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Le sferzate di Meloni a Schlein e Conte

Chi c'era e che cosa si è detto nella giornata conclusiva di Atreju. La nota di Paola Sacchi

Una festa di partito di cui Giorgia Meloni rivendica con orgoglio la “storia infinita” di “idee, passione, militanza”, stilettate a Elly Schlein, “libera di non accettare il nostro invito, ma non di insultare questa storia”, una promessa ai suoi ma soprattutto agli avversari: “Io non mollerò mai, di me non vi libererete”.

Il premier e presidente di Fratelli d’Italia chiude la kermesse di Atreju in un tripudio di applausi caricando il suo popolo e facendo un bilancio del primo anno di governo. Dure repliche, con stilettate anche a Giuseppe Conte, alle critiche, su salario minimo e politica economica, delle opposizioni che accusano il governo di lasciare “900mila famiglie in povertà”.

Schlein, ricorda Meloni, “ha anche definito Atreju festa dove ci si accredita con il potere”. Ma Pd e Cinque Stelle sembrano giocare di rimessa, rischiando di fare soprattutto da cassa di risonanza della kermesse durata quattro giorni. Con all’attivo il colpo della presenza di Elon Musk.

Atreju nel giorno delle conclusioni diventa anche un incontro di tutto il centrodestra. Prima di Meloni si alternano sul palco Matteo Salvini e Antonio Tajani. La coalizione di governo si riunisce in un ricordo commosso di Silvio Berlusconi per il quale scatta un lungo applauso dalla platea quando Tajani lo immagina in modo affettuoso così: “Ora ci starà seguendo da una nuvoletta lassù, in diretta streaming”. Omaggio di Meloni a Berlusconi, “che ha saputo dare al centrodestra una visione comune”. Un centrodestra che “rischia di essere condannato a governare 20 anni, se questo è lo stato delle opposizioni”, dice con una punta di ironia Salvini.

Ad Atreju erano anche arrivate forti critiche di Romano Prodi per la presenza di Musk, il patron di Tesla e Space X, che ha moltiplicato la già forte attenzione sulla kermesse della destra di governo.

Meloni replica alle opposizioni soprattutto sulla manovra dicendo che non sarà recessiva, ma premettendo: “Noi non siamo abituati a buttare denaro pubblico con misure come il reddito di cittadinanza e il bonus edilizio sulle quali qualcuno ha fatto le campagne elettorali”.

Non nasconde il premier anche le difficoltà riconoscendo che sull’immigrazione “le cose finora non sono andate come speravamo”. Ma rivendica di aver fatto “la scelta giusta” con la linea non più della redistribuzione in Europa ma di bloccare le partenze, il piano Mattei per l’Africa e “scelte anche fuori dagli schemi” come l’accordo con l’Albania. “Una scelta la cui originalità è stata riconosciuta dalla stessa presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen”, sottolinea Meloni. Che carica il suo popolo anche in vista delle Europee del prossimo anno.

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