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Bielorussia

Come Ryanair punta ai cieli (e ai clienti) italiani

Ryanair aumenta le rotte in Italia, cresce e pensa ad un nuovo brand per collegare le grandi città con la costa adriatica e ionica Dai cieli italiani, a Londra e alla Brexit. Negli ultimi mesi Ryanair è impegnata su più dossier: mentre prova a portarsi a casa almeno un pezzo di Alitalia, la compagnia avvisa…

Ryanair aumenta le rotte in Italia, cresce e pensa ad un nuovo brand per collegare le grandi città con la costa adriatica e ionica

Dai cieli italiani, a Londra e alla Brexit. Negli ultimi mesi Ryanair è impegnata su più dossier: mentre prova a portarsi a casa almeno un pezzo di Alitalia, la compagnia avvisa la Gran Bretagna che, causa Brexit, potrebbe perdere tutti i voli che partono da e per l’isola.

E nelle ultime ore, Alitalia a parte, Ryanair ha deciso di puntare sui nostri cieli e aumentare le tratte, con l’obiettivo, ovviamente, di fidelizzare i clienti del Belpaese e aumentare le entrate. Ma andiamo per gradi.

La Brexit, Ryanair e il problema dei cieli inglesi

La Brexit potrebbe rappresentare un serio problema per la Gran Bretagna. Non parliamo, questa volta, di banche pronte ad abbandonare Londra o di rincaro dei prezzi, ma di qualcosa di ben più grave. Secondo quanto denunciato dalla compagnia aerea low cost irlandese, infatti, l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, potrebbe lasciare nel limbo dei cieli l’isola.

Se Londra non metterà tra le priorità della trattativa una soluzione all’addio delle norme “Open Skies”, che fino ad oggi ha regolato i voli da e per l’Uk, infatti, rischia a partire da marzo 2019 di non veder partire o atterrare aerei. La Brexit ha creato un buco normativo sulla questione cieli. E i tempi sono anche stretti: i voli vanno “schedulati” l’anno precedente (nel 2018), dunque il Regno Unito ha solo un anno di tempo.

E anche per questo, che Ryanair che da sempre ha creduto nelle potenzialità del mercato inglese, ha deciso di rallentare: in Gran Bretagna impiega circa 3mila persone che contribuiscono a mantenere un traffico dagli investimenti. Attualmente, la compagnia aerea vanta in Uk 44 milioni di passeggeri e 19 basi esistenti, ma la crescita prevista scivolerà dal 15% ad un timido 6%.

“A nove mesi dal referendum sulla Brexit non sappiamo ancora quali saranno gli effetti sull’aviazione civile. Appare purtroppo molto chiaro il fatto che il governo di Londra non abbia un’idea sul come uscire dall’impasse e manca al momento anche un piano B. Quindi comincia a profilarsi la possibilità che nessun volo possa essere mantenuto tra l’Uk e il resto del Vecchio Continente. Ora bisogna che il governo meta al primo posto in agenda un piano specifico per l’aviazione civile”, ha affermato Kenny Jacobs, di Ryanair.

Ryanair aumenta il traffico in Italia

E per un mercato che rischia il fallimento, ce n’è un altro che si apre a nuovi investimenti. Quello italiano, su cui Ryanair ha promesso di investire, aumentando il traffico. Ad annunciare la strategia il chief commercial officer di Ryanair David O’Brien è stato in occasione di una conferenza stampa, tenutasi a Roma.
La compagnia irlandese è convinta che il traffico aereo italiano sia sottoservito: “L’Italia è completamente sottoservita. Il Sud ha bisogno di voli diretti. Serve un grande sforzo per concentrarsi sulla costa adriatica e ionica”, avrebbe affermato O’Brien, sottolineando che, nel corso nel 2017, Ryanair ha intenzione di incrementare del 12,5% il suo traffico in Italia, con 44 nuove rotte per l’inverno 2017/2018.

fiumicinoLe rotte, ovviamente, non saranno esclusivamente Italia-Italia. Una nuova rotta giornaliera, per esempio, sarà Roma-Tel Aviv (che arriverà già da fine ottobre).
L’aumento delle rotte interesserà “principalmente dagli aeroporti low cost di Milano, Napoli e Venezia, mentre i clienti romani saranno ancora una volta penalizzati e non godranno della notevole crescita di Ryanair a causa degli elevati costi imposti da Aeroporti di Roma”, ha aggiunto David O’Brien. Nella Capitale “c’è ancora tanto margine di crescita, è molto attrattiva ma non è ben servita”.

David O’Brien avrebbe anche una soluzione ad hoc per le tratte che collegheranno le grandi città alle coste adriatiche e ioniche: creare un brand unico, come fatto per la Costa Brava in Spagna.

I numeri di Ryanair in Italia

Dobbiamo dire che Ryanair in Italia è già abbastanza presente. Proprio il suo arrivo (e i suoi costi) hanno messo in difficoltà , negli ultimi anni, la nostra Alitalia. La compagnia low cost conquista sempre più quote di mercato: Ryanair ha aumentato il traffico di 4 milioni con 99 nuove rotte e 36 milioni di clienti. A Roma quest’anno Ryanair conta 60 rotte, 8,3 milioni di clienti e 6.200 opportunità di lavoro.

E la questione Alitalia?

Non è un mistero che la compagnia irlandese sia interessata ad acquistare l’azienda italiana. Ed è per questo che Ryanair ha fatto un’offerta non vincolante la scorsa settimana, “i cui dettagli, però, saranno noti più avanti”.

La società sarebbe ben disposta anche ad un accordo di feederaggio sul lungo raggio. “Pensiamo che Alitalia abbia molto potenziale. È molto importante che da questo processo emerga una Alitalia sana”, ha concluso David O’Brien.

Ryanair: faremo viaggiare gratis i nostri clienti

Ryanair avrebbe intenzione di far viaggiare i suoi passeggeri a costo zero. “Ho questa visione che fra 5 o 10 anni non si pagherà niente per viaggiare con la Ryanair”, ha affermato Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair. La compagnia aerea non intende certo far beneficenza, ma cambierebbe il modo di fare introiti: secondo l’idea di Michael O’Leary, infatti, Ryanair farebbe suoi profitti raggiungendo accordi con i ristoranti, i caffè e i negozi degli aeroporti, per ottenere una parte dei loro ricavi.

“Siamviaggiare gratiso noi che portiamo i clienti agli esercenti degli aeroporti. E gli aeroporti sono ormai diventati come dei centri commerciali. Per cui penso che in futuro una proposta del genere possa avere un senso. Forse non la accetteranno subito tutti gli aeroporti o tutte le compagnie aeree. Ma la nostra e alcuni degli aeroporti più piccoli di cui ci serviamo possono trovarla di mutuo interesse”, ha detto O’Leary.

Non è certo semplice far arrivare il prezzo del biglietto a costo zero. Oltre al costo da pagare per le spese di volo, infatti, il prezzo finale del biglietto prevede anche le tasse aeroportuali. “In molti aeroporti pago più di 20 sterline a passeggero in tasse”, ha detto O’Leary. “Se non dovessi pagarle, potrei vendere alcuni biglietti a 4 sterline o anche meno e in teoria scendere fino a zero”.

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