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Ecco quando l’Arabia Saudita potrà salire a bordo del Gcap

Riyadh e altri potenziali partner potrebbero aderire al programma Gcap solo dopo che l'organizzazione trilaterale Gigo e la joint venture Edgewing avranno firmato il loro primo contratto internazionale, previsto entro la fine dell'anno

Giappone, Regno Unito e Italia aperti all’adesione dell’Arabia Saudita al Global Combat Air Programme (Gcap), il programma trilaterale per lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione.

I tre paesi hanno un tacito accordo sul fatto che Riyadh possa essere autorizzata a partecipare al loro programma di sviluppo di aerei da combattimento, ma solo una volta che il progetto multimiliardario sarà ben avviato e i partner avranno chiarito tutte le questioni in sospeso, comprese le preoccupazioni sulla condivisione tecnologica. Lo riporta Japan Times, citando fonti ben informate.

Il programma Gcap, che ha preso il via con la convenzione firmata tra i tre Paesi a dicembre 2023, ha previsto la nascita di una organizzazione governativa (Gigo) e di una alleanza industriale con una jv tra le aziende capofila (Leonardo per l’Italia, Bae Systems per il Regno Unito e Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone), costituita lo scorso dicembre.

Ciò significa che Riyadh e altri potenziali partner futuri potrebbero probabilmente aderire al Global Combat Air Program solo dopo che la Gcap International Government Organization (Gigo) e la joint venture Edgewing avranno firmato il loro primo contratto internazionale, previsto entro la fine di quest’anno.

A inizio settimana, il 7 luglio, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e gli omologhi giapponese e inglese hanno preso parte ad un incontro in videoconferenza, confermando tra i vari punti che sarà “accelerato tutto il lavoro necessario per concludere il primo contratto internazionale tra la Gigo ed Edgewing entro la fine dell’anno in corso”.

Tutti i dettagli.

AL VIA LA JOINT-VENTURE EDGEWING

È nata ufficialmente il mese scorso la joint venture tra la britannica Bae Systems Limited, la giapponese Japan Aircraft Industrial Enhancement (Jaiec) e l’italiana Leonardo per il Gcap, il progetto per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione guidato dal Regno Unito, Italia e Giappone.

Si chiama Edgewing e sarà responsabile della progettazione e dello sviluppo del nuovo caccia di sesta generazione del programma Gcap. La società avrà il ruolo di autorità progettuale per l’intero ciclo di vita del prodotto, la cui operatività è prevista oltre il 2070. I tre partner industriali del Gcap – Bae Systems, Leonardo e Jaiec – detengono una quota paritetica di Edgewing, ovvero ciascuno il 33%. A guidare per primo Edgewing è Marco Zoff, già managing director della Divisione Velivoli di Leonardo.

La direzione della jv ha sede nel Regno Unito, per garantire il massimo grado di allineamento e collaborazione con l’Organizzazione Governativa Internazionale Governativa Gcap (Gigo), anch’essa con sede centrale nel Regno Unito, nella città inglese di Reading.

IL COLLOQUIO TRA I TRE MINISTRI DELLA DIFESA

Come già detto, lo scorso 7 luglio i tre Ministri della Difesa dei paesi partner “si sono felicitati per l’annuncio fatto dai rappresentanti dell’industria il 20 giugno scorso sul lancio ufficiale di Edgewing” e “hanno anche salutato l’apertura della nuova sede della Global Combat Air Programme (Gcap) International Government Organization (Gigo) e di Edgewings a Reading.”

Inoltre, i tre Ministri “hanno riaffermato il loro forte impegno personale nel programma e confermato che verrà accelerato tutto il lavoro necessario per concludere il primo contratto internazionale tra la Gigo ed Edgewing entro la fine dell’anno in corso. Hanno anche parlato di approfondire la cooperazione trilaterale per raggiungere gli obiettivi condivisi del Gcap per assicurarne il successo continuativamente.”

L’INGRESSO DELL’ARABIA SAUDITA

Ma al programma per il sistema di combattimento aereo del futuro di Londra, Roma e Tokyo aspirano ad aderire anche altri paesi.

Già la scorsa estate il principe ereditario e leader de facto Mohammed Bin Salman ha chiesto al Regno Unito, al Giappone e all’Italia di diventare partner a pieno titolo nel nel programma congiunto, in una mossa sostenuta dal governo britannico, come riportava il Financial Times.

“Non vi sono preclusioni all’adesione dell’Arabia Saudita al programma, ma prima dobbiamo definire determinati criteri e chiarire tutti i punti”, ha affermato una fonte dopo che i ministri della Difesa dei paesi partner del Gcap hanno tenuto lunedì una riunione virtuale sul programma, rileva ancora JapanTimes.

Riad sta valutando di contribuire finanziariamente al Gcap come Paese partner, e di acquistare esemplari del nuovo caccia che Giappone, Regno Unito e Italia puntano a sviluppare e produrre entro il 2035. Lo scorso gennaio la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha espresso un parere positivo in merito all’ipotetica partecipazione di Riad al programma.

E ad aprile anche il ministro della Difesa, Crosetto ha ribadito che Roma è favorevole all’adesione dell’Arabia Saudita al programma Gcap, portandolo come un esempio di come la cooperazione in materia di difesa possa essere estesa a paesi extraeuropei. “La scelta del Giappone è stata fondamentale in questo senso, così come lo sarebbe l’Arabia Saudita, che ha bisogno di crescita tecnologica e dispone di maggiori risorse rispetto ai nostri tre paesi”, aveva affermato il ministro della Difesa.

Tuttavia, Riad sarebbe stata incoraggiata ad acquisire prima il know-how industriale e l’esperienza necessari, acquistando i caccia Eurofighter Typhoon e allestendo linee di assemblaggio per i velivoli.

E NON SOLO

Infine, anche diversi altri paesi sarebbero interessati ad aderire al progetto, e la fonte di Japan Times afferma che tra questi ci sono “un paio di altri paesi europei”, oltre a un’altra nazione in Medio Oriente e un’altra in Asia.

L’Arabia Saudita non è infatti l’unico paese interessato ad aderire al progetto per il sistema di combattimento aereo di prossima generazione. Di recente anche l’Australia ha confermato un incontro “informativo” con i partner del Gcap, come riportato Flight Global. E dopo Canberra, anche il Canada guarda al programma trilaterale per lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo di sesta generazione di Italia, Giappone e Regno Unito.

Ciò che è chiaro è che qualsiasi ingresso di un nuovo partner richiederebbe il consenso unanime dei tre paesi del Gcap.

 

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