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Controproposta

Grexit: lunedi la Grecia sarà fuori dall’Euro?

Il tempo è denaro, si sapeva. Il lungo tira e molla sui negoziati ha fatto lievitare i costi della manovra necessaria per mettere la Grecia in carreggiata, risultando credibile agli occhi dei membri dell’Eurozona. La Grecia è in recessione, si parla di tre punti percentuali sul PIL, ormai vanificate sono le stime che prevedevano una…

Il tempo è denaro, si sapeva. Il lungo tira e molla sui negoziati ha fatto lievitare i costi della manovra necessaria per mettere la Grecia in carreggiata, risultando credibile agli occhi dei membri dell’Eurozona. La Grecia è in recessione, si parla di tre punti percentuali sul PIL, ormai vanificate sono le stime che prevedevano una crescita dello 0,5%. Una situazione grave alla quale il governo Tsipras dovrà far fronte con una cura da cavallo. Il quotidiano Kathimerini parla di una manovra fatta di tagli alla spesa pubblica e un aumento della pressione fiscale da presentare entro stanotte, nettamente superiore agli 8 miliardi previsti qualche mese dal governo. Il cavallo di Troia per convincere l’Europa a nuovi piani di aiuti e rassicurare i creditori internazionali avrebbe un valore complessivo di 12 miliardi di euro, spalmati in due anni (per un confronto il decreto “Salva Italia” varato dal Governo Monti nel valeva 30).

Secondo un altro quotidiano greco, Naftemporiki, gli aumenti delle tasse sarebbero così distribuiti: aumenti dal 26% al 28% delle imposte sulle società; un aumento dell’Iva dal 10 al 13% sui beni di lusso; aumenti sull’Iva anche su prodotti alimentari trasformati, ristoranti, trasporti e alcuni servizi sanitari offerti dal settore privato dal 13 al 23%; stangate anche sugli hotel, con aumenti dal 6,5% al 14%. Nessun passo indietro sulle le Isole che continueranno, per la gioia dei creditori, a godere delle agevolazioni fiscali. Intanto un team di esperti da Parigi ha affiancato il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos con il compito di aiutare le autorità greche a mettere a punto un piano di proposte da presentare ai creditori internazionali.

Le misure per evitare il contagio

Domenica si terrà a Bruxelles il vertice dei 19 paesi dell’eurozona, nella quale verranno discusse le modalità per esorcizzare il rischio contagio, in vista del contraccolpi che le economie europee potranno subire a partire da lunedì mattina. Il summit dei 19 leader dei Paesi dell’eurozona avrà inizio alle 16, mentre la riunione speciale del Consiglio europeo, alla quale prenderanno parte tutti i capi di stato e di governo della Ue, è prevista alle 18. Intanto situazione economica del Paese è peggiorata rapidamente.

Il 13 sarà una decisiva: termineranno le misure di emergenza e riapriranno sia gli istituti bancari elleni, sia la Borsa di Atene. La situazione economica è preoccupante, lunedì verrà secondo le previsioni dato fondo alla liquidità disponibile per alimentare gli sportelli automatici, che attualmente consentono prelievi massimi per 60 euro.

Grexit, l’Europa si divide.  

Intanto partono le scommesse. Alcuni centri studi indipendenti calcolano le probabilità del Grexit sopra al 75%, altri si spingono fino all’85%. Divisi i due paesi “vertice” della UE: Berlino tifa Grexit, Parigi vuole tenere la Grecia sotto l’egida dell’euro. Ottimista è il commissario europeo francese Pierre Moscovici che ha dichiarato alla radio francese: “Ho la sensazione che il dialogo sia stato aperto, o riavviato, e che esista una via di uscita“. Parigi in sostanza teme l’effetto domino e il rinfocarsi dei sentimenti nazionali. Secondo i francesi fuori dalla moneta unica la Grecia rischierebbe di diventare uno Stato fallito, esponendo i confini dell’Europa a effetti geo-economici pericolosi.

Primo spettro, la perdita di credibilità dell’Euro. Premessa. Nessun trattato parla di modalità di uscita, si tratta di scenari non prevedibili, che non conoscono precedente storico. Permettendo che un paese esca fuori dalla moneta unica non solo saranno probabili “effetti domino”, ma la UE sarà costretta ad ammettere le proprie debolezze nell’impalcatura della moneta unica. I paesi membri sono vincolati dai trattati e sarebbe poco serio, oltre che molto difficile, far dipendere l’uscita dalla moneta unica per “l’umore” dei governi. La possibilità che Atene corra in contro alla Russia è stata pubblicamente scongiurata da Mario Draghi, le casse del gigante eurosiatico non avrebbero per ora la disponibilità tali per sostenere gli elleni.

BCE e Grecia

I tedeschi non si fidano di Tsipras e giudica i greci interlocutori non troppo affidabili. Il Grexit rappresenterebbe per i tedeschi un’occasione per rafforzare l’economia europea. Sebbene la cancelliera Angela Merkel sarebbe propensa a “maggiori” aperture nei confronti dei greci, meno lo sarebbe il potente ministro delle finanze e teorico dell’austerity Wolfgang Schäuble.La Grecia con la sua mole di inefficienze non avrebbe i requisiti necessari per rimanere nell’area Euro. La strategia tedesca vorrebbe il paese greco legato all’Europa attraverso il cordone degli aiuti umanitari, in attesa che migliori la sua situazione. Sia chiaro, da sola.

FED SU CRISI GRECA

Gli americani hanno problemi ben più grossi rispetto alla Grexit, grande è l’esposizione statunitense agli eventi che si consumano a Pechino. La Fed ha tuttavia espresso le proprie preoccupazioni sulle possibili ripercussioni della crisi greca, mostrandosi piuttosto pessimisti, dichiarandosi «incerti che la Grecia e i creditori trovino un accordo».

 

 

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