CONFINDUSTRIA: VINCITORI E SCONFITTI
Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Clamorosa sconfitta in primis per Marcegaglia e Montezemolo. Campo libero per Orsini, su cui ci sarebbe stata comunque la convergenza dei voti pro Gozzi.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CHE COSA CAMBIERA’ IN CONFINDUSTRIA CON ORSINI
DAGOSPIA SUPERQUIRINALIZIO
Dagospia ormai organo semi ufficiale del Quirinale. Tutto molto cafonal… pic.twitter.com/GJcIq0kkas
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
GLI AFFARUCCI DI CALTAGIRONE CON L’UNIVERSITA’ DI CONFINDUSTRIA
"Caserme Guido Reni, l’assist di Caltagirone alla Luiss con Generali Re. Raggruppamento temporaneo d’impresa fra la controllata del Leone, l’università di Confindustria e Fabrica per lo studentato nelle ex caserme Guido Reni". (Milano Finanza)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA DA ROMA
"Roma, la Procura indaga sul terreno di Santa Palomba dove sorgerà il termovalorizzatore: prezzo aumentato di 15 volte in 20 anni. L’Immobiliare Palmiero ha ceduto all’Ama il terreno per 7,5 milioni, quando lo aveva comprato per neanche 500 mila euro nel 2002. (Milano Finanza)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA DALLA LOMBARDIA
Regione Lombardia, Bertolaso in Argentina e in Paraguay per reclutare infermieri e medici. (Quotidiano sanità)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA DALL’UNGHERIA
"«Dobbiamo chiarire che nessun gruppo di estrema sinistra dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove arrivare e pianificare di picchiare qualcuno a morte», ha tuonato ieri su X il portavoce del governo, Zoltan Kovacz". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA DALLA TURCHIA
"Resta la sensazione che la strategia turca, chiunque sia al timone della nazione, non sarà troppo diversa dall’attuale. Il consenso nazionale sul ritorno della Turchia al rango di grande potenza, già avviato, appare robusto". (Lucio Caracciolo, Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
CARTOLINA DA ISRAELE
"Voglio essere chiaro: l'attacco non è stato condotto con l'intenzione di colpire gli operatori umanitari del Wck". L'ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano che si è "scusato" per l'incidente ed ha esaltato il lavoro di assistenza della Wck a Gaza. (Ansa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA MILITARE
Sale di 105 milioni il fabbisogno finanziario programmato per le missioni militari italiane. Nel 2024 ammonta a 1,825 miliardi di euro. Lo scorso anno il piano di spesa si fermava a 1,720 miliardi (276,9 milioni per l’esercizio 2024). (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CARTOLINA DALLA BNL
In casa Bnl ci sono subbugli non da poco. Ma tutti i grandi sindacati del settore hanno bocche cucite. E non ho capito perché. Tranne Unisin-Confsal.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
TUTTI GLI ULTIMI SUBBUGLI IN CASA BNL
I NUMERI DI TESLA
Tesla. Nei primi tre mesi del 2024 sono state consegnate 386.810 vetture (-8,5% anno su anno), prodotte 433.371. Il calo sul trimestre precedente, invece, è del 20%: nel quarto periodo del 2023 erano stati consegnati, infatti, 484.507 veicoli (e 494.989 prodotti). (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
IL SOLE FOLGORA STARLINK
"E proprio l’ambizione di Musk a trasformarsi nell’ambizione di Starlink: connettere il mondo a Internet attraverso i satelliti. Un progetto velleitario, per costi e per tecnologia. Perché al momento la fibra ottica sembra fornire performance migliori". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
CHE COSA SUCCEDE DAVVERO FRA STARLINK E TIM?
A CHI CONVIENE LA FUSIONE RAIWAY-EI TOWERS?
