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Bomba Kkr su Fibercop

Tutte le tensioni che stanno squassando Fibercop, la società nata dall'ex rete fissa di Tim. Il budget della discordia, le dimissioni di Ferraris, il ruolo del fondo americano Kkr (primo azionista) e la precisazione di Fibercop

Scintille tra Kkr e il management FiberCop sui conti della società nata dall’ex rete fissa di Tim.

In seguito alla maxi operazione da 22 miliardi di euro per lo scorporo della rete dalla società tlc, Fibercop è ora interamente controllata da un gruppo di investitori guidato dal fondo americano Kkr, primo socio con il 37,8%. Ed è proprio quest’ultimo che “si è scontrato con il management di Fibercop su un buco di ricavi in meno previsti da 449 milioni di euro” per il 2025 e “ha minacciato di far fallire i piani per la società di telecomunicazioni italiana acquistata nel più grande accordo di private equity mai realizzato in Europa”.

Lo ha rivelato il Financial Times, spiegando che a gennaio “il management della società ha presentato previsioni sugli utili che mettono a repentaglio miliardi di euro nella prospettiva di futuri dividendi”.

L’inatteso divario nelle previsioni di Ebitda, presentato dal management di FiberCop il mese scorso (quando era alla testa della società ancora l’ad Luigi Ferraris), ha costretto Kkr a rafforzare la sua presa sulla società, sollevando preoccupazioni tra i co-investitori, tra cui l’Abu Dhabi Investment Authority (Adia), CPP Investments e il Tesoro italiano.

Proprio a fine gennaio l’amministratore delegato di FiberCop, Luigi Ferraris, si è dimesso (anche se era stato nominato su indicazione anche del fondo americano). Ora “tutte le decisioni significative del suo successore richiedono la previa approvazione da parte di uno dei due dirigenti scelti da Kkr”, secondo la nota interna vista dal quotidiano finanziario britannico.

La società della fibra sta ora lavorando per mettere a punto un nuovo budget per il 2025 per cercare di allinearlo al piano originale concordato con gli azionisti. Il prossimo cda, si in calendario il 25 febbraio, dovrà approvare sia i conti sia il budget. Intanto oggi la società ha diffuso una nota per comunicare le sue precisazioni.

Tutti i dettagli.

PROIEZIONI FINANZIARIE AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE DI KKR

A inizio anno il fondo americano Kkr si è trovato di fronte a proiezioni finanziarie notevolmente inferiori alle aspettative per il nuovo operatore wholesale di telefonia fissa italiano.

In particolare, riporta Ft, in una precedente riunione di induction che si è tenuta il 16 gennaio scorso, “il cfo di Fibercop ha detto agli investitori che il management prevedeva un ebitda inferiore di 449 milioni di euro nel 2025 rispetto a quanto Kkr avesse stimato in un precedente piano aziendale concordato con gli azionisti della società”. Si stima, inoltre, che “il deficit di ebitda cumulativo su cinque anni sia pari a 2 miliardi di euro rispetto al piano aziendale originale di Kkr”.

Pertanto, all’incontro la dirigenza di FiberCop ha detto che il previsto deficit di utili si sarebbe tradotto in un taglio dei miliardi di euro di dividendi previsti dall’accordo tra azionisti da pagare nei prossimi cinque anni, altrimenti la società avrebbe dovuto aumentare ulteriormente il debito pubblico e rischiare un declassamento del rating, rileva sempre il Ft.

INVESTITORI IN SUBBUGLIO

Secondo il Financial Times, gli investitori presenti alla riunione del board hanno mostrato tutta la loro contrarietà. “Il capo dell’infrastruttura digitale di Adia, Mamoun Jamai, ha espresso incredulità, secondo quanto raccolto da Ft.

Altri investitori hanno detto al Ft che la presentazione era semplicemente una ‘bozza’ e tali discussioni costituivano una parte standard del ‘ciclo di pianificazione’.

LA PRECISAZIONE DI FIBERCOP

Oggi la società della fibra non è rimasta silente.

“In merito alle ricostruzioni riportate dalla stampa odierna – si legge nella nota diffusa nel pomeriggio – sulle proiezioni finanziarie della società, FiberCop informa che i dati previsionali relativi all’esercizio 2024 ed i dati relativi al budget 2025, che verranno presentati al Cda convocato per il prossimo 25 febbraio 2025, sono in linea con il piano pluriennale redatto ed approvato da tutti gli azionisti al momento del closing dell’operazione di scorporo della rete di Tim”.

“Inoltre, – prosegue la nota – sono destituite di fondamento le notizie relative a presunti contrasti tra i soci, incluse le dichiarazioni attribuite ad alcuni consiglieri. Nella riunione del 23 gennaio, i consiglieri di amministrazione, con piena unità di intenti, hanno definito la nuova governance della società e l’attribuzione delle deleghe di Amministratore delegato a Massimo Sarmi”.

Pertanto, “Il Presidente e ad sta guidando la squadra manageriale al raggiungimento degli obiettivi della società, a partire dalla realizzazione del piano di investimenti” conclude la nota di FiberCop.

L’AZIONARIATO DELLA SOCIETÀ

Ma chi sono i soci a cui il colosso del private equity americano deve render conto?

La nuova FiberCop è nata con lo scorporo della reta dall’ex monopolista telefonico Tim a luglio, quando il consorzio guidato da Kkr ha completato un’acquisizione da 18,8 miliardi di euro.

