“Ho una crescente sensazione che tutto ciò che ho imparato negli ultimi 30 anni mi abbia portato a questo momento”. Ha commentato così Jony Ive, il papà del design dell’iPhone e del MacBook, la collaborazione con OpenAI, che ha deciso di acquistare per 6,5 miliardi di dollari la sua startup di hardware io Products per “creare una famiglia di prodotti per l’era dell’intelligenza generativa”.
L’acquisizione – la più grande nella storia di OpenAI – potrebbe mettere ancora più sotto pressione il colosso di Cupertino, che negli ultimi anni ha avuto difficoltà a sviluppare funzionalità di IA in grado di competere con i principali attori del settore. Inoltre l’azienda guidata da Sam Altman, che ha raggiunto una valutazione di 300 miliardi di dollari, non è intenzionata a fermarsi qui e sta infatti valutando anche l’acquisto della società di software per la programmazione AI Windsurf, in un’operazione da 3 miliardi di dollari.
L’ACCORDO TRA OPENAI E IO PRODUCTS
Di fronte a un caffè, in un bar come due vecchi amici, Ive e Altman hanno annunciato con un video la loro partnership, iniziata due anni fa e arrivata ieri al suo apice con l’acquisizione di io Products da parte di OpenAI. A marzo, The Information aveva riferito che le due aziende stavano discutendo la costruzione di un dispositivo che avrebbe portato in vita una versione della tecnologia del film “Her”.
io Products, che si occupa di hardware, è stata fondata nel 2023 da Ive e da altri ingegneri che facevano parte della sua squadra in Apple, tra cui Scott Cannon, Evans Hankey e Tang Tan.
Sam & Jony introduce io pic.twitter.com/ej5K59kJq3
— OpenAI (@OpenAI) May 21, 2025
CHI FARÀ PARTE DEL PROGETTO
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Ive, a differenza di Cannon, Hankey e Tan, non si unirà a OpenAI e la sua società di design LoveFrom continuerà a essere indipendente, ma si occuperà del design di tutti i prodotti dell’azienda diretta da Altman, compreso il software.
Come parte dell’acquisizione, si uniranno, invece, a OpenAI circa 55 ingegneri hardware, sviluppatori software ed esperti di produzione.
“Abbiamo riunito i migliori ingegneri hardware e software, i migliori tecnologi, fisici, scienziati, ricercatori ed esperti in sviluppo prodotto e produzione – hanno detto Ive e Altman in un post congiunto -. Molti di noi hanno lavorato insieme per decenni. Il team di io Products, concentrato sullo sviluppo di prodotti che ispirano, potenziano e abilitano, ora si fonderà con OpenAI per lavorare in modo più intimo con i team di ricerca, ingegneria e prodotto di San Francisco”.
COSA ASPETTARSI
I primi dispositivi che il team rilascerà sono attesi per il 2026 ma viene da chiedersi se questo rappresenterà un problema per Apple. Stando a The Verge, il primo prodotto non è destinato a essere un “killer” dell’iPhone. “Così come lo smartphone non ha fatto sparire il laptop, non credo che il nostro primo prodotto farà sparire lo smartphone, è una cosa completamente nuova”, ha detto Altman.
Tuttavia, né Ive né il Ceo di OpenAI hanno minimizzato l’entusiasmo. Il primo prodotto su cui il team ha lavorato “ha letteralmente catturato la nostra immaginazione – ha detto il designer nel video -. Sono assolutamente certo che siamo letteralmente sull’orlo di una nuova generazione di tecnologia che può aiutarci a diventare la nostra versione migliore”.
“Jony mi ha recentemente dato uno dei prototipi del dispositivo per la prima volta da portare a casa, e sono stato in grado di viverci, e penso che sia il pezzo di tecnologia più straordinario che il mondo abbia mai visto”, ha aggiunto Altman.
Altman e LoveFrom, stando al Wall Street Journal, starebbero collaborando già da due anni e hanno considerato opzioni come cuffie e dispositivi con fotocamere.
IVE E ALTMAN SPAZZERANNO VIA APPLE?
Tutto questo, osserva Bloomberg, si aggiunge alle sfide di Apple, che ha perso terreno rispetto ai concorrenti della Silicon Valley nel campo dell’intelligenza artificiale. La sua piattaforma di IA lanciata lo scorso anno è meno avanzata rispetto a quelle rivali e dipende in parte proprio da ChatGPT di OpenAI per colmare alcune lacune.
Ieri le azioni Apple sono scese fino al 2,3% a New York e dall’inizio dell’anno al giorno prima della notizia avevano già perso il 17%.
“Jobs una volta aveva descritto Ive come il suo ‘partner spirituale’ e questa nuova avventura nel design di tecnologie rivali – afferma la testata economica – potrebbe essere vista come un cattivo presagio per Apple”.