Continua a salire la tensione tra Usa e Corea del Nord. Da Pyongyang arrivano nuove minacce di test nucleari e missilistici
Tensione alle stelle, con una guerra Usa-Corea del Nord che potrebbe scoppiare “all’improvviso”. Mentre nelle scorse ore Pyongyang avrebbe tentato di effettuare un test missilistico, fallendo, Usa e Corea del Sud hanno deciso di anticipare il dispiego dello scudo antimissile Thaad.
E dall’America, in una escalation di minacce, arriva l’avviso di non mettere alla prova la determinazione e la forza di Donald Trump, presidente Usa, pronto ad intervenire anche alla più piccola provocazione del leader nordcoreano Kim jong-un. Le motivazioni del conflitto sono sempre le stesse che hanno portato negli scorsi anni ad un isolamento economico di Pyongyang: i test nucleari della Corea del Nord, che violano le risoluzioni dell’Onu.
Ma in una eventuale guerra, chi sarebbero gli amici e chi i nemici di Pyongyang? E, sopratutto, la stessa Corea del Nord avrebbe la forza economica di affrontare un conflitto con gli Usa? Proviamo a capirlo insieme, partendo dalle ultime vicende.
Il tentativo fallito del lancio del missile
Secondo fonti della Corea del Sud, citate dalla Cnn, il 16 Aprile 2017, la Corea del Nord avrebbe tentato di effettuare un test missilistico, ma il tentativo è fallito. Il comunicato del ministero della Difesa sudcoreano sostiene che il missile sia partito dalla zona di Sinp, nella provincia di South Hamkyong.
Il tentativo è stato effettuato il giorno successivo alla grande parata militare in onore del 105esimo anniversario della nascita del presidente eternò Kim Il-sung, nonno dell’attuale leader Kim jong-un. Ricordiamo che il compleanno di Kim Il Sung è occasione di festa nazionale, e il giorno è conosciuto come la “Giornata del Sole”. Per onorare tale festività, viene organizzata una grande parata militare nella capitale Pyongyang Il 15 Aprile, tra i soldati in marcia, i carri armati e i camion con a bordo lanciarazzi multipli e prototipi di missili intercontinentali, hanno sfilato anche dei missili balistici strategici suscettibili di essere lanciati da sottomarini e sviluppati per ospitare testate nucleari capaci di raggiungere obiettivi in tutto il mondo. In mostra, dunque, le armi che la Corea del Nord potrebbe utilizzare in una eventuale guerra.
Usa e Corea del Sud anticipano dispiego dello scudo antimissile
Subito dopo poche ore dal lancio fallito del missile, il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, è giunto a Seul, capitale della Corea del Sud, per un tour di 10 giorni in Asia.
La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno anticipano il dispiego dello scudo antimissile Thaad. “Abbiamo concordato di rafforzare ulteriormente la posizione di pronta risposta dell’alleanza Usa-Corea del Sud, che corrisponde alle minacce poste dalla Corea del Nord, attraverso un rapido dispiego del Thaad (Terminal High Altitude Area Defense)”, ha detto il premier sudcoreano Hwang Kyo-Ahn, in una conferenza stampa congiunta con Mike Pence.
Il vicepresidente americano, intanto, ha intimato alla Corea del Nord di non mettere alla prova la “determinazione” di Donald Trump. “La Corea del Nord farebbe bene a non mettere alla prova la sua determinazione, o la potenza delle forze armate degli Stati Uniti in questa regione”, ha dichiarato Pence, nel corso della conferenza stampa congiunta al termine dei colloqui a Seul con il presidente facente funzione, il premier Hwang Kyo-Ahn.
Corea del Nord: siamo pronti a guerra Nucleare
Le minacce americane, però, non sembrano intimidire Pyongyang, che ha fatto sapere di esser “pronto ad una guerra nucleare”.
“Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e siamo pronti a colpire con attacchi nucleari nel nostro stile ad eventuali attacchi nucleari”, ha detto Choe Ryong-hae, il secondo più potente ufficiale del regime.
L’economia privata (e forte) della Corea del Nord
La Corea del Nord ha superato la crisi degli anni Novanta, cresce e continua a prosperare, nonostante l’isolamento economico imposto dall’Onu. È questa la fotografia del Paese che traspare da un articolo pubblicato sul Guardian dallo studioso russo Andrei Lankov.
Pyongyang, tra incertezze e (non poche) difficoltà, sembra aver superato la grande crisi economica e produttiva degli anni Novanta, affidando la sua crescita economica al carbone e all’impresa privata.
