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Volkswagen e Audi lasciano a piedi i dipendenti

L'avvertimento del capo azienda di Volkswagen non lascia adito a dubbi: "La situazione è molto critica, i nostri ordini sulle auto elettriche sono inferiori alle aspettative" e Audi avvia i primi tagli

Corsi e ricorsi storici nel mondo dell’auto tedesca. Il precedente Ceo del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, era stato fatto fuori perché pronto a immolare 30mila posti di lavoro in nome della transizione elettrica. Col passaggio di mano a Oliver Blume, tuttavia, i problemi rimangono. Non ci sarà la cura di cavallo minacciata dal passato amministratore delegato, disposto a tutto pur di lasciarsi alle spalle l’onta del dieselgate e correre verso la mobilità elettrica, ma sta prendendo forma il piano di tagli da 10 miliardi annunciato in piena estate dall’Ad Thomas Schäfer.

GLI EFFETTI DEI TAGLI VOLKSWAGEN: AUDI TAGLIA

“A causa delle circostanze attuali, purtroppo non abbiamo altra scelta che tagliare i lavoratori temporanei”, la versione che Audi ha rilasciato alla stampa locale (per la precisione alla testata “Heilbronner Stimme”) per giustificare il mancato rinnovo a 600 dipendenti nello stabilimento di Neckarsulm, nel land del Baden-Württemberg.

“Continuiamo ad affrontare tempi difficili con una situazione di mercato instabile. Il fatto che ora dobbiamo cancellare l’assunzione di lavoratori temporanei qualificati e formati è una decisione difficile per noi”.

La Casa dei Quattro anelli lascia intendere che non si sia di fronte a tagli strutturali, quanto ad assestamenti momentanei nella speranza che rinnovate condizioni di mercato le permettano di richiamare i propri operai appena la situazione tornasse a migliorare. E gli occhi sono puntati sulla prossima A5. Da quest’ottica, la decisione di ridurre l’organico in seno a uno dei principali stabilimenti di Audi, attivo fin dalla fine dell’Ottocento e dagli oltre 15mila dipendenti, parrebbe slegata al piano di tagli di Volkswagen.

UNO STABILIMENTO A META’

Ma c’è anche chi fa notare come la fabbrica, la prima in Germania a produrre un modello a batteria del marchio Audi, la e-tron GT, che tra A4, A5 (cabriolet), A6, A7, A8 e R8, l’anno scorso ha sfornato appena 150 mila veicoli, un numero elevato, certo, ma ancora troppo lontano dalla capacità produttiva massima di 300 mila unità l’anno.

VW LASCIA A PIEDI GLI AMMINISTRATIVI

Insomma, la stagione dei tagli è ufficialmente iniziata. Del resto Schäfer era stato tanto chiaro quanto ferale durante l’ultimo suo incontro coi manager del Gruppo: “Dobbiamo imparare a operare con meno personale”. “Questo – aveva provato ad aggiustare il tiro – non vuol dire che meno persone debbano lavorare di più, ma ridurre le inefficienze ed evitare sprechi e ridondanze inutili”. Ma nessuno pensi di sottovalutare il piano di tagli perché “La situazione è molto critica – ha avvertito Schäfer a novembre – i nostri ordini, in particolare per quanto riguarda le auto elettriche, sono inferiori alle aspettative”.

SIAMO SOLO AGLI INIZI?

Guai a chiamarli licenziamenti: l’azienda attuerà solo pensionamenti anticipati o parziali iniziando con un taglio di un quinto del personale amministrativo. Poi si vedrà, perché il traguardo dei risparmi per 10 miliardi in poco più di due anni resta ambizioso e, soprattutto, lontano. L’amaro calice dovrebbe prevedere anche la riduzione dei cicli di produzione da 50 mesi a 3 anni e dei tempi di produzione complessivi.

Per molti osservatori della stampa tedesca il Gruppo ha già rinunciato all’avvio ai lavori del nuovo hub hi-tech per ricerca e sviluppo che sarebbe dovuto sorgere a Wolfsburg, quartier generale di VW. Ma anche qui il risparmio è di soli 800 milioni. L’impressione collettiva, che agita i sindacati, è che i tagli siano appena all’inizio.

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