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End London Rule Brexit

Brexit: 5 motivi per la cui Scozia vuole rimanere in Europa

5 motivi per cui la Scozia ha detto no alla Brexit e intende rimanere nell’Unione Europea   La Scozia è pronta ad indire un nuovo referendum per uscire dalla Gran Bretagna e restare in Europa. Non sono passati neanche due anni da quando i cittadini scozzesi decretarono con il loro voto, e con percentuali superiori al…

5 motivi per cui la Scozia ha detto no alla Brexit e intende rimanere nell’Unione Europea

 

La Scozia è pronta ad indire un nuovo referendum per uscire dalla Gran Bretagna e restare in Europa. Non sono passati neanche due anni da quando i cittadini scozzesi decretarono con il loro voto, e con percentuali superiori al 55%, la fine del sogno indipendentista, tanto propagandato da Alex Salmond, ex Prime Minister e leader dello Scottish National Party (SNP).

Nel 2014, però, gli scozzesi votarono a favore del remain nel Regno Unito. Salmond, dunque, lasciò la guida del Partito e il suo ruolo da primo Ministro. A succedergli, in entrambe le cariche, è stato Nicola Sturgeon, politica scozzese, eletta senza contendenti alla conferenza annuale del partito il 14 novembre.

Ora, però, quel sogno indipendentista è tornato a farsi sentire, molto più forte. Dopo la Brexit, infatti, la Scozia, intende fissare un referendum (nel 2018) per uscire dal Regno Unito e rimanere in Europa (ricordiamo che contro l’uscita dell’Ue avevano votato il 62% degli scozzesi).

Ma perchè la Scozia intende rimanere nell’Ue?

1. Per motivi economici

L’economia scozzese non naviga nell’oro. Dal 2014 ad oggi la situazione è peggiorata. Il motivo è semplice: petrolio e finanza, le due grandi risorse su cui si basa l’economia del Paese, sono in piena crisi. Il prezzo del greggio è crollato e la Scozia ha perso un decimo dei suoi posti di lavoro nel settore finanziario.

Una eventuale uscita dall’Ue potrebbe rappresentare un nuovo shock per l’economia del Paese, che potrebbe risentire ancora di più dell’uscita dal mercato unico: il “Vecchio Continente” rappresenta infatti la meta principale dell’export Made in Scotland (circa il 46%), dando per di più lavoro a 330mila persone.

2. La questione immigrazione

L’atteggiamento della Scozia e dell’Inghilterra verso l’immigrazione è diverso. La Scozia è convinta che l’immigrazione sia una risorsa per il Paese, l’Inghilterra un po’ meno.

Sia il Partito nazionale scozzese sia lo Scottish Labour hanno convinto che il Paese ha bisogno dell’Immigrazione. A questo si collega anche la questione della libera circolazione dei cittadini UE : Edimburgo ritiene positivo per il Paese l’arrivo di persone di altra nazionalità, dal momento che esso il Paese ha un numero ristretto di lavoratori stranieri, di cui invece ci sarebbe bisogno.

Precisiamo anche che la Scozia negli scorsi anni ha attratto oltre mille imprese comunitarie, ricevendo generosi aiuti e fondi dalla Ue.

3. Il sistema giuridico

Tra i motivi per cui la Scozia preferirebbe rimanere in Europa c’è quello del sistema giuridico. L’Inghilterra, infatti, ha un sistema giuridico diverso dal resto d’Europa: il common law, ovvero un modello di ordinamento giuridico basato sui precedenti giurisprudenziali più che su codici o, in generale, leggi e altri atti normativi di organi politici.

Il resto della UE ha sistemi di civil law, basato sul Codice Romano e caratterizzato dalla presenza di codici di diritto sostanziale, che disciplinano in astratto tutti i casi che possono esser portati davanti al giudice, cui s’affiancano quelli strumentali, che regolano gli aspetti procedurali.

Questa differenza, in qualche modo va a “spiegare il motivo per cui il Regno Unito sembra costantemente a lottare con la rigidità burocratica UE e con quali euroscettici percepiscono incontinenza regolamentazione in quanto non democratica”. La Scozia, però, non è sempre è d’accordo con la Gran Bretagna su alcune sentenze.

Edimburgo, infatti, sfrutta un sistema ibrido, un incrocio tra common law e civil law, condividendo spesso le le decisioni prese dalle istituzioni europee.

4. Non perdere il turismo

Se è vero che negli ultimi anni la Scozia ha visto crescere, a livello economico, i settori di servizi, energia, finanza e biotecnologie, è anche vero che il turismo contribuisce in maniera fondamentale allo sviluppo del Paese, portando una buona fetta del Pil nazionale (insieme al comparto tessile e a quello della produzione del whiskey).

La Brexit potrebbe avere ripercussioni sui flussi vacanzieri, cosa che la Edimburgo intende evitare.

5. Spesa pubblica e armi nucleari

C’è poi un altro motivo. Il Regno Unito assegna all’economia della Scozia una rilevante porzione di spesa pubblica per le armi nucleari. E la Scozia indipendente vorrebbe essere nuclear free!

Ma la Scozia può indire il referendum Post Brexit?

Sì. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è una volontà che gli scozzesi non intendono accettare, dal momento che cambia radicalmente gli scenari. Il manifesto dello Scottish National Party, approvato al congresso 2016, permette alla Scozia di concorrere in ricorso in caso di un “significativo o materiale cambiamento” della posizione costituzionale della Scozia all’interno del Regno Unito.
Il referendum dovrebbe esser fissato tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019, nei mesi in cui è prevista l’uscita di Londra dall’Ue.

Vincerà l’uscita dal Regno Unito?

Troppo presto per far delle previsioni. Gli scozzesi saranno chiamati a scegliere tra l’Ue e il Regno Unito. Ad una ondata europeista, che tanto si è respirata nei giorni successivi, non corrisponde di certo (almeno nella popolazione) un sentimento separatista.

I sondaggi, comunque, dicono che per ora il “Sì” a lasciare il regno Unito se la gioca con il “No”. Negli ultimi giorni, infatti, il sostegno all’indipendenza è salito dal 45 al 49%.

I prossimi passi

Cosa farà ora la Scozia? Il prossimo passo spetta alla First Minister Nicola Sturgeon, che dovrà chiedere il permesso del Parlamento scozzese a concordare, con il governo britannico, l’intero iter grazie al quale l’assemblea di Edimburgo può legiferare per un nuovo referendum.

Solo dopo la firma di un accordo tra Regno Unito e Scozia dovrebbero, come quello firmato nel 2012 per il referendum del 2014, il Paese scissionista potrà fissare la data della chiamata alle urne. referendum sull’indipendenza del 2014. La stessa Ue potrebbe decidere di considerare la richiesta di adesione della Scozia solo dopo l’avvenuta Brexit.

Quali le questioni da chiarire?

effetto BrexitSe il risultato del referendum dovesse essere a favore dell’addio al regno Unito, inizierà un percorso non proprio semplice per il Paese, che sarà chiamato a decidere su numerose questioni.

La Scozia, per esempio, dovrà scegliere quale moneta utilizzare (euro o sterlina?) e creare una propria banca centrale. Ma non solo: dovrà imporre delle misure contro il deficit e dovrà ripagare la sua parte di debito pubblico del Regno Unito.

E ancora: la Scozia sarà chiamata a trattare le condizioni di libero scambio con Gran Bretagna e Ue.

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