La fusione di Raiway con EiTowers (torri ex Mediaset), controllata dal fondo F2i e per il 40% da Fininvest, sarebbe vantaggiosa per F2i, e Fininvest: EiTowers potrebbe scaricare nel nuovo gruppo il suo maggior indebitamento (oltre 700 milioni rispetto ai 140 di Raiway). (Penati)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
IL BUSINESS DELL’OBESITA’
"La pipeline dell’obesità: 124 farmaci in sperimentazione. In un mercato, quello della perdita di peso, che potrebbe valere 100 miliardi di dollari entro la fine del decennio, cresce la concorrenza. Estratti vegetali selezionati dall’Intelligenza artificiale". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
IL BUSINESS DELLE PALLE
Palle da tennis. I principali produttori, dopo gli Stati Uniti – che sono anche il primo importatore -, sono Cina (33% dell’export globale) e Thailandia (31%), con un traffico marittimo che due anni fa ha riempito 173 mila container. (Fatto quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
COSA SUCCEDE AL MERCATO DEI CARCIOFI
Con 20 centesimi a carciofo, non si recuperano i costi di produzione. E così gli agricoltori di Brindisi preferiscono abbandonare nei campi anche i carciofi violetti, della pregiata varietà Igp. I prezzi sono crollati di quasi il 70% anche per colpa dei carciofi egiziani. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
COSA SUCCEDE AL MERCATO DEL GAS
Secondo dati Snam, nei primi due mesi del 2024, il gas naturale liquefatto (Gnl) ha superato l’Algeria quale prima fonte di approvvigionamento di gas dell’Italia, attestandosi al 20% dei flussi in entrata (2,9 miliardi di metri cubi). (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
GIORNALISMI
Moderno giornalismo di approfondimento pic.twitter.com/3DQRMGvKyk
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
Analisti collaboratori di un sito di una fondazione di un grande gruppo fanno pezzi per altre testate su report della medesima fondazione con intervista annessa a capi sempre della stessa fondazione. E’ il giornalismo moderno, bellezza!
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2024
SINDACALISMI
"Via libera dalla Funzione pubblica ai due decreti sulla rappresentatività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari – 21 in tutto (di cui uno interforze) – che sbloccano l’iter per l’apertura delle trattative sui nuovi Accordi sindacali". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2024
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DELL’ECONOMISTA ALESSANDRO PENATI PER DOMANI SU RAIWAY ED EI TOWERS:
La Rai è un braccio della politica, ma anche una società per azioni che deve rispettare i vincoli di bilancio. Così, per abbattere il suo debito crescente, il governo ha ridotto dal 65 al 30 per cento la quota che Rai deve mantenere in Raiway, la società che gestisce le sue torri di trasmissione, permettendole di vendere per far cassa.
Ma è un’operazione di facciata perché le torri sono strumentali per Rai, e per questo paga a Raiway un canone di affitto contrattualmente predeterminato: cedendo una parte della sua partecipazione, Rai può ridurre il suo debito e pagare meno interessi; ma aumenta anche la quota dei ricavi di Raiway che vanno a beneficio di terzi.
Così facendo il governo apre anche alla possibilità di una fusione con EiTowers, la società delle torri ex Mediaset, controllata dal fondo F2i, e per il 40 per cento da Fininvest.
Una fusione che sarebbe vantaggiosa per F2i, e Fininvest, perché EiTowers potrebbe scaricare nel nuovo gruppo il suo maggior indebitamento (oltre 700 milioni rispetto ai 140 di Raiway), e avvantaggiarsi della maggior redditività di Raiway grazie alla generosità dell’affitto pagato da Rai.
La decisione del governo non risolve dunque i problemi strutturali del bilancio di Rai; ma permette un’ eventuale fusione che costituirebbe per F2i e Fininvest una via di uscita vantaggiosa dal business delle torri.
Nuovi sviluppi nella saga di Tim. Dopo aver illuso per anni di poter risolvere il problema del debito insostenibile e degli esuberi cedendo a caro prezzo la Rete a un governo smanioso di creare la società Unica a controllo pubblico, il titolo è crollato quando Tim ha fornito le prime indicazioni su quanto il debito sarebbe effettivamente sceso post cessione: troppo poco, perché a comprare è Kkr, che ha obiettivi di rendimento elevati, non lo stato generoso quando si tratta di attività “strategiche”.
Il consiglio di amministrazione di Tim si è allora riunito in emergenza per spiegare al mercato perché si sbagliava: spiegazioni poco convincenti visto che le posizioni allo scoperto sul titolo sono raddoppiate, arrivando a un quinto del capitale.
