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SpaceX, Palantir e Anduril si alleano per lo scudo missilistico voluto da Trump

Secondo quanto rivelato da Reuters, SpaceX sarebbe in testa nella gara per l'aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione del Golden Dome, lo scudo missilistico ordinato da Trump

SpaceX in corsa con Palantir e Anduril per costruire lo scudo missilistico Golden Dome.

L’azienda aerospaziale di Elon Musk potrebbe essere una delle principali candidate allo sviluppo di componenti critici per l’ambizioso progetto “Golden Dome”, lo scudo di difesa missilistica voluto da Trump, secondo quanto riportato da Reuters, citando alcune fonti.

Nel primo giorno di Pete Hegseth come segretario alla Difesa, il 27 gennaio il presidente Usa Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per introdurre un nuovo sistema antimissile, denominato inizialmente American Iron Dome. Trump aveva definito lo scudo intercettore missilistico pianificato la versione americana del sistema di difesa aerea Iron Dome di Israele, ovvero un sistema in grado di proteggere l’intero territorio degli Stati Uniti da minacce avanzate, inclusi missili balistici e ipersonici.

Secondo Reuters, SpaceX sta collaborando con la società di software fondata da Peter Thiel Palantir e il produttore di droni Anduril per presentare un’offerta per lo sviluppo di componenti critici del progetto Golden Dome. Le tre aziende avrebbero incontrato di recente alti funzionari dell’amministrazione Trump e i vertici del Pentagono per presentare il loro piano.

D’altronde, a inizio mese è emerso che il Dipartimento della Difesa sta guardando oltre i tradizionali appaltatori della difesa per affrontare uno dei componenti più ambiziosi del suo sistema di difesa missilistica “Golden Dome” proposto: intercettori spaziali in grado di distruggere i missili nemici in volo, riportava Spacenews.

Al momento il Pentagono ha stabilito diverse scadenze per la consegna delle capacità, a partire dall’inizio del 2026 fino a quelle successive al 2030.

Tutti i dettagli.

SPACEX IN GARA PER LA REALIZZAZIONE DEL GOLDEN DOME

La società di Musk ha anche proposto di strutturare il suo coinvolgimento nel progetto Golden Dome come un “servizio in abbonamento”, in cui il governo pagherebbe per l’accesso alla tecnologia invece di possedere direttamente il sistema. Il modello in abbonamento potrebbe aggirare alcune procedure di appalto del Pentagono, consentendo potenzialmente un’implementazione più rapida del sistema, secondo due fonti.

La proposta prevede il dispiegamento di una costellazione da 400 a oltre 1.000 satelliti per rilevare e tracciare i missili in arrivo in tutto il mondo, secondo quanto riportato dalle fonti. In una seconda fase, una flotta separata di circa 200 satelliti d’attacco, armati di missili o laser, verrebbe utilizzata per intercettare e neutralizzare le minacce, secondo tre delle fonti. Non si prevede che il gruppo guidato da SpaceX sia coinvolto nell’armamento dei satelliti, precisa il rapporto.

QUANTO COSTERÀ IL PROGRAMMA

Il Golden Dome “costerà decine di miliardi di dollari e richiederà un impegno costante per almeno un decennio”,  secondo Todd Harrison, senior fellow dell’American Enterprise Institute.

Alcuni esperti ritengono che il costo complessivo del Golden Dome potrebbe raggiungere centinaia di miliardi di dollari.
“Sarà interessante vedere come l’amministrazione intende finanziare questo progetto”, ha dichiarato l’esperto a Axios, “e se riuscirà a far avanzare il programma nei prossimi quattro anni in modo sufficiente da renderlo sostenibile quando una futura amministrazione prenderà il potere”.

BATTERE LA CONCORRENZA

Se il team guidato da SpaceX si aggiudicasse un contratto per il Golden Dome, si tratterebbe della più grande vittoria per la Silicon Valley nel redditizio settore degli appalti per la difesa e di un duro colpo per gli appaltatori tradizionali, osserva Reuters.

Più di 180 aziende hanno espresso interesse a contribuire allo sviluppo e alla costruzione del progetto Golden Dome, secondo un funzionario statunitense.

Tuttavia, si prevede che anche appaltatori di lunga data, come Northrop Grumman, Boeing e RTX, saranno protagonisti importanti del processo, secondo fonti vicine alle aziende. “In termini di importanza per la difesa della nazione, è simile al Progetto Manhattan”, ha dichiarato Frank St. John, direttore operativo di Lockheed Martin, in un’intervista, ripreso da Axios.

Proprio RTX, ma anche L3Harris Technologies e General Atomics hanno dichiarato di essere ben posizionate per aggiudicarsi l’incarico.

 

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