In un report Western Union avverte: industria del Fintech minacciata dal protezionismo americano e dalla Brexit. Ma il nuovo capo dell’Eliseo può dare una mano
Il Fintech ha due problemi in questo momento. Donald Trump e la Brexit. Il primo tacciato di protezionismo spicciolo, il che in un’economia globale come quella tecnofinanziaria è visto come cfumo negli occhi. La seconda, rea di aumentare la tensione tra le Fintech inglesi, impaurite di rimanere tagliate fuori dai mercati. Le cose stanno davvero così?
L’allarme di Western Union

Tra Trump e la Brexit
Dall’altra parte dell’Atlantico, non è la prima volta che lo spauracchio della Brexit mette in subbuglio l’industria del Fintech (qui lo speciale di Start Mag sul tema). Però se si continua così, secondo gli esperti di Western Union, si rischia di arrestare la crescita di un fenomeno in piena espansione. Il problema è che l’uscita del Regno Unito dal perimetro europeo rischia di far pagare parecchi soldi alle Fintech che vogliono esportare il proprio business. “Ho una certa preoccupazione per l’industria di fintech”, ha spiegato Hamilton. “In Gran Bretagna lo scorso anno gli investimenti nel Fintech sono diminuiti del 33% mentre nel resto del mondo sono aumentati del 10%: è chiaro che già nel Regno Unito c’è stato un impatto, e questo è qualcosa che dobbiamo guardare con molta attenzione”.
Fintech a prova di Brexit

La speranza Macron
Le Fintech a quanto sembra ripongono molta fiducia nel nuovo presidente francese Emmnuel Macron, capace a detta della Hamilton di garantire quella moderazione necessaria tra Trump e la Brexit. Il neo capo dell’Eliseo esercita dunque un certo fascino nella tecnofinanza. E non è un caso se, come ricordato giorni fa dal New York Times, tra i primi atti di Macron ci sia la creazione di un fondo per l’innovazione da 10 miliardi.






