Le applicazioni verranno in rilasciate solo dopo aver ricevuto una formale autorizzazione da parte del personale dipendente da Mountain View.
Dopo tre anni dalla fondazione dello store, più di 100.000 applicazioni alle spalle, si cambia. La scelta di Google è stata in realtà presa qualche mese fa, ma la notizia è stata diffusa solo di recente. Per tutelare sicurezza e la qualità Big G ha deciso quindi di seguire la direzione presa da Apple, che aveva fatto questa scelta già al momento dell’apertura dell’App Store. Google vuole quindi porre un freno ad app clone se non ai margini della legalità.
Il sistema di monitoraggio delle app avviene in due fasi, una automatica e l’altra manuale. Nella prima fase Google effettua un controllo mediate software al fine di verificare la presenza di virus malware o altri tipi di violazioni. Nel caso in cui i software rilevassero qualcosa di anomalo si passa ad una fase manuale dove entra in gioco il personale appositamente designato da Google. La presenza di anomalie come ad esempio la violazione del copyright, la presenza di contenuti violenti o pornografici determina un blocco automatico.
Politica confermata dall’adesione di Google, in Europa, al sistema di classificazione PEGI – pan-European Game Information.
Gli sviluppatori di app dovranno quindi aspettare del tempo prima della pubblicazione dei propri prodotti. Anche Apple utilizza lo stesso sistema ma i tempi spesso si dilatano.
Google tiene a precisare, non lesinando frecciate verso Cupertino, che il processo di controllo richiederà “ore e non giorni o settimane”, mantenendosi quindi all’interno delle 24 ore.