SpaceX pronta a decollare verso Wall Street (e Marte).
Stavolta lo stesso Elon Musk ha lasciato intendere che la sua azienda aerospaziale potrebbe essere avviata verso un’offerta pubblica iniziale (Ipo) rispondendo sulla piattaforma X a indiscrezioni stampa riguardo una possibile quotazione dell’azienda nel corso del 2026.
Dunque ora i tempi sembrano finalmente maturi per una possibile offerta pubblica nel 2026, operazione volta a finanziare il suo razzo Starship in fase di sviluppo, centri dati di intelligenza artificiale nello spazio e una base sulla Luna. L’azienda guidata da Musk punta a una valutazione complessiva di circa 1,5 trilioni di dollari. Si tratterebbe della più grande Ipo di sempre, superando la quotazione in borsa di Saudi Aramco nel 2019, che ha fruttato 29 miliardi di dollari.
Se Musk ha lasciato quindi intendere che un’Ipo potrebbe arrivare presto, ha anche affermato che SpaceX potrebbe lanciare una Starship senza equipaggio – il suo gigantesco razzo di nuova generazione in fase di sviluppo dal 2017 – su Marte il prossimo anno, rileva Reuters. Ma gli analisti ritengono che si tratti di un’ipotesi ambiziosa, dato che il razzo non ha ancora completato con successo una missione orbitale.
Intanto SpaceX sta procedendo con una vendita di azioni interne che valuta il produttore di razzi e satelliti di Elon Musk a circa 800 miliardi di dollari.
Tutti i dettagli.
OPERAZIONE DI RIACQUISTO E VALUTAZIONE
Nella lettera indirizzata a dipendenti e azionisti, il Direttore Finanziario Bret Johnsen ha spiegato che SpaceX e i suoi investitori intendono acquistare 2,56 miliardi di dollari di azioni dagli azionisti al prezzo di 421 dollari per azione, quasi il doppio dei 212 dollari per azione stabiliti a luglio, con una valutazione di 400 miliardi di dollari, secondo quanto riportato dal New York Times. L’operazione, sempre secondo la stessa fonte, porterebbe la valutazione complessiva dell’azienda intorno agli 800 miliardi di dollari, un livello che, secondo gli analisti, riflette la crescita delle attività nei lanci spaziali e nei servizi satellitari.
ACCENNI A UNA POSSIBILE QUOTAZIONE
Nella stessa comunicazione interna, Johnsen ha fatto riferimento a un’eventuale offerta pubblica, sottolineandone l’incertezza in termini di tempi e valutazione, prosegue il New York Times. “Se ciò accadrà effettivamente, quando accadrà e a quale valutazione è ancora molto incerto, ma l’idea è che se agiamo brillantemente e i mercati collaborano, un’offerta pubblica potrebbe raccogliere una quantità significativa di capitale”, ha scritto. La tempistica dell’Ipo e la relativa valutazione sono incerte e l’azienda potrebbe decidere di non procedere, ha affermato Johnsen.ASSETTO AZIONARIO
Interessante è anche il fatto che Google (Alphabet) sia un importante investitore della stessa SpaceX. Il gigante della ricerca di Mountain View è un importante investitore in SpaceX almeno dal 2015, quando si è unito a Fidelity Investments in un investimento da 1 miliardo di dollari per una quota complessiva di circa il 10%, secondo quanto riportato da Bloomberg all’epoca.
Bloomberg ricorda che i maggiori investitori a lungo termine in SpaceX sono società di venture capital come il Founders Fund di Peter Thiel, 137 Ventures guidata da Justin Fishner-Wolfson e Valor Equity Partners.
Comunque Elon Musk mantiene la quota individuale più rilevante e nel 2022 deteneva il 44% della società.
PROSPETTIVE LEGATE ALL’IPO
Nella lettera di venerdì, Johnsen ha collegato l’eventuale offerta pubblica alla possibilità di finanziare nuovi programmi industriali e tecnologici. “Questo ci permetterebbe di portare Starship a una velocità di volo folle, di installare data center basati sull’intelligenza artificiale nello spazio, di costruire la Base Lunare Alpha e di inviare missioni con e senza equipaggio su Marte, aumentando in definitiva la probabilità di rendere la vita multiplanetaria nel corso della nostra vita”, ha scritto il direttore finanziario di SpaceX.
IL RUOLO STRATEGICO DI SPACEX
Fondata da Elon Musk nel 2002, SpaceX è diventata leader dell’industria spaziale grazie ai suoi razzi riutilizzabili e al servizio internet satellitare Starlink in rapida crescita, che include la promessa di un business direct-to-mobile. La società collabora con il Pentagono, la Nasa e altre agenzie governative, un aspetto che, secondo gli analisti del settore, ne rafforza il ruolo strategico per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. E ora l’azienda sta sviluppando il razzo più potente al mondo, Starship, per i viaggi verso la Luna e – un giorno – Marte.
Al momento la missione Artemis 2 della Nasa, la prima con equipaggio che dovrebbe portare quattro astronauti in orbita attorno alla Luna, è programmata nel 2026 mentre Artemis 3, il primo allunaggio con equipaggio tramite un versione modificata di Starship, il super mega razzo di SpaceX, è previsto per il 2027, anche se gli analisti spaziali prevedono che tale data possa slittare.
IL DILEMMA PER GLI INVESTITORI
Infine, gli investitori hanno accolto con favore l’Ipo di SpaceX, segnala Reuters. Ma Caleb Henry, analista della società di ricerca spaziale Quilty Analytics, ha affermato che qualsiasi acquirente di azioni SpaceX dovrebbe accettare il fatto che l’azienda ha sempre investito miliardi di dollari in iniziative rischiose, alcune delle quali, come Starlink e il razzo riutilizzabile Falcon 9, hanno dato i loro frutti dopo lunghi periodi di sperimentazione. “SpaceX è sempre stata un’azienda fortemente impegnata in ricerca e sviluppo e gli investitori possono incazzarsi se ritengono di non essere ricompensati per il loro ruolo. Quindi, può essere difficile”, ha osservato Henry. “Gli investitori di domani dovranno accettarlo”.
Oltre ai rischi legati alle ambizioni su Marte, alcuni analisti mettono in dubbio anche l’elevata valutazione di SpaceX, che presuppone una crescita esponenziale a partire dall’attuale fatturato annuo di 15 miliardi di dollari, nonostante l’incertezza sulle dimensioni del mercato dei servizi satellite-cell e sulla fattibilità dei data center spaziali.