La compagine societaria è poi composta da Azure Vista (veicolo controllato da Abu Dhabi Investment Authority) e una holding di diritto canadese interamente controllata da Canada Pension Plan Investmente Board che deterranno entrambi il 17,5% a testa, il ministero dell’Economia e delle Finanze del Governo italiano (16%) e il fondo infrastrutturale F2i Sgr (11,2%).

Pertanto, Fibercop conta oggi nell’azionariato Kkr al 37,8%, il Tesoro con il 16%, il fondo pensione canadese Canada Cpp col 17,5%, il fondo sovrano di Abu Dhabi Adia col 17,5%, il fondo infrastrutturale italiano F2i con l’11,2%.

LE DIMISSIONI DI FERRARIS

“Stiamo lavorando a un piano quinquennale che include investimenti per circa 12 miliardi di euro”, aveva annunciato l’allora ceo Luigi Ferraris a metà ottobre. Nel frattempo, Reuters riportava che governo italiano, presente con la quota di minoranza del 16% attraverso il Mef, sta cercando di unire le attività di FiberCop con quelle dell’operatore rivale sostenuto dallo stato Open Fiber per creare un operatore di rete nazionale unificato. Alla domanda su una combinazione con Open Fiber, Ferraris aveva risposto che la società è attualmente concentrata sul proprio piano aziendale, che dovrebbe essere approvato a dicembre.

Ma anziché presentare il piano industriale, a gennaio il ceo ha presentato le proprie dimissioni. (Qui l’analisi di Startmag su Che diavolo sta succedendo in Fibercop?).

Nel frattempo, il presidente Massimo Sarmi (nella foto) e un team di manager guideranno la società, aveva spiegato una nota dell’azienda con cui comunicava l’uscita si Ferraris.

IL RUOLO DI KKR

In base alle regole di governance di FiberCop, l’amministratore delegato è scelto da Kkr con il via libera del Tesoro.

Come già detto, per riprendere il controllo, Kkr ha imposto una supervisione più rigorosa sul processo decisionale di FiberCop. Secondo una nota interna, tutte le principali decisioni operative richiedono ora la previa approvazione scritta di uno dei due dirigenti selezionati da Kkr, sottolinea il Ft.

GLI ULTIMI CONTI COMUNICATI DA FIBERCOP

Lo scorso dicembre FiberCop ha pubblicato per la prima volta i risultati pro-forma stand-alone al 30 settembre 2024, con ricavi per 2,9 miliardi di euro, mentre Ebitda normalizzato e l’Ebitda normalizzato dopo il leasing (“EBITDAaL”) si attestano rispettivamente a 1,6 e 1,4 miliardi di euro.

“L’azienda è nata con una struttura patrimoniale solida, con liquidità per 1,2 miliardi di euro che, unitamente a una revolving credit facility nella forma di linee committed e unfunded per 2 miliardi di euro, garantiscono un significativo margine di liquidità per 3,2 miliardi di euro” precisava una nota diffusa dalla società. Il finanziamento avviene anche attraverso un indebitamento di circa 10 miliardi ben diversificato in termini di strumenti e di composizione a tasso fisso/variabile, tutto con scadenze successive al 2026 e un profilo di scadenze ben distribuito fino al 2055.

Sul fronte operativo,  la copertura della rete in fibra ottica Ftth aveva raggiunto 11,6 milioni di unità immobiliari a fine settembre 2024, pari a un incremento di 1,4 milioni rispetto a dicembre 2023. A settembre 2024, FiberCop ha raggiunto 10,7 milioni di unità immobiliari nelle aree grigie e nere in cui investe in modo autonomo, pari a un incremento del 10% su dicembre 2023, con uno sviluppo della rete che è già pari a circa il 97% del target di fine 2024.

Dunque ora FiberCop sta ora correndo per preparare un budget aggiornato per il 2025 prima della fine del mese che sia in linea con il piano aziendale originale concordato dagli azionisti.

LE USCITE

Inoltre, bilancio rivisto per il 2025 è previsto entro la fine del mese, anche se un aggiornamento più ampio del piano aziendale non sarà finalizzato prima dell’estate.

A quanto risulta al Sole 24 Ore, si starebbe anche ragionando su un piano di uscite (secondo indiscrezioni potrebbero arrivare a 6mila in un triennio) rispetto ai poco meno di 20mila dipendenti attuali. Su questo l’azienda, contattata, replica però che «non avendo ancora comunicato il piano strategico la società non si sbilancia sui numeri frutto di indiscrezioni».

In realtà lo scorso settembre  FiberCop ha raggiunto un accordo con sindacati sulla proposta per 1800 uscite volontarie ex articolo 4 della Fornero.

Va detto che nei mesi scorsi Fibercop ha già raggiunto un accordo con i sindacati fino a 1.800 uscite volontarie. Secondo la tabella di marcia concordata, a febbraio 2025 è prevista la formalizzazione verbale di risoluzione consensuale in sede protetta per arrivare al 28 febbraio 2025 con l’uscita del personale. Da Fibercop fanno sapere al quotidiano confindustriale che “l’accordo per le uscite volontarie fino ad un tetto massimo di 1.800 persone resta in essere e il processo di gestione delle adesioni è in corso”.

LA RICERCA DEL NUOVO CEO

Infine, il fondo americano è alla ricerca del nuovo ceo per la società.

Secondo quanto rivela oggi CorCom, “Kkr ha incaricato Egon Zehnder per individuare il nuovo amministratore delegato a seguito dell’uscita di scena di Ferraris. Fra i papabili ci sarebbero gli ex numero uno di Tim Luigi Gubitosi e Laura Cioli di Sirti che però è candidata per una poltrona nel cda di Swisscom”.

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