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Ama, la guerra della monnezza contabile a Roma tra Raggi e Bagnacani (il capo azienda silurato)

Nuova puntata delle tensioni politiche e aziendali a Roma nell'azienda dei rifiuti Ama fra il sindaco Raggi e l'ex capo azienda Bagnacani

Nuova puntata delle tensioni politiche e aziendali a Roma nell’azienda dei rifiuti Ama fra il sindaco Raggi e l’ex capo azienda Bagnacani.

L’Espresso ha scoperto che l’ex presidente e ad dell’Ama Lorenzo Bagnacani, che è stato licenziato in tronco dalla Raggi a febbraio, qualche giorno fa ha spedito ai pm un nuovo esposto, dove accusa la sindaca in persona.

LA DENUNCIA DI BACAGNANI CONTRO RAGGI

La Raggi, scrive Bagnacani ai pm, avrebbe infatti esercitato “pressioni” indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, “finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali”.

LA DECISIONE DELLA RAGGI SU AMA

Il culmine dello scontro si è registrato lo scorso febbraio, quando Raggi ha firmato un’ordinanza con cui ha revocato l’intero consiglio di amministrazione della municipalizzata dei rifiuti di Roma.

L’AD AMA SILURATO DA RAGGIO

La decisione è stata comunicata nel corso di una giunta che ha votato una memoria con cui ha “preso atto” dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati. Il collegio dei revisori dei conti sostituirà il Cda per il tempo strettamente necessario alla ricostituzione del consiglio.

LA BOCCIATURA DEL BILANCIO AMA

All’inizio di febbraio la Giunta capitolina aveva bocciato il bilancio 2017 della municipalizzata, nonostante nel dicembre scorso i vertici lo avessero reimpostato sulla base delle indicazioni del Campidoglio.

LA DENUNCIA DI BAGNACANI

Secondo la denuncia, come scrive l’Espresso, il sindaco pentastellato avrebbe spinto il manager a togliere dall’attivo dell’azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell’anno precedente) “crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili”, con l’unico obiettivo – sostiene Bagnacani – di portare i conti di Ama in rosso. Un’accusa grave e molto simile a quella che l’ex direttrice del dipartimento Rosalba Matassa ha lanciato contro Giampaoletti, attuale braccio destro della sindaca ora indagato per tentata concussione.

CHE COSA DICE L’ESPRESSO

La rilevanza penale della vicenda è ancora tutta da dimostrare, chiosa il settimanale diretto da Marco Damilano: “Ma è un fatto che la storia rischia di creare più di un grattacapo alla sindaca. Anche perché Bagnacani a fine marzo ha allegato, insieme all’esposto, alcune registrazioni contenenti colloqui tra lui, Virginia Raggi e altri dirigenti comunali, oltre a centinaia di conversazioni a due fatte con la sindaca su Telegram e WhatsApp”, rivela il giornalista Emiliano Fittipaldi.

LE REGISTRAZIONI

Le registrazioni svelano una sindaca inedita, sottolinea il settimanale. Raggi, spazientita, dice a Bagnacani che Roma “è praticamente fuori controllo”, che “i sindacati fanno quel cazzo che vogliono”, e la Tari, la tassa sui rifiuti, non può essere aumentata perché “i romani oggi si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene…in altre zone…cioè non c’è modo, non c’è modo. Allora…quando ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno, cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli”.

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