La Competition and Markets Authority (Cma), ovvero l’autorità antitrust del Regno Unito, ha proposto di assegnare a Google lo Strategic Market Status (Sms), uno strumento che le consentirebbe di ottenere un maggiore controllo su come il colosso tecnologico statunitense gestisce i servizi di ricerca. Una decisione definitiva è attesa per ottobre.
In caso di conferma della designazione, la prima proposta nell’ambito del nuovo regime regolatorio per le big tech, la Cma potrà introdurre interventi specifici per garantire un posizionamento più equo delle imprese nei risultati di ricerca.
A oggi Google rappresenta oltre il 90% delle ricerche effettuate nel Regno Unito.
MISURE PREVISTE PER PROMUOVERE CONCORRENZA E TRASPARENZA
La Cma ha pubblicato un piano che delinea le azioni prioritarie nel caso in cui Google venga ufficialmente designata con lo status Sms. Tra queste ci sarebbero l’introduzione di schermate di scelta che permettano agli utenti di selezionare tra diversi motori di ricerca; l’applicazione di principi di ranking equi per le aziende presenti nei risultati di ricerca, oltre che maggiore trasparenza e controllo per gli editori i cui contenuti appaiono nei risultati.
Secondo l’autorità, Google dovrebbe anche rendere i propri dati più facilmente trasferibili, per favorire l’ingresso di nuove imprese con prodotti innovativi sul mercato.
Infine, l’antitrust britannico ha annunciato che prevede ulteriori azioni a partire dal 2026 per affrontare questioni più complesse, come il trattamento riservato da Google ai motori di ricerca specializzati concorrenti e la trasparenza e il controllo nella pubblicità associata alla ricerca.
L’IMPATTO DI GOOGLE SULLE ABITUDINI DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE
“Google è lo strumento di ricerca leader a livello mondiale e svolge un ruolo importante nella vita di tutti noi, con una persona media nel Regno Unito che effettua dalle 5 alle 10 ricerche al giorno. È altrettanto fondamentale per oltre 200.000 aziende britanniche che si affidano a Google per raggiungere i propri clienti”, ha affermato la direttrice esecutiva della Cma, Sarah Cardell, aggiungendo però “che esistono modi per rendere questi mercati più aperti, competitivi e innovativi”.
Cardell ha osservato che l’annuncio rappresenta un momento significativo nell’attuazione del nuovo Regime di concorrenza dei mercati digitali del Regno Unito. Oltre alla proposta di designazione di Google, la Cma ha delineato una serie di possibili interventi futuri.
“Insieme alla nostra proposta di designare le attività di ricerca di Google – ha spiegato Cardell -, abbiamo delineato una tabella di marcia per possibili azioni future volte a migliorare i risultati per le persone e le imprese nel Regno Unito. Questi interventi mirati e proporzionati offrirebbero alle aziende e ai consumatori britannici maggiore scelta e controllo su come interagiscono con i servizi di ricerca di Google – oltre a sbloccare ulteriori opportunità di innovazione nel settore tecnologico del Regno Unito e nell’economia in generale”.
LA PREOCCUPAZIONE DI GOOGLE
La conferma della designazione non implicherebbe che Google abbia agito in modo anticoncorrenziale, ma aprirebbe la strada a misure volte a regolare il funzionamento dei suoi servizi di ricerca nel Regno Unito.
Secondo quanto riferito da Bloomberg, per Google l’annuncio rappresenta “sfide concrete” per aree cruciali del proprio business. Attraverso il suo direttore per la concorrenza, Oliver Bethell, l’azienda ha dichiarato: “Siamo preoccupati che l’ambito delle considerazioni della Cma resti troppo ampio e poco definito, con una serie di interventi in esame prima ancora che siano state presentate prove concrete”.
Google, ricorda la testata economica britannica, sta già affrontando una multa record da 4,1 miliardi di euro imposta dall’Unione europea per violazioni antitrust, mentre un giudice statunitense sta valutando se smembrare l’azienda, imponendole anche di vendere il browser Chrome.