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Supercomputer. Il progetto europeo “Teraflux” parte da Siena

Cinque gli anni di lavoro, 150 gli studiosi coinvolti, 90 le pubblicazioni. Sono i numeri del progetto di ricerca internazionale “Teraflux”, che ha esplorato le massime potenze di calcolo dei supercomputer e dei sistemi cosiddetti embedded.

 

 

Il progetto – che si è appena concluso con successo – ha avuto un finanziamento europeo di oltre 6 milioni di euro e ha coinvolto ricercatori europei ed americani. Italianissimo, invece, il coordinamento scientifico del progetto, affidato al professor Roberto Giorgi del dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena.

 

“Teraflux sta cambiando il modo di realizzare software e hardware dei futuri computer – ha spiegato il professor Giorgi – tra i maggiori risultati scientifici che abbiamo ottenuto, la dimostrazione di nuove tecniche architetturali che permettono di continuare ad eseguire programmi anche in presenza di guasti nei processori o nelle interconnessioni, superando così una delle maggiori limitazioni per realizzare i futuri computer ad altissima efficienza energetica”. 

 

Come si legge in una nota dell’ateneo toscano il lavoro scientifico, finanziamento da parte del programma Fet (Future emerging technologies) dell’Unione Europea, ha condotto ad oltre 90 pubblicazioni, con una partecipazione di ricercatori provenienti da 11 diversi centri di ricerca. L’obiettivo del progetto era quello di studiare soluzioni per rendere i futuri chip, che conterranno da 1000 a 10000 processori, più facilmente programmabili, più affidabili e semplici da realizzare.

 

“I risultati sono applicabili a 360 gradi su ogni tipo di computer futuro, dal più piccolo al più grande, così come oggi negli smartphone stiamo usando soluzioni pensate venti anni fa per i supercomputer” dice Giorgi. La chiave di volta di Teraflux si basa sui principi cosiddetti “dataflow”, che consentono di migliorare notevolmente i consumi energetici.

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