Niente recupero (ancora) di un razzo spaziale per la Cina.
Pechino ha fallito il suo secondo tentativo di completare un test su un razzo riutilizzabile con il volo inaugurale del Long March 12A, il cui primo stadio non è stato recuperato.
Il lancio, condotto dall’azienda spaziale statale China Aerospace Science and Technology Corporation (Casc), rappresenta un passaggio chiave negli sforzi di Pechino per colmare il divario tecnologico con l’azienda statunitense SpaceX, leader globale nel settore dei lanci riutilizzabili con il suo Falcon 9, rileva Reuters.
All’inizio di questo mese, ci aveva già provato la startup cinese LandSpace con il suo Zhuque-3, che si è schiantato dopo il lancio.
“A riprova del fatto che la tecnologia SpaceX non è banale. I cinesi comunque hanno capito quanto sia importante ed arriveranno all’obiettivo. Il problema è l’Europa…” ha commentato su Linkedin Marco Lisi, inviato speciale per lo Spazio del ministero degli Esteri e membro del cda dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).
Tutti i dettagli.
IL LANCIO DEL LONG MARCH 12A
Il razzo Long March 12A è decollato alle 10:00 locali di martedì (02:00 GMT) dalla Dongfeng Commercial Space Innovation Pilot Zone, nella Cina nord-occidentale. Secondo quanto comunicato da Casc, il secondo stadio del vettore è entrato con successo nell’orbita prevista, mentre il primo stadio “non è stato recuperato con successo” durante la fase di rientro, segnando il fallimento dell’obiettivo principale del test.
La causa specifica è attualmente in fase di indagine, ha specificato l’azienda.
IL SECONDO TENTATIVO DOPO QUELLO DI LANDSPACE
Il volo odierno rappresentava il secondo tentativo della Cina di atterrare e recuperare un razzo vettore da riutilizzare in missioni successive.
A inizio dicembre LandSpace ha effettuato il volo inaugurale del suo razzo riutilizzabile, ma la fase di recupero e atterraggio del primo stadio si conclude con un fallimento.
Dopo aver raggiunto con successo l’orbita, per il booster “Si è verificato un evento di combustione anomala durante il processo, impedendo un atterraggio morbido sulla piattaforma di recupero”, ha affermato Xinhua. “Il test di recupero è fallito e la causa specifica è ancora oggetto di ulteriori analisi e indagini”.
I DATI RACCOLTI SECONDO CASC
Nonostante l’insuccesso del recupero, l’azienda statale ha sottolineato l’importanza dei risultati ottenuti. “Sebbene questa missione non abbia raggiunto l’obiettivo pianificato di recuperare il primo stadio del razzo, ha ottenuto dati ingegneristici chiave dal razzo in condizioni di volo reali, gettando le basi per i lanci successivi e per un recupero affidabile degli stadi”, ha dichiarato Casc sul suo account WeChat ufficiale.
LA RIUTILIZZABILITÀ COME LEVA DI COMPETITIVITÀ
I due tentativi di recupero dei razzi riutilizzabili cinesi evidenziano la difficoltà di sviluppare un razzo che possa essere recuperato e riutilizzato dopo il lancio in orbita.
Negli ultimi anni la Cina ha lanciato decine di razzi per mettere in orbita satelliti, ma non ha ancora completato con successo un test di razzo riutilizzabile, che richiede l’atterraggio e il recupero del primo stadio dopo il lancio.
Come evidenzia Reuters, i razzi riutilizzabili richiedono manovre complesse e ad alta energia e, finora, solo SpaceX le ha eseguite regolarmente. Dopo la separazione degli stadi, il booster deve virare nello spazio, accendere i motori per rallentare, sopravvivere a una caduta supersonica nell’aria calda e poi riavviare i motori pochi secondi prima di raggiungere l’acqua o una piattaforma di atterraggio. L’accensione dei motori deve essere sincronizzata con una precisione di millesimi di secondo dal software di bordo che corregge costantemente la traiettoria del razzo. Piccoli errori nell’angolazione del razzo o nella fasatura dei motori possono far girare il razzo fuori controllo, mancare il punto di atterraggio o bruciarsi durante la discesa.
Ad oggi solo un’altra azienda possiede un booster riutilizzabile: l’americana Blue Origin, sostenuta da Jeff Bezos, che proprio un mese fa ha centrato il primo atterraggio del suo mega razzo New Glenn.
IL CONFRONTO CON SPACEX E STARLINK
Gli analisti osservano che, dopo che SpaceX di Elon Musk ha acquisito questa capacità diversi anni fa, le aziende aerospaziali cinesi, sia statali sia private, stanno accelerando lo sviluppo di vettori riutilizzabili per ridurre i costi di accesso allo spazio.
Sebbene le aziende cinesi abbiano messo in orbita diverse centinaia di satelliti in orbita bassa terrestre negli ultimi anni, Pechino difficilmente potrà competere con la costellazione satellitare Starlink di SpaceX senza sviluppare una propria piattaforma paragonabile al Falcon 9.





