Continuano le accuse nei confronti di Uber, i procuratori distrettuali di San Francisco hanno accusato la società di avere carenze sistemiche nelle procedure di controllo dei precedenti personali degli autisti.
Secondo i procuratori distrettuali persone condannate per reati sessuali, furto e furto di identità, rapina e omicidio hanno superato il processo di screening dell’impresa ricoprendo il ruolo di autisti fino a quando non sono stati citati in giudizio per la fornitura di corse illegali.
«Io sostengo l’innovazione tecnologica. L’innovazione, tuttavia, non dà alle imprese una licenza per ingannare i consumatori su questioni che riguardano la loro sicurezza», ha detto il procuratore distrettuale di San Francisco George Gascon, citato da Reuters.
In risposta alle accuse la società simbolo della sharing economy ha dichiarato che il suo sistema di screening del personale è stato a volte molto più efficace di quello utilizzato dalle compagnie di taxi. Uber dichiara che solo l’anno scorso sono state respinte più di 600 aspiranti autisti tra Los Angeles, San Diego e San Francisco in quanto condannati in precedenza per reati legati alla guida.
Le accuse dei procuratori distrettuali si innestano su una denuncia presentata nel mese di dicembre. I pubblici ministeri sostenevano che i conducenti Uber prestavano il loro servizio negli aeroporti senza aver ottenuto l’autorizzazione, richiedendo inoltre un extra di 4 dollari ai passeggeri.
Nonostante le difficoltà con le autorità, Uber continua ad essere una delle aziende leader della della sharing economy. Il servizio di trasporto della società è presente in 57 paesi è la società ha un valore stimato di più di 40 miliardi di dollari.