La campagna vaccinale anti Covid-19 è iniziata da appena un mese, ma il governo ha già dovuto rimettere mano al piano vaccinale. L’immunizzazione degli over 80 slitta di almeno un mese, mentre rallenta la vaccinazione anche del personale sanitario per dare la priorità ai richiami.
Tutta colpa dei ritardi di Pfizer, sostiene il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, agguerrito contro la Big farmaceutica, che però, contro eventuali mosse legali dell’Italia, è in una botte di ferro, proprio grazie al contratto siglato con l’Ue, secondo quanto rivelato oggi dal Corriere della Sera.
Tutti i dettagli.
I RITARDI DI PFIZER
Partiamo dai numeri. All’Italia spettano, in totale, 40 milioni di dosi del vaccino di Pfizer, di cui 8,7 milioni dovranno essere consegnate entro il primo trimestre 2021. Si tratta del 13,46% di quelle ordinate da Bruxelles, che arriveranno in Italia con consegne settimanali concordate con la casa farmaceutica.
Ed è stata proprio Pfizer a comunicare da metà gennaio, che le consegne settimanali avrebbero subito dei ritardi. Nell’ultima settimana c’è stato un taglio nelle forniture del 29%, ed in questa settimana del 20%.
CLAUSOLE, PENALI E NON SOLO: PFIZER IN UNA BOTTE DI FERRO
Ritardi, però, che non possono essere contestati. Nel contratto sottoscritto tra Bruxelles e Pfizer, come scoperto dal Corriere della Sera, le penali “sono esclusivamente sulle forniture trimestrali e non su quelle settimanali”.
Il contratto, spiega il quotidiano, fissa “una penale del 20% del valore delle dosi non consegnate” che aumenta in base ai giorni di ritardo. “L’applicazione delle penali non è automatica”, si legge nel contratto secondo il Corsera. Alla fine del primo trimestre deve inizialmente essere esplorata la strada per un “rimedio” alla inadempienza. Pfizer potrebbe rimborsare i Paesi, decidere se cessare il contratto o, solo in alternativa, si penserà all’applicazione della penale.
AVVOCATURA DELLO STATO INVESTITA INUTILMENTE?
E dunque, la battaglia che il governo italiano vorrebbe intraprendere con Pfizer, coinvolgendo l’avvocatura di Stato sembra già essere persa in partenza.
PFIZER: ACCORDO SU DOSI, NO FIALE
Persa non solo per la clausola, ma anche perché secondo Pfizer ritardi non ce ne sono. “Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime”, ha detto Pfizer contattata da Sky Tg24. La casa farmaceutica ha poi aggiunto che “dall’8 al 18 gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c’è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso. Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale”.
LA CONCESSIONE DELL’EMA
Ed è qui che serve fare un passo indietro. Dopo l’approvazione del vaccino, l’otto gennaio 2021, l’Ema in linea con la Fda, ha stabilito che da ogni fiala poteva essere estratta una sesta dose di vaccino, invece delle 5 preannunciate.
I NUOVI CALCOLI DELLA BIG PHARMA
E quella sesta dose non è certo gratuita. È per questo che Pfizer sostiene: “After dilution, one vial contains 6 doses of 0.3 mL. Vial labels and cartons may state that after dilution, a vial contains 5 doses of 0.3 mL. The information in this Fact Sheet regarding the number of doses per vial after dilution supersedes the number of doses stated on vial labels and cartons”, ovvero: “Dopo la diluizione, un flaconcino contiene 6 dosi da 0,3 mL. Le etichette e le confezioni delle fiale possono indicare che, dopo la diluizione, una fiala contiene 5 dosi da 0,3 mL. Le informazioni contenute in questa scheda informativa relative al numero di dosi per flaconcino dopo la diluizione sostituiscono il numero di dosi indicate sulle etichette dei flaconi e sui cartoni”.
LE PAROLE DI ARCURI
Calcoli, questi, che però non sembrano toccare Arcuri. Il commissario straordinario per l’emergenza, a Live #noneladurso, attacca Pfizer ed Astrazeneca (che ha annunciato ritardi ancor prima dell’approvazione): “Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l’Italia sia più penalizzata di altri. Queste aziende non producono bibite e merendine. Si sono impegnate a dare una certa quantità di vaccini che sono molto più importanti delle bibite e merendine. Se avessimo i vaccini che sono stati annunciati dalla aziende farmaceutiche entro l’autunno potremmo vaccinare fino a 45 milioni di italiani, ma non credo a queste aziende. Io voglio vedere i vaccini. Ci possono essere delle asimmetrie, secondo cui le poche cose che si producono non per forza vadano nei luoghi dove devono andare”.
IL CONTRATTO CON LA GERMANIA
C’è da dire che, come fa notare il Corriere della Sera, che non tutti gli Stati Ue vengono trattati allo stesso modo. Nei documenti a disposizione dell’Avvocatura dello Stato per la diffida che già oggi potrebbe partire è confermato che BioNTech, l’azienda tedesca che insieme a Pfizer ha prodotto il vaccino, “ha siglato un contratto parallelo con la Germania che si aggiunge a quello concordato da Bruxelles. E che rischia di minare la distribuzione equa delle dosi tra gli Stati dell’Unione stabilita in percentuale rispetto agli abitanti di ogni Paese, visto che garantisce a Berlino una fornitura aggiuntiva di 30 milioni di dosi”, scrive il Corriere.
SILERI: LA DIFFIDA HA SENSO
Anche Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, concorda con l’azione legale contro Pfizer, nonostante le prime titubanze. “I ritardi di Pfizer sono legati alla capacità di produrre in relazione allo stabilimento e alla sede attualmente in attività. Il contratto peraltro è in relazione alle dosi e non alle fiale. L’azione legale, la diffida in primis dell’Italia ma anche dell’Europa, ha un razionale, ovvero quello di ricevere le dosi concordate e poi ha senso rispetto ai ritardi che possono non essere recuperati”, ha detto Sileri, intervenuto a Radio24.
“Tuttavia già Pfizer ha dichiarato che dal primo febbraio i ritardi e le dosi saranno recuperate: se il ritardo si estende per più di due settimane il problema diventa ampio, non solo per l’Italia ma per l’intera Europa”.