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Yahoo: Verizon e Google vogliono il motore di ricerca

Scadono oggi i termini preliminari per l’acquisizione di Yahoo: Alphabet (Google) e Verizon pronte a darsi battaglia per l’acquisizione del motore di ricerca A volere Yahoo restano in pochi: sono Alphabet (Google) e Verizon le due big pronte a partecipare all’asta per aggiudicarsi il motore di ricerca. Oggi, 11 aprile, scadono i termini per la…

Scadono oggi i termini preliminari per l’acquisizione di Yahoo: Alphabet (Google) e Verizon pronte a darsi battaglia per l’acquisizione del motore di ricerca

A volere Yahoo restano in pochi: sono Alphabet (Google) e Verizon le due big pronte a partecipare all’asta per aggiudicarsi il motore di ricerca. Oggi, 11 aprile, scadono i termini per la presentazione delle offerte preliminari e, a meno di grosse sorprese, Comcast e At&t, i due colossi delle telecomunicazioni interessati a Yahoo solo un mesetto fa, rinunceranno a lanciarsi in nuovi mercati. All’asta potrebbero, invece, partecipare anche altri concorrenti, tra i quali l’istituto di credito Softbank, la rivista Time e il Daily Mail & General Trust, l’editore del giornale inglese Daily Mail.

Ma torniamo a Verizon e Alphabet. Se Verizon dovesse acquisire il motore di ricerca, la società di telecomunicazioni potrebbe diventare una vera spina nel fianco di Google. Il gruppo americano è pronto ad offrire 8 miliardi di dollari per acquistare siti come Yahoo sport, Yahoo notizie e Yahoo finanza ma anche l’omonimo motore di ricerca, il servizio di email, la piattaforma per blog tumblr e quella per immagini flickr. Sono esclusi, invece, dalla transazione gli asset più preziosi della società internet: le partecipazioni in Yahoo Japan e nel sito cinese di commercio elettronico Alibaba.

verizon Yahoo

Con il nuovo acquisto, Verizon, porterebbe avanti un progetto iniziato a giugno del 2015, quando ha acquisito AOL: la società di telecomunicazioni unirebbe, infatti, le attività  internet di Yahoo! con quelle di Aol.

A minare, però, i piani di Verizon c’è un altro big. Anche Alphabet, infatti, intende partecipare all’asta. Google potrebbe anche sfruttare l’acquisto di Yahoo come strumento di trattativa per entrare nel settore della telefonia, per ora appannaggio di Verizon.

Perchè Yahoo È in crisi?

Se è vero che la pressione su Yahoo! si è enfatizzata solo negli ultimi mesi, è anche vero che la grave situazione in cui adesso si trova l’azienda ha radici lontane. Senza dubbio, il motore di ricerca è stato un gigante del web, grazie anche alla fornitura di servizi gratuiti di posta elettronica.

Fondato da due giovani ricercatori della Stanford University, David Filo e Jerry Yang, il motore di ricerca sfruttava il servizio di posta per attrarre investimenti pubblicitari, ottenendo gran successo nei primi anni.

A segnare l’inizio del declino è l’arrivo, mentre si contendevano il mercato Yahoo e Google, di Microsoft, interessato ad acquistare il pacchetto di maggioranza delle azioni della compagnia della rete. A respingere l’offerta (di 44,6 miliardi di dollari) è stato Jerry Yang. Respingere l’offerta per Yahoo, forte in quel periodo delle quotazioni in borsa, significava vincere la battaglia contro Microsoft. Ma proprio da quella battaglia è iniziata la fine del colosso. In pochi mesi le azioni di Yahoo! hanno perso metà del loro valore e Jerry Yang è stato costretto a lasciare il consiglio di Amministrazione. A sostituirlo è stata Marissa Mayer, prima ingegnere donna assunta da Google.

Nemmeno l’intervento della nuova Ceo, Marissa Mayer è bastato per fermare il declino. Motivo? Yahoo non si è ben adattato ai cambiamenti del panorama della Rete. Ora non basta più un servizio di mail gratuito per attirare investimenti in pubblicità. E ad oggi, nella produzione di contenuti e nella capacità di sviluppare applicazioni che creano fidealizzazione, Yahoo! sembra avere poco da offrire.

Per risollevare l’azienda si è pensato anche al ridimensionamento di migliaia di ‘knowledge workers’, il vero punto di forza del motore di ricerca.

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Ripercorriamo alcune tappe che hanno contraddistinto il lavoro di Marissa Mayer negli ultimi due anni:

  • a Marzo 2015 i vertici della compagnia annunciano le dismissioni dell’ultimo ufficio cinese, di Pechino, dove lavoravano 350 dipendenti. Non un ufficio operativo ma un centro di ricerca e sviluppo, inaugurato nel 2009.
  • a Gennaio 2015 alcune indiscrezioni di stampa riportano che il numero uno di Yahoo vuole puntare sulla pubblicità su device mobili. A coordinare le attività sarà Prashant Fuloria, manager con una carriera importante nel mercato pubblicitario.
  • all’inizio di Gennaio del 2015 timidi segnali di ripresa. Il motore di ricerca guidato dalla Mayer recupera il 2% passando dall’8 al 10% del totale delle ricerche su territorio americano. Nello stesso periodo Google cala dal 77,5% al 75,3%.
  • Novembre 2014, Mozilla si allea con Yahoo. Accordo importante per Marissa Mayer, perchè secondo i dati di Netmarketshare, nel settore del desktop il divario tra Chrome e Mozilla è del 7%: 21% contro il 14% dei neo alleati di Yahoo.
  • Ottobre 2014. La Mayer ipotizza di acquistare Snapchat, il famoso servizio di chat “usa e getta” molto in voga tra i ragazzi americani. Ma l’assalto al gioiellino della messaggistica temporanea, valutato circa 10 miliardi di dollari, si rivela solo una indiscrezione giornalistica.

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