Il 2023 ha dimostrato al mondo, anche agli ambientalisti più spinti, che il propulsore elettrico delle auto alla spina, esattamente come il vecchio motore a scoppio, può tossire. Pure molto rumorosamenti.
Le vendite infatti hanno subito un brusco calo e tante Case, dagli Usa alla vecchia Europa (Volkswagen su tutte) si sono smarcate frenando bruscamente gli investimenti già programmate. Una situazione che non sembra impensierire le auto elettriche cinesi, foraggiate da Pechino e ora in cerca di capitali tra i sultani del petrolio.
AGLI EMIRATI ARABI PIACE NIO
È il caso di Nio, una delle più promettenti e arrembanti realtà cinesi, da tenere d’occhio perché è tra le poche a credere nella tecnica del battery swapping (“sostituzione della batteria” per i non anglofoni), che prevede di recarsi in apposite stazioni di rifornimento per un cambio al volo della batteria esaurita con una carica. Pure Stellantis ha deciso di sperimentarla dal 2024 in Spagna, ma Nio si sta già portando avanti colonizzando il Nord Europa, che è poi il mercato principale per le elettriche, attualmente.
QUALCHE NUMERO
Ma non è tutto, perché in patria quel marchio si è fatto conoscere per le sue vetture premium, molto apprezzate dai guidatori con un tenore di vita piuttosto alto. Presto i cinesi di Nio invaderanno le strade del Vecchio continente anche con le vetture della Firefly, marchio ad hoc pensato per l’Europa per occupare i segmenti più bassi di quelli già presidiati in Ciina dalla stessa startup, offrendo solo la propulsione elettrica.
Nel frattempo, salgono a bordo gli Emirati Arabi. Cyvn Holdings, veicolo finanziario con sede ad Abu Dhabi è pronta a scommettere sulla baldanza asiatica mettendo sul piatto 2,2 miliardi di dollari al fine di acquistare il 20% del capitale del costruttore cinese. La Holding emiratina diventerà il primo azionista e potrà far sedere due suoi uomini nel consiglio di amministrazione del brand che continuerà ad avere, al posto di guida, l’amministratore delegato e fondatore William Li.
L’INGRESSO NEL CAPITALE IN ESTATE
In realtà Cyvn si era già presentata alle porte della sede di Nio lo scorso luglio, con 1 miliardo sotto il braccio. È dunque evidente che la frenata dell’auto elettrica tra la fine dell’estate e l’autunno non l’ha dissuasa dalle sue mire sulla tecnologia cinese. Le nuove risorse – fanno sapere le parti in un comunicato – consentiranno a Nio di reperire i capitali necessari per proseguire lo sviluppo della sua tecnologia.
UNA CORSA NON PRIVA DI DIFFICOLTA’
Una iniezione provvidenziale considerate le perdite di bilancio (ha tagliato di circa il 10% la propria forza lavoro) e le difficoltà nella produzione: Nio ha consegnato 126.067 veicoli nel 2023, che in termini assoluti segnano un balzo del +36,3% rispetto all’anno precedente, ma se si tiene in filigrana il piano industriale si vede come sia ancora lontana dal traguardo delle 250mila.
Relativizzando, inoltre, si intuiscono meglio le dimensioni: Byd, il campione cinese dell’auto elettrica, nello stesso periodo ha sfornato 5 milioni di autovetture alla spina, un milione in più di Tesla. Tra i progetti più interessanti portati in dote dal marchio cinese una nuova batteria allo stato semisolido che garantirebbe un’autonomia di oltre 1.000 km.