Nei conflitti in corso tra Ucraina e Russia, e tra Israele – l’Iran e i suoi numerosi proxy – la guerra dei droni sta ridefinendo le strategie militari, le minacce alle popolazioni civili e le sfide tecnologiche di tutte le parti coinvolte. L’Ucraina, di fronte alla minaccia dei droni kamikaze iraniani Shahed-136 forniti alla Russia, ha sviluppato una soluzione efficace, innovativa, economica e di facile produzione: il drone Sting FPV (First Person View). Si tratta di un drone intercettore a basso costo, sviluppato dal gruppo ingegneristico ucraino Wild Hornets, che rappresenta una innovazione nella strategia di difesa aerea, volto a contrastare la minaccia persistente ed implacabile delle munizioni vaganti con costi notevolmente inferiori rispetto ai sistemi di difesa tradizionali.
Il drone Sting, introdotto nel 2024, è in grado di raggiungere velocità superiori ai 160 km/h e operare fino a 3.000 metri di altitudine. Progettato per intercettare i droni Shahed-136, è una risposta diretta alla produzione massiva di questi droni da parte della Russia, che grazie all’accordo stipulato con l’Iran può realizzarne più di 6.000 unità all’anno, con piani di espansione significativi. Gli Shahed-136, con un costo di produzione stimato intorno ai 20.000 dollari per unità, rappresentano una minaccia concreta per l’Ucraina, soprattutto considerando gli elevatissimi costi dei missili di difesa tradizionali, come i NASAMS, che possono arrivare a costare un milione di dollari cadauno.
Il drone Sting FPV, controllato in prima persona tramite visori VR, è dotato di una telecamera e una carica esplosiva per distruggere i droni nemici in volo. Questo approccio è molto più economico rispetto ai sistemi di difesa basati su missili e permette all’Ucraina di mantenere la propria capacità difensiva senza dipendere esclusivamente da forniture esterne. I futuri aggiornamenti del drone includeranno sistemi di guida basati sull’intelligenza artificiale, che miglioreranno la capacità di tracciamento e ridurranno la necessità di pilotaggio manuale.
Il gruppo Wild Hornets, una Fondazione senza scopo di lucro, è stato fondamentale nello sviluppo dello Sting, e dall’inizio dell’invasione Russa ha consegnato circa 14.000 droni alle Forze ucraine. Una produzione che ha permesso al presidente Volodymyr Zelensky di aumentare la produzione interna di droni, con un ambizioso piano di produzione di 1,5 milioni di unità nel 2024. Aumento produttivo rivelatosi cruciale per bilanciare la superiorità numerica russa e mantenere una posizione difensiva sostenibile.
Forgiare un’alleanza difensiva: la risposta congiunta di Ucraina e Israele alla guerra dei droni condotta da Russia e Iran
Il 20 ottobre 2024, l’Ambasciata dell’Ucraina in Israele ha pubblicato ufficialmente un messaggio su Facebook: “L’Ucraina sta progredendo rapidamente nelle tecnologie anti-drone. Il nostro paese affronta i droni da molto tempo. Ora, gli specialisti ucraini hanno sviluppato una serie di intercettori e tecnologie per contrastare i droni, tra cui lo Sting FPV, un drone agile ed economico specializzato nell’intercettazione di droni, in particolare del tipo Shahed iraniano. La tecnologia offrirà opzioni per proteggere obiettivi civili e infrastrutture importanti dagli attacchi con droni della parte iraniano-russa. L’Ucraina e Israele affrontano attacchi quasi quotidiani che minacciano i civili. È ora di unire le forze e usarle contro i nostri nemici comuni. Uniamoci contro il terrore!“.
Alla luce dei recenti sviluppi geopolitici, l’alleanza strategica tra Ucraina e Israele assume una nuova rilevanza nella difesa e nella lotta contro gli attacchi di terrorismo basati sull’utilizzo dei droni, sempre più determinanti in qualsiasi conflitto. Entrambe le nazioni sono sottoposte ad attacchi aerei quasi quotidiani che minacciano le popolazioni civili e le infrastrutture critiche. Questa minaccia condivisa ha stimolato l’appello dell’Ucraina alla collaborazione con Israele, sottolineando una posizione congiunta contro gli avversari comuni rappresentati da Iran, Russia ed i loro alleati. Attraverso il comunicato ufficiale pubblicato dall’ambasciata ucraina in Israele, Kyiv sottolinea l’urgenza di implementare tecnologie anti-drone avanzate, tra cui il drone Sting FPV di recente sviluppo, per rafforzare le difese nei domini di vulnerabilità condivisi.
