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Zuckerberg essilor luxottica metaverso

Visori, Meta taglia il progetto “La Jolla”: addio al competitor dell’Apple Vision Pro

Che le vendite dell’Oculus Quest, il bizzarro aggeggio plasticoso da calarsi sul naso per accedere al metaverso, non soddisfino Meta è ormai chiaro a tutti. Ma oltre alla ristrutturazione del team Reality Labs, a Menlo Park studiano anche un riposizionamento strategico sui visori. La parola d'ordine? Contenere i costi. Tutti i dettagli.

La Jolla, addio. Secondo la testata The Information, Meta, società madre di Facebook, tra le più strenue sostenitrici del metaverso (ci hanno creduto così tanto, dalle parti di Menlo Park, da chiamare la holding in modo inequivocabile) nella sua silenziosa e lenta ritirata dalle lande virtuali rimaste desolate avrebbe anche deciso di interrompere lo sviluppo del suo visore di realtà virtuale più evoluto progettato col solo compito di competere con l’Apple Vision Pro.

LA JOLLA RESTA NELLO SCAFFALE?

Il dispositivo, noto internamente con il nome in codice “La Jolla”, era in fase di sviluppo dal novembre dello scorso anno. Uno sviluppo rinvigorito dalla discesa in campo di Apple in un mercato, quello dei visori, precedentemente abbandonato da Google e di fatto anche da Sony.

L’obiettivo della Big Tech guidata da Mark Zuckerberg era di lanciarlo nel 2027. Al pari dell’azienda di Cupertino, anche La Jolla avrebbe dovuto essere dotato di display MicroOLED, una tecnologia che al momento è ancora parecchio costosa.

E può essere che siano state proprio le ultime, vociferate, mosse del colosso guidato da Tim Cook (secondo i media, Cupertino starebbe approntando in fretta e furia una versione depotenziata e a prezzo ridotto del suo visore, insoddisfatta delle vendite dell’Apple Vision Pro) a convincere Meta a interrompere lo sviluppo del device indossabile, abbandonandolo in un cassetto.

CHE FINE HA FATTO LA JOLLA

Suona infatti  come un epitaffio la recente dichiarazione rilasciata da Andrew Bosworth, CTO di Meta, a chi gli chiedeva news su La Jolla: “Abbiamo sempre molti prototipi in fase di sviluppo. Non tutti arrivano alla produzione. Andiamo avanti con alcuni, ne accantoniamo altri. Decisioni come questa – ha spiegato il manager – vengono prese continuamente e le storie basate su voci riguardanti una singola decisione non daranno mai il quadro completo”.

META PUNTA SU VISORI A BASSO COSTO E OCCHIALI HI-TECH

Secondo recenti indiscrezioni, Meta al momento si starebbe concentrando su altri wereable device: non solo sarebbe interessata a continuare la propria collaborazione con Ray Ban tanto da muoversi anche sul fronte finanziario, ma avrebbe già tessuto una partnership con Snap guidata da Evan Spiegel per occhiali compatibili con la Realtà aumentata.

Mentre, nel campo dei visori la parola d’ordine sarebbe “contenere i costi” e l’azienda starebbe puntando tutto su Ventura, la variante economica del Quest che Menlo Park vorrebbe fare uscire entro le feste di Natale (quindi per novembre, considerando che la finestra statunitense si apre col giorno del Ringraziamento).

META RISTRUTTURA IL METAVERSO

Quel che è certo è che per Meta ormai è imperativo contenere i costi pure sul fronte interno. Nell’ultimo periodo ha prima cancellato Grand Theft Auto probabilmente per evitare il flop già sperimentato con Ubisoft, software house francese che aveva realizzato per il visore di Meta una esclusiva di richiamo: Assassin’s Creed Nexus VR, quindi ha disposto la chiusura dello studio interno Ready at DawnIl team guidato da Andrea Pessino era entrato a far parte di Oculus Studio in piena pandemia, nel giugno 2020. Precedentemente Meta aveva acquisito altri due studi: Beat Games e Asgard’s Wrath.

Del resto anche la divisione principale dedicata a visori e metaverso, Reality Labs, dovrà affrontare una riduzione dei costi del 20% entro il 2026, anno in cui sono previsti i lanci dei nuovi visori VR Meta Quest 4 e Quest 4s.

Come Start Magazine aveva riportato, il team sta insistendo sui conti del gruppo con ben 8,3 miliardi di dollari di perdite. Tutti dati che inducono a credere che Mark Zuckerberg voglia restare sul progetto a patto di mantenere sotto controllo i costi e le perdite legate a un device mai decollato per davvero.

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