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Venezuela in default: il Presidente Maduro ottiene poteri speciali

La Corte Suprema del Venezuela ha concesso poteri speciali al Presidente Nicolas Maduro con l’obiettivo di risollevare il Paese Venezuela in stato di emergenza: la Corte Suprema, l’11 febbraio, ha concesso poteri speciali al Presidente Nicolas Maduro, provando così a fronteggiare la grave emergenza economica che ha colpito il Paese. La decisione della Corte, che conferisce…

La Corte Suprema del Venezuela ha concesso poteri speciali al Presidente Nicolas Maduro con l’obiettivo di risollevare il Paese

Venezuela in stato di emergenza: la Corte Suprema, l’11 febbraio, ha concesso poteri speciali al Presidente Nicolas Maduro, provando così a fronteggiare la grave emergenza economica che ha colpito il Paese.

La decisione della Corte, che conferisce un ampliamento dei poteri a Maduro per un periodo determinato di 60 giorni, contrasta la volontà del Congresso venezuelano, controllato dall’opposizione (Presidente del Parlamento, al posto dell’uscente Diosdado Cabello, è il leader del partito Azione Democratica, Henry Ramos ), che per ben due volte non ha approvato lo stato di emergenza.

I piani di Maduro per risollevare il Paese sono ancora sconosciuti, ma dovrebbero aumentare le entrate fiscali, innalzando il prezzo della benzina, ed inasprire il controllo economico sul Paese. ‘Ora che il decreto d’emergenza è stato approvato ho intenzione di attuare una serie di misure nei prossimi giorni, sulle quali stavo già lavorando da tempo’, ha dichiarato Maduro subito dopo la decisione della Corte Suprema.

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La crisi economica del Venezuela

Il prezzo del petrolio, principale prodotto esportato dal Venezuela, mette in ginocchio il Paese latinoamericano. Il greggio sotto i 30 dollari è la causa principale della devastazione dell’economia chavista venezuelana, che vede la moneta del paese, il bolivar, svalutarsi sempre più verso il dollaro, con un valore vicino allo zero. L’attuale situazione mondiale impedisce al Paese di mantenere in equilibrio il sistema di approvvigionamento di dollari, che si basa su un complesso sistema tripartito. A pagarne le conseguenze, ovviamente, i cittadini che sentono il tracollo del valore del bolivar sul mercato parallelo, con una fortissima riduzione del potere d’acquisto. Sul mercato nero, un dollaro equivale oggi quasi 960 bolivar, circa 150 volte di più del cambio ufficiale di 6,3.
Un problema, questo, che si affianca ad un’inflazione galoppante. Il direttore dell’Emisfero Occidentale delFondo Monetario Internazionale, Alejandro Werner, ha sostenuto che quest’anno l’inflazione esploderà al 720%, rispetto al 275% del 2015. Brutte notizie anche per il Pil, che dopo essere crollato del 10% lo scorso anno, nel 2016 dovrebbe contrarsi ancora dell’8%.

Davvero difficile la situazione per la popolazione, che fa i conti con una crisi di approvvigionamento che diminuisce drasticamente la possibilità di accesso ai prodotti alimentari, ai beni di prima necessità e ai medicinali, i cui prezzi sono aumentati spropositatamente.

Per anni il Venezuela ha venduto il petrolio ad un prezzo triplo rispetto a quello odierno. Ora che il sogno petrolifero sembra finito, l’economia fallirà? Per qualcuno è già fallita. Un funzionario della Banca Centrale ha dichiarato al Washington Times che il Paese è già in default e che non sembra esserci ‘alcuna fine in vista per i problemi del Venezuela’.

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