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Fintech

Fintech: i numeri della rivoluzione

Dal 2011 ad oggi sono nate, a livello internazionale, più di 750 nuove aziende Fintech, che hanno raccolto ben 26,5 miliardi di dollari di finanziamenti   Il Fintech è realtà: il mondo finanziario sta subendo, forse più di altri settori, la portata della trasformazione digitale. Il prestito peer to peer, i mobile payment, i Bitcoin, la…

Dal 2011 ad oggi sono nate, a livello internazionale, più di 750 nuove aziende Fintech, che hanno raccolto ben 26,5 miliardi di dollari di finanziamenti

 

Il Fintech è realtà: il mondo finanziario sta subendo, forse più di altri settori, la portata della trasformazione digitale. Il prestito peer to peer, i mobile payment, i Bitcoin, la blockchain e il crowdfunding si fanno spazio nella giungla finanziaria, conquistando l’attenzione di startup, Banche e istituzioni. Mentre in Cina il settore è attivo e vivace, in Italia il Fintech cresce, ma a piccoli passi. Il sistema del Bel Paese non è pronto alla rivoluzione della tecnologia. È questo, in breve, quanto dimostrato dal rapporto dell’Osservatorio Digital Finance della School of Management del Politecnico di Milano presentato al convegno “Digital rethinking nel banking e finance”.

Secondo la ricerca, negli ultimi 6 anni sono nate (a livello internazionale) più di 750 nuove aziende Fintech, che hanno raccolto ben 26,5 miliardi di dollari di finanziamenti. Il 96% delle startup Fintech si rivolge direttamente al consumatore o a un’azienda non finanziaria, ma è alta la percentuale di quelle che sono pronte a collaborare anche con le Banche e gli altri attori tradizionali del settore. Tante quelle che “non riusciranno a disintermediare il mondo finanziario tradizionale, ne diventeranno un partner utile per i loro obiettivi”, spiegano gli esperti.

Tra le startup, ben il 58% di esse si propone di rivoluzionare i servizi di Banking, il 21% quella degli Investment Services e il 17% delle nuove aziende si occupa di “altri servizi” di finanza tecnologica. Se è vero che il settore Banking è quello più popoloso, è anche vero che è quello che raccoglie i maggiori finanziamenti, ovvero il 72% del totale.

FintechUn ruolo fondamentale, in questa rivoluzione, lo ricopre l’intelligenza artificiale, che rende più efficienti i processi di investimento nell’Asset Management. Ma, scrive il Polimi, oggi solo il 18% degli istituti tradizionali utilizza strumenti digitali avanzati.
Bene la Blockchain, una tecnologia nata con i Bitcoin e destinata a modificare profondamente il sistema economico, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Si tratta di un registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete. Non si rende necessaria la presenza di terze parti fidate. Tante le Banche interessate, ma ancora poche quelle che provano a cimentarsi.

Pochi ancora, ma in crescita al 40%, gli istituti finanziari che hanno nei propri piani strategicii Big Data Analytics.

“Il mondo finanziario e bancario è chiamato a cogliere la rivoluzione digitale aprendosi all’innovazione ed utilizzando strumenti per la digitalizzazione dei processi, ad una gestione più consapevole e a maggior valore del patrimonio dei dati interni ed esterni, fino ai sistemi transazionali evoluti, come la Blockchain. L’ecosistema italiano appare ancora in ritardo su questi fronti, ma le innovazioni in atto e quelle ancora all’orizzonte porteranno inesorabilmente gli attori finanziari e bancari a modificare il proprio modo di operare, trasformandoli radicalmente sia al loro interno che nelle modalità con cui servono i mercati”, ha commentato Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio Digital Finance.

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