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Guerra Fredda

Cina impone chiusura aziende nord-coreane

Pechino ha deciso di dare un duro colpo all’economia di Pyongyang, imponendo la chiusura delle aziende nord-coreane in Cina La Cina mostra i muscoli e si schiera, con una mossa senza precedenti, nella guerra tra Usa e Corea del Nord. E così, dopo l’annuncio, sabato scorso, di limitazioni all’export di prodotti derivati del greggio verso…

Pechino ha deciso di dare un duro colpo all’economia di Pyongyang, imponendo la chiusura delle aziende nord-coreane in Cina

La Cina mostra i muscoli e si schiera, con una mossa senza precedenti, nella guerra tra Usa e Corea del Nord. E così, dopo l’annuncio, sabato scorso, di limitazioni all’export di prodotti derivati del greggio verso Pyongyang, Pechino ha deciso di dare un duro colpo all’economia del Paese vicino, imponendo la chiusura delle aziende nord-coreane in Cina.

La decisione ha come obiettivo unico quello di fermare il regime di Kim Jong-un. Approfondiamo insieme.

Le ultime vicende

Corea del NordEra il 3 settembre 2017 quando la Corea del Nord testa una bomba ad idrogeno. Da lì inizia una escalation di tensione e minacce con gli Usa. Le ultime mosse vedono i caccia bombardieri a stelle e strisce in volo sopra i cieli vicino al confine con la Corea del Nord. L’operazione,ha spiegato il dipartimento alla difesa Usa, “e’ per dimostrare che il presidente Usa ha molte opzioni militari per sconfiggere ogni minaccia”.

Per il regime di Kim Jong-un è stata una dichiarazione di guerra. “La Carta delle Nazioni Unite sancisce il diritto all’autodifesa degli stati membri e, visto che gli Usa hanno dichiarato guerra al nostro paese, noi abbiamo il diritto di rispondere e di abbattere i caccia americani anche se non sono ancora all’interno dei nostri confini”, ha detto il ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong Ho in un rarissimo incontro con i giornalisti fuori da un hotel di New York.

Sanzioni, vengono applicate?

In risposta al test nucleare, il Consiglio di sicurezza ha approvato all’unanimità una risoluzione in cui si impone il bando alle esportazioni tessili di Pyongyang e il divieto del 30% alle esportazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord.

Le sanzioni, ovviamente, hanno l’obiettivo di evitare “la guerra con Pyongyang”, ha commentato l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley. “Il mondo civilizzato deve fare quello che la Corea del Nord non sta facendo, ossia fermare la sua marcia verso la costruzione di un arsenale nucleare. La scelta è loro. Se continueranno su questa strada continueremo ad aumentare la pressione, se decideranno di cambiare percorso il mondo vivrà in pace con loro”, ha aggiunto la Haley.

Ma queste sanzioni vengono applicate? Sì e no, almeno secondo gli ultimi dati: la Cina sta già riducendo l’export di greggio e derivati verso la Corea del Nord, ma il mese scorso ha importato 1,6 milioni di tonnellate di carbone da Pyongyang, nonostante a febbraio scorso avesse annunciato il bando delle importazioni fino a fine 2017.

La Cina avrebbe giustificato questo comportamento parlando di un periodo di “ammortizzamento” nell’attuazione del divieto all’import di carbone e di frutti di mare.

Hacker nordcoreani alla ricerca di Bitcoin

BitcoinIn realtà, la Corea del Nord sembrerebbe avere già un piano per aggirare le sanzioni imposte dall’Onu: pagare le materie prime in Bitcoin o con altre valute virtuali. Gli hacker nordcoreani sarebbero già attivi nell’accumulare criptomonete. Questo, almeno, è quanto riferito da FireEye, società specializzata nella sicurezza informatica, secondo cui i criminali informatici già mesi fa hanno intensificato gli attacchi ai mercati di criptovalute sudcoreani.

Nel corso dell’anno, infatti, ci sarebbero stati alcuni tentativi di furto di criptovalute in Corea del Sud. Uno di questi è andato a segno: furono rubati 3.800 bitcoin che, al cambio odierno, varrebbero circa 15 milioni di dollari. Dobbiamo comuqnue, precisare che è difficile risalire all’identità degli hacker: il coinvolgimento della corea del Nord è solo ipotizzato e non provato.

 Grazie alle monete virtuali, la Corea del Nord potrebbe pagare le materie soggette ad embargo. Gli Stati non controllano i Bitcoin e le altre monete virtuali ed è difficile (almeno per ora) rintracciare chi ne fa uso.

Più che il Bitcoin, quello che potrebbe far gola alla Corea del Nord, potrebbe essere Monero, altra criptovaluta famosa per il suo utilizzo nel mercato nero. I bitcoin rubati o sottratti con ricatto potrebbero essere converti in altre criptomonete o in dollari.

Pechino si schiera con gli Usa

Corea del NordChe la Cina però, sia dalla parte degli Usa e degli Stati Uniti, in questo momento, pare chiaro. “La comunità internazionale non permetterà mai una guerra nella penisola, che porterà al gente alla miseria e alla sofferenza”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri , Lu Kang. Pechino “farà tutti  preparativi necessari per proteggere la sovranità  e la sicurezza del Paese, e la pace e la stabilità regionale”, ha anche commentato il portavoce del ministero della difesa Wu Qian.

Parole a parte, quello che mostra da quale parte sia la Cina è la decisione di far chiuder le aziende nord-coreane che operano in Cina. Le imprese avranno 120 giorni di tempo per chiudere, a partire dal 12 settembre 2017. La decisione è stata presa il giorno dopo l’approvazione delle ultime sanzioni decise in sede Onu contro il regime di Kim Jong-un.

Cina e Usa: incontro il 30 settembre

Parleranno anche della questione nordcoreana, Cina e Usa che si incontreranno a Pechino il 30 settembre prossimo. Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, in particolare, ha fissato un incontro con il ministro degli Esteri, Wang Yi, e con il consigliere di Stato, Yang Jiechi, il funzionario di livello più alto della diplomazia di Pechino.

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