Il Covid non fa più paura e i dati mostrano che la curva dei contagi è in discesa, tuttavia, il virus continua a circolare e le autorità sanitarie pensano già alla strategia da adottare il prossimo autunno quando inizierà anche la stagione dell’influenza.
Ecco dunque quali indicazioni arrivano dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in merito alle future vaccinazioni anti-Covid.
GLI ULTIMI DATI SUL COVID IN ITALIA…
Secondo l’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute, nella settimana dal 2 al 9 giugno si sono registrati 9.084 nuovi contagi – in calo del 31,2% rispetto alla settimana precedente quando erano 13.208. Anche i decessi registrati (108) sono in flessione del 13,6% rispetto alla settimana precedente quando erano 125.
…IN EUROPA…
Anche l’Ecdc fa sapere che a livello europeo, nella settimana terminata lo scorso 4 giugno, “sono state osservate tendenze decrescenti o stabili negli indicatori”, come già osservato nelle ultime settimane.
Inoltre, “secondo le previsioni dei modelli, nessun Paese dovrebbe registrare aumenti nel numero di casi segnalati, ricoveri ospedalieri o decessi nel periodo fino al 18 giugno”.
…E NEL MONDO
Infine, per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a livello globale, negli ultimi 28 giorni (dall’8 maggio al 4 giugno 2023) sono stati segnalati oltre 1,7 milioni di nuovi casi e oltre 10.000 decessi, con un calo rispettivamente del 38% e del 47% rispetto ai 28 giorni precedenti (dal 10 aprile al 7 maggio 2023).
COSA DICONO EMA ED ECDC SULLE VACCINAZIONI IN AUTUNNO
Ema ed Ecdc hanno dunque hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui consigliano di dare priorità nelle prossime campagne vaccinali alle persone che sono più a rischio di contrarre malattie gravi.
Tra queste, vengono indicati gli over 60, le persone con un sistema immunitario indebolito e condizioni di base che le espongono a un rischio più elevato di andare incontro a una forma grave di Covid, indipendentemente dall’età, e le donne incinte.
Anche la vaccinazione degli operatori sanitari, aggiungono le istituzioni, dovrebbe essere presa in considerazione per la loro probabile maggiore esposizione a nuove ondate e per il loro ruolo chiave nel funzionamento dei sistemi sanitari.
Non si parla di obblighi per nessuno, ma solo di raccomandazioni. L’obiettivo è proteggere le persone più fragili ed evitare di mettere in crisi i sistemi sanitari.
QUALI VACCINI UTILIZZARE
Sebbene Ema ed Ecdc affermino che “i vaccini attualmente autorizzati continuano a essere efficaci nel prevenire il ricovero, le malattie gravi e la morte dovuta al Covid-19”, aggiungono anche che “la [loro] protezione contro il virus diminuisce nel tempo man mano che emergono nuove varianti Covid”.
Per questo, “in linea con l’esito delle recenti riunioni delle autorità di regolamentazione internazionali e dell’Oms, la task force di emergenza dell’Ema raccomanda di aggiornare i vaccini per colpire i ceppi XBB (un sottogruppo di Omicron), che sono diventati dominanti in Europa e in altre parti del mondo”.
Un invito, dunque, alle case farmaceutiche a continuare ad aggiornare i propri vaccini anti Covid, che dovrebbero essere pronti il prossimo autunno.
IL COMMENTO DI REZZA
È d’accordo con le indicazioni europee l’epidemiologo Gianni Rezza, che è stato Direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute durante la pandemia e a cui, per il momento, non è succeduto nessuno.
“È fondamentale che anche l’Italia cominci a lavorarci da subito per essere pronti con la nuova campagna vaccinale in autunno partendo se possibile già da inizio novembre con le prime vaccinazioni”, ha detto al Sole24Ore, ricordando che la platea indicata da Ema ed Ecdc per le vaccinazioni “coincide di fatto con quella dell’influenza”.
Nessun obbligo, sottolinea Rezza, “solo una raccomandazione” per mettere al riparo i più fragili.
MA GLI ITALIANI VORRANNO VACCINARSI ANCORA?
Come osserva il quotidiano economico la vera sfida sarà convincere gli italiani e secondo Rezza l’unico modo per vincerla sarà passare “a una vaccinazione stagionale […] possibile solo se il virus non continua a fare ondate in qualsiasi stagione dell’anno”.
Per l’esperto, un’altra opzione, già adottata l’anno scorso, è vaccinare over 60 e fragili nello stesso giorno sia contro il Covid che contro l’influenza. Ma anche in questo caso “bisogna vedere quanto sarà accettato”.
UN VACCINO UNICO PER INFLUENZA E COVID
Un passo avanti per semplificare le future campagne vaccinali e motivare più persone a proteggersi potrebbe essere un vaccino unico contro Covid e influenza, a cui le case farmaceutiche stanno lavorando da tempo.
Potrebbe essere sia a mRna che proteico, come gli attuali antinfluenzali, ha spiegato il professore di igiene all’Università del Salento, Pierluigi Lopalco, che si dice sicuro del fatto che “in futuro avremo vaccini combinati e potremo passare da una co-somministrazione ad un unico vaccino”.
“Questo – sottolinea il professore – sarebbe molto utile nel caso in cui avessimo una stagionalità per il coronavirus molto netta”.