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La partita del nuovo ordine mondiale: il quadrimestrale di Start Magazine

Quali sono le potenze che siedono al tavolo del grande gioco del nuovo ordine mondiale? Le regole delle vecchie competizioni sono ancora valide oppure le carte sono state irrimediabilmente rimescolate? Temi e approfondimenti nel numero di luglio del quadrimestrale di Start Magazine

Il grande gioco della politica internazionale spesso conduce gli attori ad approdi antitetici rispetto a quelli dichiarati. Nel delta tra le intenzioni – autentiche o insincere – e la realtà si dispiegano le strategie della partita del nuovo ordine mondiale.

Donald Trump è arrivato alla Casa Bianca promettendo di sancire la pace tra Ucraina e Russia entro il tre febbraio, a tre giorni dal suo insediamento. Dopo soli quattro mesi gli Usa si sono ritrovati a combattere nella “Guerra dei dodici giorni” al fianco di Israele, contro gli arcinemici iraniani.

Al tavolo da gioco del nuovo ordine mondiale non sono sedute solo le superpotenze, economiche o militari, ma anche le medie potenze regionali con ambizioni di ascesa internazionale. Stati Uniti, Cina, Russia ma anche Turchia, India e gli stati della Penisola araba, tutti partecipano al teatro della politica internazionale e al rimescolamento degli equilibri.

Un gioco nel quale fatica a trovare un ruolo l’Unione europea, che avrebbe tutte le carte in regola, in termini di forza economica, storia, cultura, solidità e pervasività delle relazioni, per essere una superpotenza. Ad appesantire il volo del Vecchio continente è il coro di voci e interessi spesso contrapposti che non riescono a confluire in una posizione internazionale univoca e riconoscibile.

In questa confusione è piombata l’indisponibilità statunitense a continuare a interpretare il ruolo di “gendarme” del mondo occidentale. Un’imposizione che ha convinto gli alleati della Nato ad aumentare le spese militari al 5% e l’Unione europea a dotarsi del ReArmEu, uno strumento per finanziare le spese per la propria difesa. L’amministrazione Trump, in realtà, è passata a incassare i risultati di un lavorio che parte da lontano, almeno dalla prima presidenza Obama.

Ha un posto nella partita del nuovo ordine mondiale anche la competizione per i territori del nord artico. Terre estreme, a lungo ai margini della storia dell’uomo, che stanno conoscendo due diverse criticità: le ripercussioni del cambiamento climatico e il dispiegamento delle tensioni geopolitiche internazionali.

È il tempo della contesa, che dalla Terra si sposta anche nello spazio, e dell’emersione di nuovi, agguerriti, giocatori.

La partita del nuovo ordine mondiale”, secondo numero nel 2025 del quadrimestrale di Start Magazine, affronta ciascuno di questi aspetti, ciascuna di queste incarnazioni della politica della potenza.

Kevin D. Roberts, presidente della Heritage Foundation, ci ha condotti sulla nuova rotta degli Stati Uniti, Aarti Holla-Maini, direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio Extra-atmosferico, ha spiegato quanto sia lontana la Luna senza cooperazione, mentre Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana, ci ha aiutato a interpretare i primi passi del Pontificato di Leone XIV nel policentrismo del potere mondiale.

A questo numero hanno collaborato con articoli, colloqui o interviste (in rigoroso ordine alfabetico): Alessandro Albanese Ginammi, Gregory Alegi, Simona Aziz, Ettore Bellavia, Vincenzo Camporini, Francesco D’Arrigo, Giacomo Di Capua, Marco Dordoni, Germano Dottori, Sofia Falanga, Aarti Holla-Maini, Giorgio La Malfa, Edoardo Lisi, Filippo Lubrano, Giampiero Massolo, Gabriele Natalizia, Antonino Neri, Marco Orioles, Alessandro Panaro, Vittorio Emanuele Parsi, Gabriele Rosana, Roberto Regoli, Kevin D. Roberts, Giulio Sapelli, Alessandro Sperandio, Lorenzo Tessoni e Fabio Turco.

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