La tregua di cinque anni raggiunta ieri tra gli Stati Uniti e l’Unione europea sulla (lunghissima: risale al 2004) disputa Airbus-Boeing, fatta di imposizioni reciproche di dazi, è stata interpretata come un ramoscello d’ulivo offerto dall’amministrazione di Joe Biden a Bruxelles. L’obiettivo della Casa Bianca è allentare le tensioni con l’Europa, recuperare i rapporti dopo gli anni di Donald Trump, e portarla dalla parte dell’America nella competizione con la Cina.
LE AMBIZIONI DI PECHINO NELL’INDUSTRIA DEL TRASPORTO AEREO
Questa sfida a Pechino passa anche per l’industria del trasporto aereo, di cui Boeing e Airbus sono i maggiori rappresentanti – uno americano e l’altro europeo, rispettivamente – al mondo. La Cina vorrebbe infatti inserirsi nel settore e togliere alle due aziende il primato nella produzione di aeromobili per uso civile.
Il velivolo che incarna le ambizioni cinesi è il C919, un aereo a corridoio singolo (single-aisle, in inglese) realizzato dalla società aerospaziale statale Commercial Aircraft Corporation of China (COMAC).
IL PROGETTO C919
COMAC ha iniziato lo sviluppo del C919 nel 2008, mantenendo una certa riservatezza sul progetto. A inizio marzo il vicepresidente della società, Wu Guanghui, ha però annunciato che l’aereo dovrebbe completare i test e ottenere il certificato di aeronavigabilità (che lo rende idoneo al volo) entro la fine dell’anno.
COMAC ha già ricevuto un ordine per cinque unità di C919 da parte della compagnia aerea cinese China Eastern Airlines. È stato firmato il 1° marzo.
L’UNICA ALTERNATIVA A BOEING E AIRBUS?
Il C919 è stato progettato apposta per competere con i Boeing 737 MAX e con la famiglia A320neo di Airbus. Di fatto, scrive Reuters, sarà la loro unica alternativa sul mercato degli aerei da più di cento posti, visto che le due aziende hanno rilevato la produzione dei velivoli rivali realizzati da Embraer (brasiliana) e da Bombardier (canadese).
Secondo Bloomberg, difficilmente COMAC sarà in grado di spezzare immediatamente il duopolio Airbus-Boeing, e anzi avrà bisogno di molti anni prima di diventare una minaccia seria per le due aziende occidentali. Peter Harbison, presidente emerito di CAPA – Centre for Aviation, portale di riferimento per il mondo dell’aviazione, pensa che COMAC non avrà a disposizione volumi di vendite sufficienti per convincere i potenziali clienti al di fuori della Cina ad acquistare il C919, invece che i modelli già affermati.
IL NUOVO AEREO DI COMAC
COMAC potrebbe però affidarsi al mercato interno, quello cinese – che ha ambizioni di autosufficienza e vorrebbe distaccarsi da Airbus e Boeing -, per crescere e guardare con più serenità al lungo termine. La società sta infatti già lavorando a un progetto ancora più ambizioso del C919: si chiama CR929, un aereo a doppio corridoio (anche detto a fusoliera larga) sviluppato assieme a un partner russo.
Sempre Bloomberg fa però notare come il C919 non sia un aereo al cento per cento “cinese”: viene sì realizzato in Cina, ma dipende dalle società straniere – come la statunitense General Electric – per alcuni componenti.
COSA HA FATTO BIDEN
Il 3 giugno l’amministrazione Biden ha firmato un ordine esecutivo per vietare agli americani di investire in cinquantanove aziende cinesi che hanno legami con le forze armate di Pechino; entrerà in vigore il prossimo 2 agosto. Tra le compagnie colpite c’è la Aviation Industry Corporation of China, importante azionista di COMAC.
COSA PENSA L’EUROPA
L’opinione della Cina nelle istituzioni dell’Unione europea sta cambiando e si sta irrigidendo, ma il blocco non sembra ancora convinto a schierarsi nettamente contro Pechino, come vorrebbe Washington.
Ci sono però dei temi che stanno particolarmente cari a Bruxelles: la concorrenza sleale da parte delle aziende sovvenzionate dai governi, oppure i trasferimenti forzati di tecnologie. “Molti di questi elementi derivano dal modello strutturale della Cina”, aveva dichiarato il commissario europeo per il Commercio Valdis Dombrovskis. E da questi elementi allora gli Stati Uniti potranno far partire la collaborazione anticinese con l’Europa.
LA COLLABORAZIONE USA-UE
Assieme alla tregua sul caso Airbus-Boeing, infatti, l’America e l’Unione europea si sono impegnate a respingere insieme le “pratiche non di mercato di parti terze” che minacciano gli interessi delle loro aziende. Si riferiscono proprio a COMAC e al sostegno che riceve dal governo cinese: la società è stata una delle principali beneficiarie del piano Made in China 2025, emesso nel 2015, che mirava a rafforzare la posizione di Pechino nel settore della manifattura avanzata.