Ma Tim va avanti, mettendo in vendita un altro miliardo di attività. Vende Sparkle al Governo, che offrendo meno della richiesta ha dovuto chiedere aiuto al fondo Asterion. Governo già alle prese con il rifinanziamento dei 6 miliardi di debito di Open Fiber, che indirettamente garantisce.
Tim vende anche la quota residua in Inwit, detenuta con il fondo Ardian: operazione simile a Raiway perchè Inwit gestisce le sue torri di trasmissione nel mobile.
Ceduta la rete fissa e le torri, che però dovrà continuare a pagare per utilizzarle, verrà inevitabilmente ceduto anche il Brasile, e Tim rimarrà una società di servizi in un settore fortemente concorrenziale con quattro operatori, e che cresce poco. Difficile rimanga indipendente. La saga continua.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI CARCIOFI E NON SOLO:
Con 20 centesimi a carciofo, non si recuperano nemmeno i costi di produzione. E così gli agricoltori di Brindisi preferiscono abbandonare nei campi anche i carciofi violetti, della pregiata varietà Igp locale. I prezzi, denuncia la Coldiretti Puglia, sono crollati di quasi il 70% anche per colpa dei carciofi egiziani, che stanno invadendo i mercati nazionali con quotazioni capaci di sbaragliare qualsiasi concorrenza. Sempre in Puglia ma più a Nord, nella Capitanata foggiana, stessa sorte tocca a broccoli e finocchi: nei campi stanno finendo sotto la fresa, interrati perché non conviene raccoglierli, o con gli agricoltori che invitano i cittadini ad andare a coglierseli direttamente in campagna, da soli.
Eppure, sui banchi dei fruttivendoli e dei supermercati questi ortaggi vengono venduti a ben di più. Secondo i calcoli della Coldiretti i carciofi, per esempio, partono dalla campagna a 0,15-0,20 centesimi l’uno e arrivano in città a 1,10 euro. Dal campo alla tavola, l’aumento è di sette volte tanto.
Durante l’ultimo consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, martedì scorso, gli agricoltori europei sono di nuovo scesi in piazza a Bruxelles per chiedere la giusta remunerazione dei propri prodotti. Lo stesso giorno il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski ha dichiarato che sta «valutando la possibilità di rivedere la direttiva sulle pratiche commerciali sleali per includervi il divieto di pagare gli agricoltori meno dei costi di produzione, ovvero introdurre un giusto margine sui prezzi di vendita dei prodotti». Per chi lavora la terra, questa oggi è una delle battaglie più importanti.
Sulla base dei dati ufficiali rilevati da Ismea, Coldiretti ha calcolato la variabilità dei prezzi pagati ai produttori negli ultimi 12 mesi. Le clementine sono state vendute tra gli 82 e i 30 centesimi al chilo, le arance tra 53 e 32 centesimi. Decisamente più ampia la forbice nel caso dei broccoli: a qualcuno vengono remunerati 43 centesimi al chilo, ad altri 1,13 euro. Ma sono i finocchi a battere ogni record, si spazia dai 2,2 euro ai 28 centesimi: è chiaro che, nel secondo caso, la voglia di lasciarli in campo sale. «Troppo spesso il prezzo corrisposto agli imprenditori agricoli non remunera adeguatamente il lavoro e il rischio imprenditoriale, mettendo in dubbio la stessa sopravvivenza delle imprese agricole», sostiene Lorenzo Bazzana, responsabile dell’area economica della Coldiretti nazionale. A rischio non ci sono solo broccoli, finocchi e clementine: «Per i prezzi troppo bassi – prosegue – assistiamo anche al progressivo abbandono della coltivazione del frumento, duro e tenero. In un chilo di pane c’è dentro un chilo di frumento tenero, che però oggi all’agricoltore viene pagato solo 22 centesimi: possibile, visto il prezzo del pane, che non si riesca a pagare di più il grano?».
Spesso, tra il minimo e il massimo delle quotazioni la differenza la fanno pochi centesimi, «ma quei pochi, per un’azienda agricola, significano guadagno o perdita, vita o morte – spiega Bazzana -. E anche quando il prezzo è più elevato, questo è dovuto quasi sempre alla carenza di prodotto, a un calo del raccolto riconducibile a siccità, gelo, grandine o ad attacchi di parassiti. La conseguenza è comunque un reddito insufficiente per gli agricoltori».