Questa nuova partnership si basa su necessità di difesa reali e su una efficace risposta alla crescente influenza maligna dell’Iran e dei suoi alleati nella regione. Per l’Ucraina, l’esperienza di Israele nella tecnologia anti-UAV e nell’innovazione della difesa rappresenta una risorsa vitale. Israele ha sperimentato varie tecniche di intercettazione e soppressione dei droni, che possono supportare direttamente gli sforzi dell’Ucraina per migliorare lo Sting e altre contromisure nazionali contro gli UAV. L’appello di Kyiv per un’azione unitaria riflette un interesse reciproco nell’interruzione delle linee di rifornimento iraniane e nella riduzione della minaccia operativa rappresentata dai droni Shahed, che vengono sempre più utilizzati per colpire sia il territorio ucraino che quello israeliano.
La proposta per uno scambio tecnologico coordinato e un’iniziativa di difesa reciproca risponde anche a diverse esigenze critiche. Allineandosi a Israele, l’Ucraina mira a sfruttare l’esperienza tecnica di Israele nella guerra dei droni, che include sofisticate capacità di rilevamento, intercettazione e guerra elettronica. L’Iron Dome di Israele, un sistema di difesa missilistica che fino ad oggi ha neutralizzato migliaia di missili, anche balistici, lanciati contro i civili israeliani è oramai noto per la sua efficacia a livello mondiale, e sicuramente offrirà un supporto prezioso all’Ucraina nel suo sforzo di sviluppare la propria rete di difesa aerea a strati, in particolare nell’arena dell’intercettazione dei droni. Inoltre, la messa in comune di risorse e conoscenze potrebbe facilitare il rapido aumento della produzione di Sting, migliorando la capacità dell’Ucraina di intercettare i droni Shahed in modo più efficace e mitigando così la pressione sui suoi tradizionali sistemi di difesa aerea.
A un livello geopolitico più ampio, la stipula e la diffusione pubblica di una partnership Ucraina-Israele contro i droni di fabbricazione iraniana segnala una sfida alle crescenti tattiche di militarizzazione e destabilizzazione impiegate da Teheran e Mosca. Questa partnership è particolarmente valida dal punto di vista tecnologico e strategica dal punto di vista militare, poiché l’Iran continua ad affermarsi come fornitore di droni per attori statali e non statali in tutto il Medio Oriente, mirando a rafforzare la propria influenza e al contempo a minare la stabilità regionale. L’impiego di droni Shahed-136 da parte della Russia nel conflitto ucraino esemplifica la più ampia strategia di guerra per procura dell’Iran, in cui fornisce armi avanzate agli alleati come mezzo per estendere la propria impronta geopolitica e sfidare gli Stati allineati all’Occidente.
La collaborazione di difesa israelo-ucraina ha anche il potenziale per catalizzare il supporto di altri paesi che affrontano minacce simili da parte delle forze allineate all’Iran. Nazioni come l’Arabia Saudita e la Giordania, che hanno avuto a che fare con i droni iraniani nello Yemen, nella regione del Golfo Persico e durante gli attacchi contro Israele, potrebbero condividere la causa comune con Kyiv e Gerusalemme in un approccio di sicurezza collettivo per contrastare le minacce UAV. Una tale coalizione potrebbe creare un formidabile quadro anti-UAV, mettendo in comune sistemi di rilevamento avanzati, droni di intercettazione guidati dall’intelligenza artificiale e capacità di condivisione di intelligence in tempo reale oltre i confini.
Inoltre, la collaborazione tra Ucraina e Israele nello sviluppo di tecnologie anti-drone, è fondamentale per contrastare la crescente minaccia rappresentata dall’alleanza tra Russia e Iran e dimostrare la resilienza dell’Ucraina nell’affrontare sfide tecnologiche e numeriche in un contesto di guerra prolungata.
Il drone Sting FPV, quindi, rappresenta una svolta significativa nelle operazioni di difesa dell’Ucraina e di Israele, non soltanto perché offre una soluzione scalabile ed efficace per fronteggiare la massiccia produzione di droni kamikaze da parte della Russia, ma perché garantisce a Kyiv e a Gerusalemme una maggiore autonomia strategica nel contesto di due conflitti che coinvolgono attori e alleanze a livello globale.