Gli Usa stanno considerando di fornire i missili subsonici Tomahawk all’Ucraina.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente J.D. Vance ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di vendere missili Tomahawk ai paesi europei per sostenere Kyiv.
Dopo aver incontrato il presidente Donald Trump durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto agli Stati Uniti di vendere missili Tomahawk alle nazioni europee che li avrebbero inviati in Ucraina.
Il meccanismo è previsto dall’accordo stretto durante un bilaterale alla Casa Bianca lo scorso luglio tra Trump e il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che prevede la vendita di armamenti e sistemi di difesa – tra cui gli agognati Patriot – ai Paesi dell’alleanza, i quali li acquisteranno per poi consegnarli all’Ucraina, impegnata a difendersi dall’aggressione russa.
I Tomahawk sono missili da crociera a lungo raggio, con una gittata compresa tra circa 1.250 e 2.500 chilometri. Ciò porterebbe Mosca a cadere sotto il raggio d’azione dell’arsenale ucraino, nel caso in cui Kyiv ne fosse equipaggiata.
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LA POSIZIONE DI WASHINGTON
Ieri Vance ha dichiarato a Fox News che il presidente Trump avrebbe preso la “decisione finale” sull’approvazione dell’accordo. “Stiamo certamente valutando diverse richieste da parte degli europei”, ha aggiunto Vance.
Come ricorda Reuters, finora l’inquilino della Casa Bianca ha respinto le richieste dell’Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio, ma è rimasto frustrato dal rifiuto del presidente russo Vladimir Putin di raggiungere un accordo di pace.
LE CARATTERISTICHE DEL MISSILE DA CROCIERA TOMAHAWK
Progettato e realizzato alla fine degli anni ’70, il Tomahawk è un missile da crociera prodotto da Rtx “in uso dagli anni 80 ma continuamente aggiornata in tutti in questi anni; tanto che nelle ultime versioni è in grado di raggiungere portate di 2.000 km, garantendo al tempo stesso la capacità di colpire navi (versione Block Va) o bersagli a terra anche pesantemente protetti (Block Vb)” come spiegava l’anno scorso Giovanni Martinelli su Startmag.
Lungo 6,25 metri, un peso massimo al decollo di 2,5 tonnellate e nella versione più recente può costare circa 800 mila dollari l’uno.
I Tomahawk essere lanciati da navi, sottomarini o piattaforme terrestre. Inoltre, hanno anche la capacità di trasportare un carico nucleare.
L’ESORDIO DURANTE LA GUERRA DEL GOLFO
Il debutto ufficiale dei missili Tomahawk risale alla Guerra del Golfo: il primo lancio, effettuato dalla USS Paul F. Foster, è datato 17 gennaio 1991. Nel corso dell’offensiva, ne furono lanciati altri 300 circa da navi e sottomarini. L’efficacia del Tomahawk ha favorito la diffusione del missile, usato con frequenza nel decennio. Anche il Regno Unito ha acquistato Tomahawk dagli Stati Uniti.
Nel 2021, la Marina statunitense ha iniziato a schierare il Tomahawk Block V per i sistemi di lancio verticale su navi di superficie, ma anche su sottomarini d’attacco che possono operare più facilmente nel raggio d’azione della forza missilistica cinese.
LE POSSIBILI CONSEGUENZE IN UCRAINA
Infine, come sottolinea Axios, il Tomahawk ha una gittata molto maggiore rispetto ai missili finora resi disponibili dalla Nato, volando fino 2500 chilometri contro i circa 300 chilometri degli Atacms di fabbricazione statunitense. È anche molto più veloce dei droni ucraini e ha una potenza di fuoco maggiore.
Da parte sua l’Ucraina ha cercato di aggirare la riluttanza dei suoi partner a fornire armi a lungo raggio sviluppando i propri sistemi, come il Palianytsia e il Flamingo, sebbene non abbiano la comprovata esperienza decennale del Tomahawk.