“Il risultato economico di esercizio mostra un valore negativo per 6,22 md (-16,297 md nel 2015), con un miglioramento sul precedente esercizio da riferire essenzialmente ad un accantonamento al fondo rischi crediti contributivi di 6,22 mld, quando nel 2015 l’analoga posta era iscritta in bilancio per 13,09 md”, si legge nella relazione della Corte dei Conti – Sezione controllo Enti, sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Inps per l’esercizio 2016.

Non sono gli unici rilievi dei magistrati. Secondo la Corte dei Conti, inoltre, è necessaria una riforma della governance dell’Istituto. “Dal lato ordinamentale resta attuale – indica la Relazione- la necessità di una riforma della governance dell’Inps che parta dalla revisione di funzioni e compiti dei tre principali organi – di indirizzo e vigilanza, di rappresentanza legale dell’ente, di indirizzo politico-amministrativo – che, insieme al direttore generale, compongono quel particolare assetto duale disegnato dal legislatore per gli enti previdenziali pubblici”.
La riforma del sistema di governo dell’Istituto “ad opera del d.l. n. 78/2010, di accentramento nella figura del presidente dei compiti prima spettanti al Consiglio di amministrazione, non si è mostrata, infatti, sufficiente a conferire all’Istituto migliore equilibrio, in particolare, nei rapporti con il Consiglio di indirizzo e vigilanza”.
Secondo i magistrati contabili, “è da porre in rilievo come sul finire del 2017 la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati abbia approvato una proposta di modifica dell’ordinamento e della struttura organizzativa dell’Inps e dell’Inail, quale testo unificato delle tre proposte da tempo all’esame della medesima Commissione. Con lo scioglimento delle Camere, il percorso di riforma si è ovviamente interrotto, di talché appare auspicabile che esso trovi nella nuova Legislatura un rinnovato impulso”.





