Il Regno Unito ha annunciato che acquisterà, all’interno di un più generale aumento delle spese per la difesa, dodici aerei da caccia modello F-35A capaci di trasportare armi nucleari tattiche. “In un’epoca di radicale incertezza non possiamo più dare per scontata la pace, ed è per questo che il mio governo sta investendo nella nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato il primo ministro Keir Starmer.
IL REGNO UNITO SI AVVICINA AGLI STATI UNITI?
Grazie agli F-35A il Regno Unito si garantirà la possibilità di trasportare armi nucleari per via aerea per la prima volta dalla fine della Guerra fredda: ad oggi, infatti, il deterrente nucleare britannico si basa esclusivamente sui sottomarini classe Trident.
L’acquisto, inoltre, potrebbe essere un segnale di avvicinamento agli Stati Uniti, dato che gli F-35A sono prodotti da un’azienda americana (la Lockheed Martin) e che sarà probabilmente Washington a fornire a Londra la bomba nucleare B61 trasportabile dagli aerei in questione.
“POSSIAMO REALMENTE CONTARE SUGLI STATI UNITI?” LE DOMANDE DI ETTORE FRANCESCO SEQUI
“Esiste o non esiste una tendenza verso la separazione tra la sicurezza dell’Europa e quella degli Stati Uniti? Possiamo realmente contare sugli Stati Uniti?”, si è domandato a Omnibus, su La7, il diplomatico Ettore Francesco Sequi, ex-segretario del ministero degli Esteri ed ex-ambasciatore in Cina. “In caso di attacco a un partner europeo, gli Stati Uniti interverranno in termini militari?”, ha aggiunto, commentando alcune ambiguità interpretative dell’articolo 5 della Nato.
Sequi ha collegato questa incertezza sull’impegno militare americano in difesa dei suoi alleati alla rinascita del dibattito sulla deterrenza nucleare – la più efficace – in diversi paesi europei, a cominciare da Francia e Germania, ma anche in Corea del sud, ad esempio.
I SUDCOREANI SONO FAVOREVOLI ALLE ARMI NUCLEARI
Stando a un recente sondaggio, il 74 per cento dei sudcoreani pensa che la Corea del sud dovrebbe dotarsi di armi nucleari se la comunità internazionale dovesse riconoscere la Corea del nord come uno stato dotato di armi nucleari.
L’OMBRELLO NUCLEARE DELLA FRANCIA PER L’EUROPA: PRO E CONTRO
Nei mesi scorsi il presidente francese Emmanuel Macron ha suggerito che la Francia – unico paese dell’Unione europea in possesso di armi atomiche – potrebbe estendere la sua deterrenza nucleare all’intero blocco.
Un ombrello nucleare francese “cambierebbe la postura della deterrenza continentale, ma si tratterebbe sempre sostanzialmente di una deterrenza francese, perché il controllo di quelle armi nucleari sarebbe ancora nelle mani dei francesi”, aveva spiegato a Startmag Marco Di Liddo, direttore del Centro Studi Internazionali (Cesi): “quindi deciderebbero loro, secondo la loro dottrina e secondo le loro scelte politiche, quando e come utilizzarlo. In assenza di una governance europea e unica, quindi di un esercito europeo unico, di un’Europa federale, è impossibile pensare ad un ombrello nucleare continentale, quindi europeo a tutti gli effetti”.
“L’ombrello rimane francese”, aveva detto Jean-Pierre Darnis, docente di Relazioni internazionali alla Luiss, nel podcast di Ruggero Po su Startmag. Ma “si potrebbe pensare a una cosa non troppo complicata, ovverosia degli aerei francesi dotati di bomba nucleare predisposti su basi ad esempio in Germania, che rimangono sotto l’autorità francese, rimane una decisione politica non condivisa, ma è una chiara manifestazione di presenza – in termini di dissuasione si chiama ‘postura’ – che dimostra a potenziali aggressori, quindi alla Russia, che in caso di attacco le forze sono predisposte”.
LA DETERRENZA NUCLEARE TRA UCRAINA E IRAN
A proposito di deterrenza nucleare, nel 2023 l’ex-presidente degli Stati Uniti Bill Clinton si disse pentito per aver convinto, nel 1994, l’Ucraina a cedere le sue armi nucleari alla Russia per lo smantellamento: a suo dire, se l’Ucraina fosse rimasta in possesso delle armi atomiche non sarebbe stata invasa dalla Russia nel 2014 e poi, su più larga scala, nel 2022.
L’attuale presidente Donald Trump, in risposta ad alcune ricostruzioni giornalistiche che ridimensionerebbero i risultati dei bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani – le cui sezioni critiche non sarebbero state distrutte, pare -, ha dichiarato che il programma nucleare di Teheran “è andato”. “L’ultima cosa che vogliono fare ora gli iraniani è arricchire l’uranio, non costruiranno la bomba per molto tempo”.