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Alitalia

Chi è Cerberus, il fondo che vuole rilevare Alitalia?

Cerberus vuole rilevare Alitalia. Presenta offerta che potrebbe piacere ai commissari, ma fuori tempo     C’è chi Alitalia la vuole tutta. Il fondo di investimenti americano Cerberus ha lanciato un’offerta per rilevare l’intera compagnia. Lo scrive il Financial Times, secondo cui l’americana avrebbe presentato la sua proposta ai Commissari sono in queste ore, dopo…

Cerberus vuole rilevare Alitalia. Presenta offerta che potrebbe piacere ai commissari, ma fuori tempo

 

 

C’è chi Alitalia la vuole tutta. Il fondo di investimenti americano Cerberus ha lanciato un’offerta per rilevare l’intera compagnia. Lo scrive il Financial Times, secondo cui l’americana avrebbe presentato la sua proposta ai Commissari sono in queste ore, dopo essere rimasto fuori dall’asta ufficiale “per i suoi termini troppo restrittivi”. Ma andiamo per gradi.

Chi è Cerberus?

CERBERUS_CAPITAL_LOGOPartiamo da qui. Cerberus Capital Management, L.P. è una azienda statunitense operante fondi di investimento (private equity) degli Stati Uniti. Nata nel 1992, a New York, da Steve Feinberg e da William L. Richter, Cerberus gestisce asset per circa 40 miliardi di dollari in tutto il mondo. In Italia, per esempio, è molto attivo nel business dei crediti in sofferenza delle banche.

Gli interessi del fondo spaziano in tutti i settori, dall’automotive alla farmaceutica, dalla finanza alle armi. Nel 2007 con altri 100 investitori ha acquistato l’80% di Chrysler per 5,520 miliardi di euro.

L’obiettivo della società è quello di rafforzare il mercato dell’auto, ma il fondo di investimenti ha fallito nell’impresa, complice anche una grave crisi finanziaria e industriale e il conseguente rallentamento senza precedenti dell’industria automobilistica negli Stati Uniti.

Il 30 marzo 2009 è stato annunciato che Cerberus Capital Management rinuncerà alla propria quota di capitale e alla proprietà di Chrysler imposta come condizione dal Ministero del Tesoro degli Stati Uniti a fronte del salvataggio dell’azienda automobilistica. Il 30 aprile 2009 il marchio e le attività di Chrysler vengono rilevate per il 20% dal Gruppo FIAT con l’opzione di raggiungere in futuro il 51%. Poco dopo, la gestione finanziaria di Chrysler ha annunciato il fallimento con l’accesso alla procedura “Chapter 11”, ovvero quella che consente una bancarotta pilotata attraverso la protezione dai creditori.

Cosa propone per Alitalia?

A spingere Cerberus sarebbero state le proposte fatte dalle concorrenti: Lufthansa e Easyjet, per esempio, vogliono solo degli asset, mentre i commissari commissari straordinari di Alitalia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari preferirebbero una vendita unitaria.

E così, che Cerberus torna in campo e prova a sparigliare le carte: il fondo americano mette sul piatto qualche centinaio di milioni di euro (la cifra, ignota, è tra i 100 e i 400, sempre secondo quanto riferito dal Financial Times) per ottenere il controllo di tutto il business. Cerberus vuole sia le attività di volo che quelle di terra, con la condizione di poter essere libera di avviare una “ristrutturazione” seria di tutto il perimetro societario.

Noi intendiamo “”tenere il business assieme per salvare una compagnia aerea italiana e non scegliere solo gli asset migliori”.

Ma Cerberus non può rilevare tutta Alitala

Attenzione, però. Non facciamoci ingannare dall’offerta: Cerberus è un fondo extracomunitario (fuori dai confini europei) e non può aggiudicarsi la maggioranza della compagnia, può rilevare solo il 49% di Alitalia.

Come farebbe dunque? Il piano di Cerberus sarebbe quello di coinvolgere i dipendenti, con un piano di partecipazione azionaria, e lo stesso Stato italiano, che avrebbe una partecipazione azionaria.

Pur di aggiudicarsi la compagnia, Cerberus si è detta disponibile a lavorare fin da ora affianco dei Commissari.

Cerberus: arriva troppo tardi?

Nonostante le promesse e le buone intenzioni, però, non sarà facile per Cerberus conquistare Alitalia. Il processo di vendita della compagnia aerea, infatti, prevede una gara formalmente già chiusa, i cui termini, ovviamente, non possono essere riaperti.

Lufthansa e EasyJet tra le preferite

Le offerte sono state sette, ma nessuna per l’intera compagnia. L’uscita di scena di  Ryanair sembra spianare la strada a Lufthansa ed EasyJet. Le compagnie aeree, però, sembrerebbero interessate solo agli asset di Alitalia del lotto Aviation, ma non ad assumere il controllo dell’intera compagnia.

EasyJet vorrebbe, come ha spiegato la compagnia, “alcuni asset di una Alitalia ristrutturata, in linea con la strategia esistente. Data la natura del processo, il contenuto dell’espressione di interesse è soggetta a clausola di confidenzialità”.

Proprio Lufthansa, ha confermato in queste ore l’interesse per una “nuova Alitalia”, ma esclude l’ipotesi di un’acquisizione della compagnia allo stato attuale. “E’ fuori questione” acquisire Alitalia per come è oggi, ha detto durante la conference call sui risultati del terzo trimestre, il direttore finanziario del gruppo tedesco, Ulrik Svensson.

Al via ai negoziati

La scelta dell’acquirente non sarà immediata. I commissari avvieranno, infatti, un periodo di negoziati per migliorare le offerte, ma difficilmente riusciranno a contrattare la vendita unitaria. E ancora: nella trattativa che sembrerà la più conveniente, i commissari avranno anche il compito di contrattare (e possibilmente confermare) il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e delle attività aziendali (11.5000 dipendenti).

La decisione finale, comunque, spetterà al ministro dello sviluppo economico.

Altri 300 milioni dal Governo

alitaliaI tempi di contrattazione, comunque, potranno essere più lunghi. Con il decreto legge fiscale il Governo ha aggiunto 300 milioni al prestito fatto ad Alitalia (600 milioni), fissando anche al 30 aprile 2018 il termine per la conclusione della gara (rispetto alla precedente scadenza fissata per il prossimo 5 novembre).

Alitalia in ripresa?

Se è vero che i problemi ci sono e sono tanti, è anche vero che il potenziale c’è. E che, negli ultimi mesi, ad Alitalia non sembra andare proprio così male.

“Da quando la nuova crisi di Alitalia è scoppiata, la compagnia ha avuto una performance piuttosto modesta, come confermato dal fatto che i suoi aeroporti principali di Roma Fiumicino e Milano Linate hanno riportato una crescita negativa del traffico nei primi 8 mesi del 2017 (rispettivamente -0,3% e -0,9%), rispetto ad un trend nazionale di +6,7%”, hanno affermato gli analisti di Mediobanca Securities, in un report.

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