIS IN MAROCCO
Il destino vuole che la medesima cifra possa essere sfornata dal solo impianto marocchino a Kenitra che il Gruppo presieduto da John Elkann intende potenziare ancora. Si legge infatti in un comunicato stampa del 2022, vergato in occasione di un investimento di Stellantis da 300 milioni di euro sempre nella regione: “Con l’annuncio odierno l’impianto è destinato a raddoppiare la propria capacità produttiva fino a raggiungere i 400.000 veicoli all’anno, a cui vanno aggiunti 50.000 esemplari dei veicoli elettrici: Citroën Ami e Opel Rocks-e. La piattaforma “smart car” nasce per sostenere ulteriormente la gamma di Stellantis che, entro il 2030 rappresenterà il 40% dell’offerta di mobilità della regione”.
CALENDA STRIGLIA URSO
Sebbene l’impressione è che la coperta, in questa situazione di crisi economica profonda per il Gruppo, sia così corta da non poter essere tirata da ambo i lati del Mediterraneo, non c’è alcuna volontà di mettere in correlazione le due situazioni. Solo la necessità di evidenziare, però, la curiosa contemporaneità di entrambe le notizie, quasi ci trovassimo di fronte a vasi comunicanti. Le correla pure Carlo Calenda, che il mondo dell’automotive lo conosce bene, sia per aver lavorato in Ferrari, sotto Luca Cordero di Monzemolo, sia per aver ricoperto il ruolo di ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
Urso ha capito male, il milione di veicoli era in Marocco. Occorre fare tre cose: 1) varare provvedimenti su energia e industria 4.0; 2) chiamare Elkann e chiedergli conto dell’ennesima presa per i fondelli; 3) mandare Urso a casa pic.twitter.com/qsRkWxwrR3
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) July 17, 2025
MONTEZEMOLO SUI MARCHI ITALIANI PRODOTTI ALL’ESTERO
Pure Luca Cordero di Montezemolo non aveva lesinato critiche, lo scorso settembre, all’attuale modus operandi di Stellantis che pare profondamente sbilanciato verso Paesi terzi a discapito della produzione nostrana: “Il marchio Lancia si produce ancora ma all’estero, forse in Spagna, sicuramente non più nel nostro Paese. Persino la Fiat Seicento, simbolo della nostra industria nel dopoguerra è prodotta in Polonia, mentre – aveva detto intervenendo alla mostra dedicata a Vincenzo Lancia – i nostri stabilimenti sono vuoti e gli operai vengono umiliati dalla cassa integrazione. Ci sarebbe da indignarsi, ma sento solo un silenzio assordante”.