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Fed

Perché Powell della Fed è stato ottimista e aggressivo

Il commento giornaliero ai mercati finanziari di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr Sicuramente in pochi si aspettavano un Powell cosi ottimista e aggressivo. Nel breve discorso divulgato in anticipo rispetto alla testimonianza, il neo Presidente ha descritto un’economia forte e ha espresso fiducia nel ritorno dell’inflazione al target. Ha chiarito che la Fed…

Sicuramente in pochi si aspettavano un Powell cosi ottimista e aggressivo. Nel breve discorso divulgato in anticipo rispetto alla testimonianza, il neo Presidente ha descritto un’economia forte e ha espresso fiducia nel ritorno dell’inflazione al target.

Ha chiarito che la Fed favorirà detto ritorno, ma eviterà di far surriscaldare l’economia (smentendo alcune delle attese che circolavano sulla politica monetaria dei prossimi trimestri). Ha notato che, di recente, alcuni fattori macroeconomici sono diventati da negativi a positivi per la crescita, tra i quali ha citato espressamente la politica fiscale. Ecco altri spunti:

** La sua percezione dell’economia è migliorata da dicembre scorso una dichiarazione che è stata presa dal mercato come un implicito endorsement di 4 rialzi nel 2018

** Una politica fiscale più espansiva implica, ceteris paribus, una politica monetaria più restrittiva;

** Nonostante la recente volatilità, le condizioni finanziarie restano accomodanti. In altre parole, sotto la sua guida, il supporto della Fed ai mercati (la cosiddetta “Fed put”) arriverà su livelli decisamente più bassi di quelli attuali.

La reazione del mercato è stata coerente: robuste pressioni sulla curva dei tassi, dollaro che recupera contro tutte le principali divise, e un po’ di pressione sull’azionario, specialmente dopo il Q&A di Powell. Al solito, le bizze di Wall Street hanno sabotato la chiusura europea, che sembrava diretta verso un insperato progresso.

Di buono c’è che le banche hanno gradito le implicazioni per i tassi di interesse globali (Eurostoxx banks +0.75%). Se i bonds core hanno sofferto in simpatia con quelli US, i periferici hanno ben figurato guidati dal BTP, nonostante le aste odierne.

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