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opposizioni

Il campo largo è ancora molto strettino

Le chiacchiere battute dai numeri sulla forza della maggioranza e la debolezza delle opposizioni. I Graffi di Damato.

Il 2 novembre scorso – quando già era esploso l’incidente della telefonata dei comici russi alla premier italiana sulla stanchezza provocata dalla guerra in Ucraina e altro, prima ancora della conseguente e sostanziale rimozione del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi e del rilancio dell’azione di governo col varo della riforma costituzionale del premierato – un sondaggio di Alessandra Ghisleri registrava il partito della premier al 28 per cento dei voti. Anzi, delle intenzioni di voto, con una perdita solo di mezzo punto rispetto alla precedente rilevazione del 26 ottobre.

In compenso la Lega di Matteo Salvini risultava all’8 per cento, con un aumento di quasi mezzo punto: esattamente lo 0,4. Forza Italia di Antonio Tajani era al 7.9, con un aumento dello 0,2 per cento. Un altro mezzo punto era assegnato ai moderati di Maurizio Lupi. Il totale del centrodestra era quindi del 44,8 per cento, pari al dato per coalizioni rilevato da analogo sondaggio del 19 ottobre. La percentuale raccolta l’anno scorso nelle urne dall’attuale maggioranza era stata del 43,79 per cento.

Se si passa al variegato fronte delle opposizioni, nonostante le grancasse anche di piazza contro la legge di bilancio o manovra finanziaria del governo, il Pd risultava sceso, sempre il 2 novembre scorso, al 19 per cento e il Movimento 5 Stelle salito al 17. I verdi e la sinistra erano attestati sul 3,5 per cento, la +Europa della Bonino al 2,5, l’Azione di Calenda al 4.2, l’Italia Viva. o Centro, di Matteo Renzi al 3,3 e l’Italia di Paragone -c’è anche questa- al 2,5.

OPPOSIZIONI NUMEROSE, MA DIVISE

Tutte insieme queste opposizioni arriverebbero al 52 per cento, ma insieme non si possono mettere perché semplicemente non ci starebbero neppure a prendere una limonata nel famoso bar di Campobasso dove cinque mesi fa si incontrarono la segretaria del Pd Elly Schlein, il presidente dei grillini Giuseppe Conte e il rossoverde Nicola Fratoianni con il loro candidato comune alla presidenza della regione Molise miseramente bocciato dopo qualche giorno nelle urne.

Da allora le cose su quel fronte direi che sono peggiorate, non migliorate, anche per via dell’elmetto che Conte rimprovera un giorno sì e l’altro pure alla Schlein di indossare in politica estera, e militare, come faceva il suo predecessore Enrico Letta al Nazareno.

COSA DICE IL SONDAGGIO DI GHISLERI

La realtà quindi rimane quella, risultante dal sondaggio della Ghisleri, di un quasi 45 per cento del centrodestra, o destra-centro, contrapposto al 25 per cento – il 26,12 nelle urne dell’anno scorso – di un centrosinistra considerato senza Conte. Il cui arrivo nel cosiddetto campo largo farebbe però uscire tante componenti da farlo riandare ben sotto il centrodestra. Questi sono i fatti. Tutto il resto è chiacchiericcio, compreso lo sfottò vignettistico della Meloni nei panni della pulcina “piccola e nera” con la quale ce l’hanno tutti, e non solo i comici di Putin riusciti a suo tempo a sfondare anche la rete di sicurezza della Merkel – ripeto, la Merkel – a Berlino: ripeto, Berlino.

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