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Caew

Tutto sull’aereo spia G550 Caew comprato dall’Italia

L'Italia punta ad acquisire un ulteriore jet Gulfstream G550, una piattaforma che fungerà da banco di prova dedicato per sistemi avanzati di intelligence e guerra elettronica sviluppati dall'industria nazionale

L’Italia acquisterà un ulteriore aereo radar G550 da destinarsi esclusivamente alla ricerca, sviluppo e testing di nuove funzionalità sviluppate dall’industria nazionale.

È quanto si legge nello schema di decreto ministeriale assegnato a Camera e Senato lo scorso 16 aprile: Programma pluriennale di A/R n. SMD 19/2024, relativo alla prosecuzione dei già avviati ed approvati programmi di A/R n. SMD 03/2020 e SMD 37/2021, finalizzati alla progressiva implementazione di suite operative “Multi-Missione MultiSensore” (MMMS) su piattaforma condivisa Gulfstream G550 “Green” base JAMMS.

Un test bed nazionale, parrebbe di capire, per la valutazione di sistemi realizzati dall’industria nazionale, Leonardo piuttosto che ELT Group, osservava ieri Rid.

Nel 2020 l’allora governo Conte ha deciso di potenziare la flotta, prevedendo l’acquisto di altri 8 velivoli.

Come ricordava di recente Repubblica, “il Gulfstream Caew è uno dei sistemi più avanzati del pianeta e costa mezzo miliardo di euro. Sorveglia tutto in un raggio di 370 chilometri: cielo, terra, mare, localizzando e seguendo una barchetta o un furgone”.

Pertanto, a regime, la Difesa italiana disporrà di una flotta di 10 G550 “speciali” in configurazione CAEW, SIGINT e EA, precisa ancora Rid.

Tutti i dettagli.

LE CARATTERISTICHE DEL CAEW

Il velivolo Caew — si legge sul sito dell’Aeronautica — è un sistema multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni, strumentale alla supremazia aerea e al supporto alle forze di terra. È basato su piattaforma commerciale Gulfstream G550, successivamente modificata in parte dalla ditta costruttrice stessa (Type A modification) Gulfstream Aerospace di General Dynamics, ed in parte dalla Ditta Elta Systems Ltd ad Ashdod, Israele, con l’allestimento ed il montaggio dei sistemi di missione (Type B modification).

“Una sorta di posto comando volante” lo aveva definito l’ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso. “Attraverso funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni, è in grado di offrire alla Difesa italiana un contributo operativo fondamentale in termini di Information Superiority” aveva precisato Rosso.

Inoltre, la “capacità AEW-BM&C (Airborne Early Warning, Battlefield Management & Communication) fornita dal velivolo Caew rappresenta un indispensabile strumento per assicurare un’adeguata estensione della capacità di sorveglianza dello spazio aereo nazionale” sottolinea l’Aeronautica.

LA FLOTTA ITALIANA

L’Italia ha acquistato due velivoli Caew nell’ambito di un accordo governativo con Israele nel 2003 che prevedeva la vendita di addestratori Leonardo M346.

Nel 2020 l’allora governo Conte ha deciso di potenziare la flotta, prevedendo l’acquisto di altri 8 velivoli.

Inoltre, nel dicembre 2021 le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno dato parere favorevole al “programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento A/R n. SMD 37/2021, configurantesi quale pianificata 2° tranche del già avviato ed approvato programma di A/R n. SMD 03/2020 (“Piattaforma Aerea Multi-Missione, Multi-Sensore”).

LE RISORSE

La scheda tecnica ricorda, inoltre, che la 1° fase del programma, avviata con la SMD 03/2020, risulta finanziata per un ammontare di 1, 2 miliardi di euro; mentre la 2° fase, avviata con la SMD 37/2021, risulta finanziata per un ammontare di 925 milioni di euro.

L’onere previsionale complessivo dell’impresa in esame (3 a fase) è stimato in 1,632 miliardi di euro, di cui risulta finanziata una quota parte pari a 638,00 milioni di euro a valere sugli stanziamenti derivanti da capitoli del settore del Bilancio Ordinario del Ministero della Difesa nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Tale quota, già completamente finanziata, è finalizzata a completare le attività previste dal decreto SMD 37/2021 per l’integrazione dei sistemi di missione su quattro velivoli G550 avviati alle modifiche conformal e ad avviare il supporto logistico iniziale degli assetti nella configurazione FMC (Full Mission Capability).

COSA PREVEDE LA TERZA FASE DEL PROGRAMMA

Il completamento della 3° fase del programma in esame, si legge nello schema di decreto, per il restante valore previsionale complessivo di 994,1 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti finanziari finalizzati per: le modifiche alla configurazione FMC dei rimanenti velivoli “Green Base JAMMS”; l’avvio di un supporto logistico articolato su step incrementali in relazione al completamento della capacità MMMS e al consolidamento dei 10 assetti FMC; un’adeguata copertura finanziaria in relazione all’ escalation dei prezzi relativamente ai costi inizialmente stimati all’avvio del programma nel 2020 ed a causa dell’imprevedibilità del mercato; il completamento della Cittadella ISTAR con le relative infrastrutture e infostrutture (hangar, shelter, palazzine SAP, predisposizioni di sicurezza, connettività satellitare ecc…), compresa l’eventuale palazzina che ospiterà il simulatore; l’acquisizione di un simulatore full motion del velivolo della famiglia G550/G650 per l’addestramento dei piloti e l’aggiornamento dell’attuale simulatore mission system per l’addestramento degli operatori di missione.

Infine, come già detto, la scheda precisa che è prevista “l’acquisizione di un ulteriore velivolo da destinarsi esclusivamente alla ricerca, sviluppo e testing di nuove funzionalità condotte dall’industria nazionale, in un settore strategico e sensibile come quello delle capacità sistemistiche Airborne e dei payload SIGINT/EA”.

Questa distinzione è fondamentale, spiega Bulgarianmilitary. A differenza dell’attuale flotta di G550 dell’Aeronautica Militare italiana, che comprende due velivoli Caew consegnati nel 2016 e nel 2017 e due piattaforme AISREW [Airborne Intelligence, Surveillance, Reconnaissance and Electronic Warfare] acquisite nel 2022, questo velivolo fungerà da banco di prova nazionale. Dunque il suo ruolo sarà quello di convalidare e perfezionare tecnologie all’avanguardia, garantendo che l’industria della difesa italiana possa sviluppare autonomamente sistemi che soddisfino le esigenze della guerra moderna.

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