Punti chiave:
- Cina e Usa sono impegnate in una corsa all’intelligenza artificiale generale (AGI), che potrebbe rivoluzionare l’economia e la geopolitica; chi arriverà per primo dominerà globalmente, ma gli Usa rischiano di perdere terreno.
- La Cina guida in 57 delle 64 tecnologie chiave (contro le 3 del 2007), grazie a investimenti massicci in ricerca, università Stem e aziende come Huawei e BYD, mentre l’amministrazione Trump si concentra su dazi e politiche retrograde.
- Gli economisti Autor e Hanson avvertono che gli Usa devono collaborare con alleati come Ue e Regno Unito, promuovere innovazione e attrarre aziende cinesi per trasferimenti tecnologici, invece di isolarsi con dazi e attacchi alla scienza.
La corsa verso l’intelligenza artificiale generale (AGI), punto in cui le macchine supereranno l’intelligenza umana, è diventata una competizione geopolitica tra Cina e Usa, con centinaia di miliardi investiti annualmente. Jeremy Warner avverte che la Cina, con il suo approccio sistematico, sta superando gli Usa, guidando in 57 delle 64 tecnologie chiave secondo l’Australian Strategic Policy Institute, grazie a università Stem, aziende leader come Huawei e BYD, e controllo delle catene di fornitura, come i minerali rari.
Gli Usa, sotto Trump, si concentrano su dazi indiscriminati e politiche che alienano alleati, scienziati e talenti stranieri, minando il dollaro e ignorando la necessità di innovazione. David Autor e Gordon Hanson, noti per aver descritto il “China shock” che ha distrutto posti di lavoro Usa, evidenziano che la nuova minaccia è il dominio cinese nelle tecnologie della quarta rivoluzione industriale. Propongono di collaborare con Ue, Giappone e Regno Unito, replicare politiche industriali cinesi e attrarre investimenti cinesi per trasferimenti tecnologici, come fece la Cina con l’Occidente.
Invece, Trump attacca la ricerca scientifica e insiste su una deindustrializzazione superata, rischiando di cedere alla Cina il primato nell’IA. Warner avverte che se la Cina vincerà, rimodellerà il mondo secondo il suo modello autoritario, lontano dalla democrazia liberale immaginata da Fukuyama. Il Regno Unito, conclude, non deve seguire l’errore Usa, ma investire per non restare indietro in questa corsa cruciale.
(The Daily Telegraph, Jeremy Warner, 17 Jul 2025)