Non abbiamo statistiche di crescita affidabili sulla Corea del Nord, ma possiamo dire che le cose, in effetti, non sembrano andare così male. Secondo i calcoli di North Korea News, infatti, il Pil nordcoreano si dovrebbe attestare tra il 3 e il 4%, una cifra alta che ad ogni modo fa pensare ad una crescita importante e consistente.
La forza economica del Paese è sicuramente il carbone, che in passato come nel presente spinge il prosperare del Paese. Sì, è vero che questa fonte fossile emette il doppio delle emissioni di anidride carbonica rispetto al gas naturale, ma è pur vero che il mondo ancora non ne può fare a meno e che continua a rappresentare il 40% della fonte di energia mondiale. E così l’export di carbone è cresciuto da 1,8 a 2,8 miliardi di dollari, grazie all’import di Russia, India e Cina, che malgrado le sanzioni continua comunque ad intrattiene scambi commerciali con la Corea.
Come abbiamo accennato, non c’è solo il carbone. A farsi strada a Pyongyang è anche l’attività privata, nonostante sia ancora proibita in un regime totalitario comunista. Si tratta di un divieto solo formale, dal momento che nel corso degli ultimi anni si sono sviluppati diversi espedienti per aggirare formalmente il divieto e permettere la nascita di attività economiche private. A contribuire alla crescita della Corea del Nord, infatti, sono imprese sostanzialmente private, tra cui anche grosse aziende minerarie, di trasporto e raffinerie di petrolio.
C’è da dire che l’impresa è registrata come azienda dello Stato, ma viene gestita come farebbe un privato con la sua azienda. Tra il 30 e il 50% dell’economia nordcoreana è composta da questo settore “privato”. Proprio lo sviluppo del privato ha portato alla nascita di una nuova borghesia.
Non mancano le fasce di popolazione particolarmente disagiate: il divario tra poveri e ricchi è evidente.
Gli amici amatissimi della Corea del Nord
Non è proprio un Paese isolato la Corea del Nord, dal momento che intrattiene relazioni bilaterali con ben 165 paesi del mondo. Ottimi, in particolare, i rapporti con i paesi africani. E tra questi ne vanno ricordati, in particolare, quattro: Angola, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo e Burundi. Mentre la Guinea Equatoriale ha promesso un ulteriore impegno nel supportare i tentativi nordcoreani di creare una nazione socialista di successo, l’Angola continua a collaborare sui temi della sicurezza e dell’ordine pubblico.
A preoccupare l’Occidente è il rapporto tra la Repubblica Democratica del Congo e Nord Corea. Il 16 Maggio 2016, un rapporto dell’ONU illegalmente diffuso, ha portato alla luce il fatto che Kinshasa ha acquistato dalla Corea del Nord delle pistole e ha reclutato 30 istruttori nord coreani, per lavorare a fianco della polizia e della guardia presidenziale.
Tra gli alleati africani c’è anche il Burundi: il rapporto nasce in seguito alle condanne occidentali della violenza politica nello stato. L’isolamento di Bujumbura dai mercati internazionali, infatti, ha fatto si che la Corea del Nord divenisse un importante partner commerciale, dal quale acquisire merci, che a causa delle sanzioni, non le sarebbe possibili acquisire altrove.
C’è anche un altro grande alleato: la Cina. Sanzioni a parte, infatti, Pechino intrattiene importanti rapporti con la Corea del Nord fin dalla guerra di Corea del 1950-53 e da allora il rapporto non si è interrotto. Negli ultimi 10 anni sono emerse alcune problematiche. Nel 2006 ,quando Pyongyang testò un ordigno nucleare, Pechino in seno al Consiglio di Sicurezza non si oppose alla Risoluzione 1718 che impose sanzioni al regime coreano, appoggiando poi negli anni anche le successive decisioni sul tema, ma la Cina ha continuato a mantenere e rinforzare i propri legami con Pyongyang, dimostrandosi un grande alleato in sede ONU, facendo rientrare nelle sanzioni, almeno inizialmente, solo i beni di lusso.
I grandi nemici
La Corea del Nord ha anche grandi nemici: Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti d’America. E mentre Seul e Washington rafforzano il loro legame, proprio contro la Corea del Nord, il Giappone sta pensando ad una riforma costituzionale che sta portando il paese verso il riarmo e la costituzione di un esercito vero e proprio, slegato dai vincoli imposti dal Trattato di Pace di San Francisco.