“Non riuscirò mai a sottolinearlo abbastanza: abbiamo bisogno di più elettricità”, ha dichiarato recentemente Elon Musk durante una conferenza sull’energia ad Austin, in Texas, dove si trova la sede centrale della sua azienda di veicoli elettrici, Tesla.
GLI STATI UNITI HANNO BISOGNO DI (MOLTA) PIÙ ELETTRICITÀ, DICE MUSK
Martedì scorso Musk è tornato sulla questione durante una conferenza organizzata da PG&E, una delle più grandi società statunitensi di servizi pubblici. A suo dire, entro il 2045 i consumi elettrici degli statunitensi triplicheranno, e una parte di questo aumento sarà legato alla diffusione delle automobili elettriche, che sostituiranno quelle a benzina e gasolio. Ma non solo: l’elettrificazione dei consumi è alla base della transizione ecologica (per marginalizzare la quota dei combustibili fossili nel mix energetico totale), e anche l’intelligenza artificiale e le altre tecnologie digitali avranno bisogno di elettricità per funzionare.
“È davvero necessario anticipare i tempi dei progetti [di generazione elettrica, ndr] e avere un alto senso di urgenza”, ha detto Musk. “La mia più grande preoccupazione è non si avverta abbastanza l’urgenza”.
LA SPESA DELLE UTILITY AMERICANE
Secondo le stime di Deloitte, riportate dal Wall Street Journal, le principali società elettriche statunitensi spenderanno un totale di 1800 miliardi di dollari entro il 2030 per l’adeguamento delle infrastrutture di rete, che andranno allargate e “irrobustite” per permettere l’integrazione in sicurezza delle fonti rinnovabili intermittenti (eolico e solare). Già oggi il settore elettrico americano fatica a stare al passo con la domanda nei momenti di picco, ad esempio durante le ondate di calore che fanno salire i consumi per il condizionamento dell’aria.
LE PREVISIONI SULLA DOMANDA ELETTRICA
Deloitte fa sapere che negli ultimi vent’anni la domanda elettrica negli Stati Uniti è cresciuta a un tasso medio annuo dell’1 per cento. “Se hai una domanda di energia elettrica piuttosto statica, come è stato il caso degli Stati Uniti per un po’ di tempo, e non è cambiata molto, allora va bene che i progetti richiedano molto tempo”, ha detto Musk. “Ma in uno scenario in rapida evoluzione, in cui la domanda di elettricità sta aumentando, dobbiamo muoverci molto più velocemente”.
Le previsioni di PG&E dicono che la domanda di elettricità negli Stati Uniti crescerà del 70 per cento nel prossimo ventennio, trainata dalla mobilità elettrica, dalle pompe di calore, dai dispositivi domestici e dai centri dati; per Deloitte, similmente, raddoppierà entro il 2050.
A detta di Musk, una fornitura inadeguata di energia elettrica creerà “intoppi” alla produzione industriale e problemi all’intera economia paragonabili a quelli causati dalla carenza di microchip che aveva paralizzato i settori automobilistico e tecnologico. “La mia previsione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Tesla, “è che passeremo da un’estrema carenza di silicio oggi a una carenza di elettricità tra due anni. È più o meno questa la tendenza delle cose”.
L’INTERESSE DI MUSK
Le frasi pessimistiche di Elon Musk vanno analizzate tenendo conto dei suoi interessi personali: essendo a capo di un’azienda di che produce veicoli elettrici, impianti di energia solare e sistemi di stoccaggio, Musk ha tutto da guadagnare da una maggiore disponibilità di elettricità e da una sua migliore distribuzione sul territorio statunitense, anche considerato che Tesla vuole arrivare al 2030 con una produzione annua di 20 milioni di veicoli.