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Telecomunicazione

Tim, rete e Golden power: se il Governo si divide

La questione del Golden Power su Tim è più complicata di quello che sembra e coinvolge tantissimi attori   Golden Power, rete, interesse nazionale, ma anche banda larga e Open Fiber, Mediaset e Vivendi. I giocatori in campo sono tanti, forse troppi: la partita non è certo semplice e se da una parte c’è il…

La questione del Golden Power su Tim è più complicata di quello che sembra e coinvolge tantissimi attori

 

Golden Power, rete, interesse nazionale, ma anche banda larga e Open Fiber, Mediaset e Vivendi. I giocatori in campo sono tanti, forse troppi: la partita non è certo semplice e se da una parte c’è il futuro infrastrutturale ed economico dell’Italia, l’interesse strategico di alcuni asset e la volontà di proteggere questi ultimi, dall’altra ci sono i buoni rapporti con la Francia e la volontà di non spaventare quelli che potrebbero essere i futuri investitori.

Vivendi TelecomAnche gli spettatori sono davvero tanti: Iliad, per esempio, che dovrebbe arrivare sul mercato entro i primi mesi del 2018 e che starebbe preparando il piano di attacco, Wind, che sigla accordi con OpenFiber per poter offrire ai clienti internet super veloce, ma anche Vodafone. Insomma la questione non è certo semplice e di facile risoluzione e tutto questo si rispecchia anche all’interno del Governo. E nello scontro tra il Premier Gentiloni e il Ministro dello Sviluppo Economico, in particolare.

Cosa divide il Governo?

La questione Golden Power, già applicato a metà ottobre, e le sue conseguenze. Mentre Paolo Gentiloni propone un approccio più morbido e una linea di appeasemente, lasciando la questione a quello che sarà il Governo futuro, Carlo Calenda non intende fare alcuno sconto ai francesi di Vivendi, nemmeno temporale. Per il ministro bisogna andare fino in fondo alla questione, applicando il Golden Power alla lettera: “Va fatto tutto il processo per far capire che siamo un Paese serio. Lì c’è l’interesse nazionale”, ha dichiarato Calenda. Non è mai stato un segreto, d’altronde, il piano del ministro: scorporare la rete Tim e, in qualche modo, nazionalizzarla.

Dopo l’incontro tra Celanda e il nuovo ad di Tim, Amos Genish, però, la pace sembrava essere arrivata. E anche il Ministro sembrava aver allentato la presa, in nome di un accordo forse più ampio, secondo cui Vivendi sarebbe pronta a ridurre la propria quota in Mediaset fino al 5%. Sembrava, appunto, perchè Calenda non dimentica e chiede invece all’Esecutivo di andare fino in fondo alla questione. Un’azienda che fa un investimento in tlc, tanto per fare un esempio a caso, e ha doveri di notifica di aver perso controllo e non lo fa, ci ha trattato come se fossimo la Guyana francese”, ha detto ieri Calenda.

Oggi l’incontro con Genish,

Qualcosina in più, potremo scoprirla oggi. Calenda, infatti, incontra l’amministratore delegato di Tim, Amos Genish, e insieme discuteranno della rete, degli investimenti e del futuro di Tim (e di Vivendi).

Genish non sembra essere intenzionato ad abbandonare la rete Tim, ma sembra essere aperto al dialogo.

Entra in Gioco Open Fiber

internetEd è qui che entra in gioco Open Fiber, sul fronte reti. L’azienda partecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti sta per dire addio a Tommaso Pompei e accogliere, nel ruolo di amministratore Delegato, Elisabetta Ripa, ex Tim. Che sia un piccolo passo verso nuovi scenari, dul fronte reti e banda larga? Qualcuno suggerisce di sì, ma è presto dirlo. Come è presto anche pensare ad una unificazione della rete tra Open Fiber e Tim (cosa che potrebbe gradire anche Calenda, vista la quota di Cassa Depositi e Prestiti).

E se è vero che Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, si è più volte espresso a favore di un’unica rete, è anche vero che Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, che partecipa al 50% ad Open Fiber, sostiene che una doppia rete nelle aree a successo di mercato ci può stare, come ci sta la rete per la fornitura di energia.

E Mediaset?

Su Mediaset abbiamo già accennato prima. Questa grande partita riguarda anche l’azienda del Biscione. Vivendi potrebbe far scendere la quota di partecipazione nella società, pur di mantenre la pace con l’esecutivo. Nessuno esclude però che tra i francesi e Mediaset possa scoccare la pace e si possa arrivare ad un nuovo accordo. Magari ad un accordo che coinvolga anche Tim.

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