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Nvidia e OpenAi festeggeranno per l’accordo di Trump con gli Emirati sui microchip

La visita di Trump negli Emirati Arabi Uniti dovrebbe portare all'annuncio di un grande accordo sui microchip per l'intelligenza artificiale con G42. È un'ottima notizia per Nvidia e OpenAi; G42, però, è sospettata di legami con la Cina. Tutti i dettagli.

Oggi inizia il viaggio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel golfo Persico, dove visiterà l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Il viaggio sarà probabilmente l’occasione per l’annuncio di accordi economici nei settori della difesa e della tecnologia, in particolare; a questo proposito, sembra che l’amministrazione Trump stia valutando una grossa vendita di microchip per l’intelligenza artificiale a un’azienda tecnologica emiratina chiamata G42. Se così dovesse essere, sarebbe una notizia notevole perché in passato G42 era stata messa sotto osservazione dalle autorità americane per i suoi legami con la Cina, cioè la stessa nazione che gli Stati Uniti vogliono tagliare fuori dal commercio di semiconduttori avanzati.

Secondo il New York Times, le trattative con G42 hanno creato una frattura all’interno dell’amministrazione Trump tra chi, per ragioni economiche, è favorevole all’accordo e chi, più attento alla tutela della sicurezza nazionale, teme che quei microchip possano finire in mani cinesi o venire utilizzati dagli Emirati in modo improprio (ad esempio per lo sviluppo di sistemi militari o di sorveglianza).

LE DIFFERENZE DI APPROCCIO TRA BIDEN E TRUMP

Stando alle fonti del New York Times, l’amministrazione Trump ha intenzione di stipulare degli accordi diretti sui microchip per l’intelligenza artificiale con i paesi del Golfo in modo da aumentare l’influenza degli Stati Uniti sulla regione. La precedente amministrazione di Joe Biden aveva seguito un approccio diverso: si era opposta, cioè, a questo genere di intese perché temeva di consegnare alle autocrazie mediorientali – spesso legate alla Cina, peraltro – un vantaggio nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

In rottura con la gestione precedente, però, l’amministrazione Trump intende rimuovere le restrizioni al commercio di microchip avanzati elaborate da Biden, che prevedevano l’istituzione di tre gruppi di paesi sulla base del loro grado di alleanza o di allineamento con gli Stati Uniti: maggiore l’allineamento, maggiori le possibilità di accesso ai semiconduttori americani. Sia l’Arabia Saudita che gli Emirati Arabi Uniti si erano lamentati per essere stati inseriti nel secondo gruppo, sostenendo che questo avrebbe limitato parecchio le loro possibilità di acquisire i chip per l’intelligenza artificiale.

LE TRATTATIVE CON G42

Nonostante l’accordo non sia stato ancora chiuso, sappiamo che questo consentirà a G42 di accedere ai microchip statunitensi con una supervisione limitata: una parte dei componenti verrà indirizzata a una partnership tra l’azienda emiratina e OpenAi, la società che ha sviluppato ChatGpt, mentre un’altra parte andrà direttamente a G42.

Gli Emirati Arabi Uniti puntano a diventare un polo globale dell’intelligenza artificiale, in modo da diversificare la loro economia al di là del petrolio. L’accordo, se andrà in porto, farà di G42 una delle aziende di intelligenza artificiale più avanzate al di fuori degli Stati Uniti; ma probabilmente si rivelerà anche molto positivo sia per i conti di Nvidia, l’azienda che domina il mercato dei processori avanzati (e che aveva criticato le restrizioni di Biden), sia per i piani di OpenAi, che vuole espandersi in Medioriente.

COSA FA G42…

G42 è una delle principali aziende emiratine di intelligenza artificiale: è controllata da Tahnoon bin Zayed al Nahyan (il consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati) ha sviluppato un modello linguistico in arabo ed è affiancata da un fondo di investimento tecnologico da 10 miliardi di dollari e da una società biomedicale.

Sono anni che G42 cerca, con difficoltà, di accedere ai microchip avanzati statunitensi: nonostante abbia negato ogni associazione, le agenzie di spionaggio americane hanno sottolineato le sue collaborazioni con le società cinesi, inclusa Huawei, e di conseguenza il rischio che possa diventare un canale di trasferimento tecnologico alla Cina.

Nel 2024 G42 ha raggiunto una partnership tecnologica con Microsoft: Microsoft si occupava della gestione dei microchip e dello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale, mentre G42 poteva vendere in licenza i servizi di Microsoft basati su quei microchip. L’azienda emiratina, però, voleva disporre della capacità di gestire direttamente i processori in questione: G42 aveva chiesto all’incirca 200.000 chip per la partnership con Microsoft, più altri 500.000 (entro il 2026) da gestire in prima persona.

… E COSA C’ENTRA OPENAI

Sam Altman, amministratore delegato di OpenAi, ha fatto molte pressioni sul governo statunitense per indurlo ad approvare più vendite di chip in Medioriente. Tra i principali finanziatori di OpenAi c’è Mgx, una società di investimento emiratina dedicata alle tecnologie di intelligenza artificiale. Mgx partecipa, come sostenitrice, anche al progetto Stargate di OpenAi con Oracle e SoftBank.

UN ACCORDO SUI MICROCHIP ANCHE CON L’ARABIA SAUDITA?

Dal viaggio di Trump nel golfo Persico ci si aspetta anche un accordo sui microchip con l’Arabia Saudita che fornirà alla società Humana l’accesso a “decine di migliaia di semiconduttori e di supporto tecnologico” – così ha scritto il New York Times – da Nvidia e da Advanced Micro Devices.

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